5. In the back of my mind

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POV : MIA 🔥

Flashback

cinque anni fa

23 luglio 2019

La vista mi si offusca per le lacrime, il cuore è in mille pezzi. Appoggio la schiena contro il muro e piano piano cado, non riesco a reggermi in piedi. Summer urla, si accascia a terra anche lei. Papà rimane immobile, con le mani tra i capelli, lo sguardo vuoto, scioccato.

Le urla di Summer rimbombano nel corridoio dell'ospedale, un grido straziante, esterna tutto il suo dolore. Io rimango ferma in un angolo, incapace di fare lo stesso. Trattengo ogni cosa, come se non potessi permettermi di crollare. Ma dentro di me il dolore è una marea che mi sta inghiottendo. Ho perso mia madre. È davvero finita.

Papà si inginocchia davanti a Summer e la stringe forte, cerca di calmarla, ma è inutile. Siamo tutti distrutti, non c'è consolazione.

E adesso come faremo senza di lei? Perché ha dovuto lasciarci? Non è giusto.

All'improvviso sento una voce familiare. «Summer!» Qualcuno corre verso di noi. Alzo lo sguardo e lo vedo. Beck. Il migliore amico di Summer. Si blocca quando ci raggiunge. I suoi occhi passano su mia sorella, su papà e poi si posano su di me. Spalanca gli occhi, scuote la testa lentamente. Lo capisce subito. Lo capisce senza che nessuno debba dirglielo. Mamma non c'è più.

Si avvicina a me, si abbassa leggermente e pronuncia il mio nome piano, quasi sussurrandolo. «M-Mia... non dirmi che è vero, quello che sto pensando.»

Le lacrime mi scorrono sul viso, non riesco nemmeno a parlare. Annuisco appena, il movimento è quasi impercettibile. Subito dopo, lui mi abbraccia. Mi stringe forte, accarezza i miei capelli mentre io mi abbandono completamente. Non ce la faccio più. Il dolore che trattengo esplode, e io lo lascio uscire, tra le sue braccia.

Si stacca appena, quanto basta per guardarmi negli occhi. Mi sfiora il viso con le mani e asciuga le mie lacrime. «Ci sono, Mia. Andrà meglio, te lo prometto.» La sua voce è dolce, rassicurante, spero solo che abbia ragione. Perché dentro di me sento il vuoto, un dolore che non sembra avere fine.

Summer ci raggiunge. Si stringe prima a Beck, poi a me. Il suo viso è segnato dal dolore, proprio come il mio. Ci abbracciamo, unite in questa sofferenza.

Poi, quasi senza pensarci, diciamo insieme
«Ce la faremo.»

Ora

Apro gli occhi di scatto. La luce del giorno mi colpisce, quasi mi acceca. Mi alzo a fatica, sedendomi sul letto, ancora stordita. Il sogno è lì, vivido, così reale che mi sembra di rivivere tutto.

Dopo qualche secondo sento bussare. È Vera. La donna che ci è sempre rimasta accanto da quando mamma non c'è più. Non la vedevo da un po', è stata lontana per il matrimonio di suo figlio.

«Piccola mia...» dice con la sua voce dolce, così familiare, così confortante.

Mi sfrego gli occhi con i palmi delle mani, «Vera?»

Si avvicina lentamente come per chiedermi il permesso, le faccio segno di sedersi e lo fa.

Mi guarda con il suo solito sguardo dolce, sorride mettendo in bella vista le sue guance rosse.

«Signorina Mia, un brutto sogno?» alla sua domanda le rispondo solo con un cenno, non mi va di parlarne o in generale parlare in questo momento.

«Quando è pronta venga pure sotto in cucina, ho una piccola sorpresina per lei.» detto ciò lei se ne va lasciandomi da sola in camera.

STORMDove le storie prendono vita. Scoprilo ora