Continuammo a parlare per un bel po' su quella panchina arrugginita del parco.
Parlammo delle difficoltà del trasloco,
di quello che facevamo durante le giornate qui, in questo paesino piccolo e quasi completamente vuoto.Mi disse che anche lei, nel tempo libero, scrive. È appassionata di letteratura.
Quello che stranamente mi ha colpito di più è che le piace disegnare.
A pensarci, si nota un pochino;
sarà uno stereotipo stupido, ma ha l'aspetto di una che disegna.Ha detto qualcosa sul disegnare vari fumetti, di solito sui piccoli componimenti che scriveva.
È stata una conversazione molto piacevole, sinceramente. Scorreva facilmente, non c'è stato nemmeno un intoppo.
Sono rare le persone così, persone con cui si può parlare di tutto in qualsiasi momento.Sono rare quanto piacevoli.
Tornammo a casa verso le 8; per lei era troppo tardi e doveva preparare la cena.
Ci scambiammo velocemente i contatti prima di salutarci.
Ci mettemmo d'accordo per uscire una di queste sere; le avrei fatto conoscere qualcuno di nuovo.Sono felice di poter finalmente aiutare qualcuno.
Gran parte del tempo lo passo a preoccuparmi per gli altri.
Suppongo che l'abbia fatto anche con lei, senza accorgermene. Forse dovrei smettere, ma non ci riesco.
Ecco, una nuova idea da scrivere. Sono felice.
Tornata a casa, mi fiondo in cucina per mangiare il più velocemente possibile.
Mentre mangio, penso alle possibili cose da scrivere, a un titolo appropriato, a uno svolgimento.Appena finito, corro sulla mia scrivania, prendo il mio taccuino, la mia penna e le mie sigarette.
Mi metto sul solito balcone e, accesa la sigaretta, inizio a scrivere.
"Mi mancavano davvero tanto questi momenti," penso.
Mi mancava davvero tanto questo venticello fresco.
Non freddo, non caldo. Fresco.Sfoglio le lunghe pagine piene di ricordi, che siano belli o brutti, fino ad arrivare a una pagina vuota.
"Luce nascosta" scrivo.
«Non importa quanto mi possa ferire,
amerò sempre con tutta me stessa le persone intorno a me.Anche se il mondo può giudicare sbagliato il mio sguardo,
io cercherò sempre la luce nascosta in ognuno.Forse lo faccio perché, quando ne avevo bisogno,
nessuno ha visto la mia.E non voglio che nessuno si senta mai
come mi sono sentita io.Di tutto il bene che ho seminato,
hanno raccolto solo il più piccolo errore.E così, ora, perdono anche il più grande fallimento,
perché non so se chi sbaglia oggi
prova lo stesso dolore che ho provato io.E forse ho un po' paura
di diventare, o anche sembrare, come coloro che anni fa mi hanno ferito.»Oggi ho scritto di meno, ma ne sono comunque felice.
Sono giorni che penso a pubblicare le mie poesie, ma non ho abbastanza autostima per farlo.
Non dovrebbe importare, eppure per me è una grande paura: non essere accettata.Allo stesso tempo, però, penso che le mie parole possano aiutare qualcun altro.
O almeno, lo spero.
Chiudo il taccuino, butto il mozzicone della sigaretta.
Mi dirigo verso il bagno, con l'intento di lavarmi la faccia prima di andare a dormire.
"Domani mi aspetta una lunga giornata" penso mentre mi avvicino sempre di più alla destinazione.
Appena entrata, mi specchio.
"Ma quand'è che sono cresciuta così tanto?" dico ad alta voce, passandomi delicatamente le mani sul viso.
È spaventoso.
Una settimana fa avevo 13 anni e scrivevo storielle su ragazzini innamorati, sperando che qualcuno venisse autonomamente a leggerle per poi riempirmi di complimenti.
E oggi ne ho 19.
19 anni.
Diciannove.Sono così tanti, eppure sono passati in un batter d'occhio.
Da piccola osservavo le persone della mia età e non vedevo l'ora di crescere. Ora invece vorrei tornare bambina.
È un problema di molti,
troppi,
se non tutti.Bruciamo la nostra infanzia sperando di diventare persone che non siamo e che mai saremo, solo per poi crescere sentendoci prigionieri delle nostre scelte.
Ho quest'idea su noi umani:
nessuno vive effettivamente il presente.
Da bambini ci lamentiamo perché non siamo abbastanza grandi.
Da adolescenti ci odiamo perché non ci siamo goduti l'infanzia.
Da adulti ci lamentiamo perché abbiamo passato l'adolescenza a odiarci.Ci sarà mai un periodo della nostra vita nel quale saremo felici di essere noi stessi?
Non credo.
Non so.So solo che questa mia domanda non avrà mai una risposta precisa.
Chissà se da anziani ce ne faremo una ragione.
Chissà se smetteremo di giudicare tutte le nostre scelte passate.
Chissà se smetteremo di odiarci.
Chissà.
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-Sfumature di nostalgia-
Teen FictionAndrea, una ragazza di 19 anni, conduce una vita serena in un piccolo paesino napoletano. Studentessa di Filosofia all'Università Federico II di Napoli, coltiva una passione innata per questa disciplina. Nel suo tempo libero, ama scrivere, spesso se...