~capitolo 7~

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Narratore pov.
Il sovietico non riusciva a crederci, il regno d'Italia che non voleva risolvere il tutto, il regno d'Italia che si dice che sia un uomo maturo e che farebbe di tutto per far pace con gli altri. Non riusciva a spiegare la rabbia che aveva in corpo gli ribollila il sangue, avrebbe voluto essere amico di Regno e magari poi qualcosa di più, perché si miei cari l'unione sovietica provava qualcosa per il nostro caro re, ma il nostro caro regno no, però questo l'unione sovietica non lo sapeva sperava almeno di avere qualche possibilità.

Il giorno stesso che il russo andò a casa del re decise di tornarsene nella propria dove venne accolto dal figlio più grande: Ucraina. L'ucraino noto immediatamente il mal umore del padre allora decise di chiedere al padre < папа? Cosa hai? Ti vedo arrabbiato> il russo si sedette sul divano e si mise a leggere un libro < Nulla Ucra non ti preoccupare> Il figlio, anche se sospettoso, decise di ascoltare il padre e andare in camera di Russia e lasciare il padre solo.

Il sovietico non accettava di essere trattato in questo modo dal quello, quindi prese decisione che se non si fossero riallacciati i rapporti con le buone allora dovrà usare le cattive. Nessuno lo può fermare, Reich non c'è nessuna traccia, Impero da sola cosa può fare?! Nulla. Questo almeno è quello che pensava lui.

Dopo più di 2 ore trovo il modo perfetto: avrebbe chiesto al fratello di Reich se potesse procurargli una pozione d'amore, poi si sarebbe introdotto nella casa e l'avrebbe messa nel suo bicchiere. L'unione si complimentava della sua intelligenza, decise che avrebbe chiesto a Weimar il giorno dopo tanto ha tutto il tempo del mondo visto che Reich non si faceva vivo.

Peccato che ha torto siccome pure Reich stava cercando di restaurare un rapporto con Regno, ma almeno lui aveva la decenza di non barare. Reich ha sempre odiato barare non l'ho trovata giusto, era un imbroglio sia per te che per il nemico.

erano passate 3 settimana da quando reich passò a "trovare" regno.

In questo momento Reich si trovava fuori con Impero, Era Autunno e cominciava a fare freddo, le foglie dagli alberi cominciavano a cadere e alcuni alberi erano già spogli. I due amici erano in un parco vicino al castello ed erano seduti su una panchina a parlare del più e del meno ed erano coperti da delle belle sciarpe: una marroncina( quella di Reich) e una bianca quella di impero .Non c'era molta gente in giro.
An un certo punto si senti un tuono fortissimo e da lì a poco cominciò a diluviare e i due trovarono una scusa per andare a fare una visita alla cara famiglia Italiana.<Reich, vediamo se sai ancora correre più veloce di me!> Disse la giapponese sapendo che a reich piacciono le sfide. < È una sfida per caso?> Disse il tedesco cominciando a correre <NON PUOI PARTIRE PRIMA!> Disse lei urlando e cominciando a correre.

Arrivarono sotto al portone d'entrata fradici, la Giapponese busso in una sequenza e dopo 10 secondi il portone si aprì portando con se un po' di vento < Non mi abituerò mai a questa cosa, dai entriamo.> Disse Impero stringendosi a se stessa.
I due entrarono e il portone si chiude immediatamente, impero salto per lo spavento.<Reich... tu sai dove andare..? E sai almeno dove si trovano le sale..?!> <No impero non so dove siano le stanze e tanto meno orientarmi dentro questo posto!> Reich cominciava a ad alterarsi, odiava quando la gente gli faceva troppe domande.
I due si avviarono nella prima porta che trovarono,si trovarono in un corridoio: con dei quadri che rappresentavano i paesaggi italiani, dietro a delle tende orate e con gli stendardi. Stavano continuando ad andare dritti, fino a che reich non senti un rumore dietro a uno stendardo si fermò e guardava il pezzo di stoffa.......

Reich pov.
senti un rumore provenire da uno degli stendardi e per curiosità mi fermai a guardarlo per capire se ci fosse qualcuno dietro. Nemmeno il tempo di capire cosa fosse che mi ritrovai per terra sbattendo la testa chiudendo gli occhi per il dolore e vidi una figura nel buio... una figura a me famigliare... una figura che ho sempre odiato in vita mia e che mi ha sempre umiliato... prima che potessi avvicinarmi a lui riapri gli occhi e mi trovai qualcuno sopra che mi puntava una spada contro. <ITALIA! Siamo noi tranquillo!> senti gridare Impero, Italia si levò da me e mi diede una mano ad alzarmi, ero svenuto probabilmente per la botta, mi toccai dietro la testa e senti del sangue. <Scusatemi non vi avevo riconosciuto> Si scusò Italia, gli dissi di non preoccuparsi. <Vi siete intrufolati per la tempesta che c'è fuori vero?> Impero disse di si e Italia ci guardò e disse di seguirlo e noi facemmo come ci disse, ci condusse fuori una stanza,lui entro e poco dopo ci portò dei vestiti puliti. Dopo che ci fossimo cambiati ci portò in un salone e ci sedemmo li parlare o almeno impero e Itty parlavano io stavo seduto e pensavo.
Quando diamine è grande sta casa che ogni volta che qualcuno entra c'è bisogna di uno di loro per andare in giro, pensai.

Non mi sentivo molto bene in quel momento, mi toccai la testa dietro, avevo la mano piena di sangue... non respiravo bene... alzai la testa e vidi gli altri due che mi guardavano non capivo come avevo la vista annebbiata.. inizia a chiudere gli occhi...


















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<REICH!>































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quando riaprì gli occhi mi ritrovai in una stanza che conobbi dopo come infermeria, avevo la testa fasciata e me la sentivo girare tantissimo.
<Reich...> Quella voce.... l'avrei riconosciuta in mezzo a milioni di altri voci, girai la testa e lo vidi era appoggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate. Finalmente dopo anni lo rividi, era sempre più bello la sua bellezza era paragonabile a quella degli dei lui era paragonabile a un dio. Era vestito con una camicia semi trasparente era larga con le maniche a sbuffo e dei pantaloni marroni ed era scalzo, per come era vestito si potevano vedere le sue curve e le gambe lunghe,non smetterò mai dire che lui era un dio sceso in terra.

Mi guardava con quesì suoi occhi verde acceso che potrebbero essere tranquillamente due gemme preziose come lo smeraldo e io lo guardavo con i miei occhi azzurri chiaro come il diamante. Mi si avvicinò e mi tocco la fronte, quel tocco.. mi stavo dimenticando di come erano calde e morbide le sue mani..
<Hai la febbre Reich.> Mi disse dandomi un bacio sulla fronte<Riposati, verrò più tardi> Mi disse con voce dolce e accarezzandomi la guancia, gli presi la mano e gli diedi una bacio all'interno lo vidi arrossire, ritirò la mano e uscì da lì.

~Angolo autrice~

SALVEE ciò messo 3 giorni a scrivere questo capitolo

allora vorrei precisare una cosa che per scrivere l'ultima parte ho preso spunto da una scritto recé che onestamente adoro.

1184 parole

~🌸stqllx

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