Capitolo 1

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"Signorina!"

Ho la testa appoggiata al sedile quando all'improvviso mi sveglio di scatto sentendo qualcuno urlare nel mio orecchio destro il solo tra i due a non essere occupato da una cuffietta

E' il controllore

"Oh finalmente alla buon ora l'ho chiamata ben tre volte" continua dire con voce irritata

E' così arrabbiato che non mi sorprenderebbe vedere del fumo uscirgli dalle orecchie

Il treno avrebbe potuto deragliare non avrei comunque sentito niente

E' questo quello che vorrei dirgli ma mi rendo conto che è già abbastanza irritato di suo e non voglio peggiorare le cose

Forse se gli offro un po' del thè che ho dentro il termos si calmerà

Possibile che qualsiasi controllore che sia di un treno o di un autobus sia sempre incazzato?

"Mi faccia vedere il biglietto, è meglio per lei che lo abbia"

Già sembra la classica persona che porta rancore, sicuramente se non l'avessi mi farebbe una multa più salata visto che non mi sono svegliata subito

Stoppo la canzone, cerco il sito della compagnia del treno, giro il cellulare e gli mostro il biglietto fatto online

Sbuffa sonoramente, annuisce e prosegue col suo giro

Ci avevi sperato eh brutto arrogante di un quarantenne disperato

Senza volerlo faccio un'espressione disgustata e irritata allo stesso tempo

Ciò che non dico con le parole lo faccio con le mie espressioni facciali

Alzo lo sguardo verso l'orologio posto sulla parete di fronte a me

Le tredici e venti

Manca un quarto d'ora all'arrivo

Ho fatto più di quattro ore di viaggio e sono distrutta

Sono partita da Austin e presto sarò da mia cugina e mia zia a Fuort Whort una piccola città nel cuore del Texas

Quando mia zia mi ha proposto di trasferirmi da loro ho accettato subito

Con il lavoro di cameriera che avevo non sarei riuscita a guadagnare i soldi necessari per pagare l'affitto della casa

Il lavoro avrebbe occupato le mie intere giornate, non avrei avuto tempo per continuare gli studi

Inoltre non riuscivo a sopportare l'idea di stare da sola in quella casa ancora a lungo

C'è una netta differenza tra riuscire a stare da sola e sentirsi sola

Così ho preso le cose più importanti e ho fatto le valige

E' da molto tempo che non le vedo

Quando ero piccola andavo da loro molto spesso sia durante l'inverno sia durante le vacanze estive

Ricordo ancora i pomeriggi passati a giocare nel salotto con le bambole

I pranzi e le cene interminabili delle festività nel grande soggiorno

L'odore dei biscotti che mia zia e mamma preparavano in cucina

Io e Alison che mangiavamo sempre un po' della glassa alle fragole che dovevano metterci sopra

Scaccio quei ricordi in un angolo buio della mia mente sentendo gli occhi farsi sempre più lucidi

Cerco una posizione più comoda sul sedile e tento di rilassare i muscoli tesi

La stazione ferroviaria si trova lontano dal centro della città per questo appena scendo dal treno mi dirigo alla prima fermata del taxi che trovo

Saluto velocemente il conducente e gli indico la strada che devo raggiungere

Mentre percorro i pochi metri che mi separano dai miei familiari mi soffermo ad osservare il paesaggio che il finestrino mi offre

Col passare degli anni la città si è ampliata notevolmente

I vecchi negozi di antiquariato hanno lasciato spazio a bar, piccole librerie, negozi e ad un grande centro commerciale

Un sorriso involontario si fa strada sul mio viso

Non avrei mai pensato che un giorno mi sarei trasferita qui

Poco distante da noi vedo la casa di zia Susan

"Si fermi qui per favore" indico al conducente di parcheggiare vicino all'ingresso

Prendo le valigie dal portabagagli e in men che non si dica mi ritrovo davanti al grande cancello in ferro

La casa é circondata da un vasto giardino a sua volta diviso in due parti da un piccolo vialetto che arriva fino all'ingresso facendo da perimetro

L'erba è stata appena tagliata, le rose sono state annaffiate e l'auto parcheggiata al lato del vialetto è stata lucidata

Mi avvicino lentamente al citofono e lo premo

"Chi é?" mi risponde una donna con un tono calmo e gentile

"La tua nipote preferita" rispondo con tono ironico

"Oh Claer tesoro finalmente!"

Il cancello si apre, percorro velocemente il vialetto e arrivo all'ingresso

"Vieni qui fatti abbracciare"

Più che abbracciare mi sta stritolando

"Zia... non riesc-riesco a respirare" dico a corto di fiato

Si ritira immediatamente e mi guarda con un 'espressione che trasuda tutto il suo dispiacere

"Oh perdonami è che è da anni che non ci vediamo e oh mio dio fatti vedere"

Si allontana un momento e mi fa segno con un dito di girare su me stessa

"Mamma mia quanto sei cresciuta e pensare che fino a poco tempo fa avevi tredici anni e portavi l'apparecchio"

Già beh quello sarebbe meglio non ricordarlo

"Ora invece sarà costretta ad ascoltare le tue lamentele ogni singolo giorno"

Mi giro verso la scalinata e lì una ragazza dai capelli neri e dagli occhi di un azzurro intenso mi rivolge un sorriso a trentadue denti

Alison scende le scale con un andamento sicuro e con una grazia surreale

Io è già tanto se sto in piedi

Appena arriva alla fine della scalinata si precipita verso di me e mi butta le braccia al collo

Ricambio l'abbraccio, ci stringiamo per un tempo che sembra infinito

Il suo profumo alla vaniglia mi invade le narici, non sono una che ama i profumi così dolci ma il suo è stranamente piacevole

Ci stacchiamo, i suoi occhi cercano i miei

Non parliamo, sono i nostri occhi a farlo al posto nostro

"Come se tu non ti lamentassi dalla mattina alla sera" le risponde Susan in modo irritato incrociando le braccia al petto, si rivolge poi a me con un'espressione più dolce

"Scommetto che non hai mangiato niente, ci occuperemo dopo delle valigie adesso mangiamo qualcosa" continua accarezzandomi il braccio

Ben presto ci ritroviamo a pranzare nel soggiorno, Susan mi racconta che domani sarà il mio primo giorno al Dedman College e che Alison mi farà da guida

Parliamo di molti argomenti, ridiamo per battute sciocche e ricordi memorabili

Quando però il mio sguardo si posa sulle sedie vuote poste accanto a loro, il sorriso fa spazio a una linea dritta, la mano destra si serra in un pugno e gli occhi si fanno lucidi

Una mano si posa sulla mia, non ho bisogno di alzare lo sguardo per capire di chi si tratta, la intreccio alla mia in una presa delicata

Domani sarà un nuovo giorno, un nuovo inizio

Spero solo che sarà come me lo sono immaginato

DESIREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora