| a volte ti giri ed è già scesa tutta, altre volte sembra non scendere mai, sadicamente sembra di rallentare e io ne sento il peso. |
I giorni passarono lenti come pare scorra la sabbia d'una clessidra in vetro. Granello dopo granello, dissipati un per uno gradualmente. Eppure, quel granello svanito si è in realtà posato sul fondo, aspettando qualcuno che avesse avuto il coraggio di voltarlo e rivivere l'attesa della fine. Anche il tempo si posa sul fondo dello stomaco, seppellito dal dolore ed eclissato dal timore. Freme per lo squarcio oltre il quale potrà scivolare e risalire in superficie, l'occasione per trarre in inganno chi pensava di poterlo sorvolare. Il passato brama il tranello da poter porre a una persona debole, per poter contaminare il suo presente.
Proseguii lungo la Main Street, le gambe avanzavano e l'aria fresca di fine settembre mi solleticò la pelle secca del volto. Le settimane alle spalle furono tediose, la piccola cittadina in cui vivevo pareva aver già dimenticato l'accaduto di pochi mesi prima. Littleton è un piccolo comune nella contea di Arapahoe, conta poche migliaia di abitanti. Da che ne ho memoria, Littleton ha sempre narrato storie luminose e lineari, come se i suoi confini fossero custoditi e nessuno avesse mai avuto idea di cosa significasse fuoriuscire da essi.
Nel giorno del ritrovamento di Thomas la città ne rimase inquieta, non perché il corpo di un adolescente fu rinvenuto dissanguato con una pistola nella propria abitazione, ma perché parve inverosimile che una tale sciagura fosse avvenuta proprio in una cittadina così viva. Le persone persero per un poco la loro solarità, ci furono i funerali e vennero quasi tutti i cittadini, anche se ben pochi conoscevano la mia famiglia. Per un breve periodo, il clipeo illusorio che avvolgeva Littleton parve svanire e i cuori delle persone furono costretti a vedere la realtà, compresa me.
Non ebbi modo d'apprezzarlo perché dentro di me sapevo che alcuno di loro era realmente ferito per la morte di mio fratello minore. Infatti, una volta che il caso fu archiviato, l'involucro protettivo s'innalzò nuovamente. Le attività ripresero con la loro dinamicità, lo sfavillio dei volti tornò a brillare e scaldare i cuori, i colori delle mura vennero ammirati e la natura fu apprezzata ancora, ogni persona tornò a non aver paura del destino, tranne me. Io capii, capii che non ve ne era scampo. Aprii gl'occhi, la bolla di sapone non m'avvolgeva più, compresi che il destino cela il male che giunge quando si è più certi di poterlo controllare.
M'accorsi che anche nelle stradine più scintillanti potesse annidarsi il dolore, mi chiesi chissà cos'altro occultassero i vicoli di Littleton. Fu lì, nell'attimo di quella consapevolezza che il mio cuore fu colpito, distrutto e perduto. L'ira si ramificò intorno ad esso e ne prese possesso, l'ira col fato e col tempo. Nelle settimane appena trascorse non accadde nulla a cui non fossi già abituata da mesi, oltre che una qualche condoglianza da parte dei docenti.
Main Street si fece stretta alla mia vista e, finalmente, giunsi alla mia meta. I portici imponenti sovrastavano l'asfalto, ma ciò non impediva al sole di tagliare la strada e far brillare le vetrine. Le bandiere americane aleggiavano sui tetti degl'edifici, li osservai senza soffermarmi sui dettagli, con gli occhi mezzi chiusi, e passai dall'altro lato del marciapiede. Il tendone familiare si palesò davanti a me, un tessuto blu con dipinto sopra un ruscello di montagna contornato da folta flora verde. All'interno dello specchio d'acqua vi erano tratteggiate una serie di lettere colorate in nero:
Insidee Scoop
Al di sotto del tendone una serie di tavoli costeggiavano la strada, feci un respiro profondo e varcai la porta in vetro. Il tintinnio del campanello echeggiò al suo interno, ma nessuno si accorse di me. Non feci caso ad alcun volto, mi soffermai sui manifesti ritraenti uomini, donne, animali e luoghi; intenti ognuno in azioni differenti. Roteai il capo sulla sinistra e notai un bancone rosso riempire lo spazio laterale, dietro di esso un uomo anziano concentrato a preparare gli ordini di due donne sedute sugli sgabelli in metallo lì di fronte. Sulla parete retrostante vi erano una serie di dipinti raffiguranti le tecniche di pittura più varie: acrilico, olio, tempera e decoupage erano quelle più presenti.
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Orme ||
Mistério / SuspenseRachel vive a Littleton, New Hampshire, negli Stati Uniti. Era sicura di sé, decisa a tessere lei stessa la tela che raffigurava la sua vita, certa di potersi prendere beffe del destino. Finché, proprio quest'ultimo, non le ha soffiato in volto, der...