CAPITOLO 17

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chapter's song: Padora's Box - NCT127

Jay's POV

«Dai ragazzi non sono dell'umore per andare al karaoke.»
«Onestamente non me frega nulla. Tu adesso vieni con noi.» Dice Heeseung in tono duro.
«Hyung.» Ribatto in altrettanta maniera ma lui non si scompone. Anzi fa un cenno a Sunghoon al suo fianco e mi prendono per le braccia.
«Ragazzi cosa state facendo?» Chiedo ma loro non si preoccupano di rispondermi, mi fanno entrare nel bagno con forza e mi snobbano sotto la doccia aprendo l'acqua gelata.
«Ma io dico, siete impazziti! Cazzo è gelida e mi becco una polmonite sicuro.» Urlo arrabbiato. Mi stanno facendo incazzare da quando sono entrati in casa dieci minuti fa pretendo cose da me.
«Smettila di piagnucolare. Fatti una cazzo di doccia che puzzi per cortesia. Dopo vestiti che andiamo al karaoke a divertirci.» stavolta è Sunghoon a parlare. Provo a fulminare anche lui con lo sguardo ma non lo smuovo di un millimetro, anzi sul suo sguardo compare un sorriso diabolico. Oh no...
«Assicurati che si lavi, torno subito.» Dice per sparire nell'immediato senza dare il tempo a Hee di chiedere spiegazioni. Qualche secondo più tardi torna con due sgabelli neri.
«Dobbiamo parlare. E dobbiamo assicurarci che tu non puzzi o ti venga qualche infezione nelle mutande dato il tuo scarso impegno nell'igiene intima delle ultime ore. E quindi perché non unire l'utile al dilettevole. Ecco qua hyung il tuo sgabello.»
«Sei un fottuto genio Sunghoonie.» Dice esaltante Hee.
«No non è genio. E voi due mi state stancando. Cosa volete da me?»
«Te lo abbiamo già detto. Vogliamo che ti lavi in primis, portarti fuori a svagarti un po'. Ma dobbiamo parlare.»
«Hee di cosa dovremmo mai discutere?»
Entrambi i miei amici sospirano e mi guardano con sguardo di rimprovero. Lo so di cosa vogliano parlare. È da quando me ne sono uscito da casa nostra quel pomeriggio che stanno tentando di capirmi. E mi dispiace non poterne parlare con loro. Mi rendo conto di essere stato un stronzo imperdonabile con Alice, ma anche di esserlo stato con loro per quanto sia stato inavvicinabile e intrattabile negli ultimi giorni.
«Dobbiamo parlare di Alice. Credo che sia una cosa piuttosto importante dato il macello che hai combinato.»
Sospiro e tiro la tenda della doccia. Comincio a spogliarmi e a lanciare i vestiti oltre la tenda che mi separa dai miei amici e apro il getto dell'acqua impostandola sul caldo.
«Volete sentirvi dire che sono stato un grandissimo idiota? Che sono piuttosto sicuro di essere uno str-»
«No Jay non vogliamo sentirci dire questo, perchè lo sappiamo bene. Vogliamo sentirti dire il perché ti sei comportato così.» Dice la voce ovatta di Sunghoon attraverso la tenda.
Sospiro e mi insapona la testa. «Va bene. Mi sono sentito spaventato e minacciato dalla situazione. Una parte di me voleva dirle la verità, ma poi una parte di me si è detto che se le avessi detto ora la verità avrebbe potuto prenderla male. Che si sarebbe allontanata da me perché le avevo mentito per tutto questo tempo.»
«E hai reagito in quel modo perché volevi che lei non sapesse mai la verità e quindi l'hai allontanata tu per evitare che lo facesse lei?»
«Più o meno. Quando le ho detto che Mingi le aveva mentito non avevo pensato che la verità avrebbe potuto farla allontanare da me. Quando ha iniziato a chiedere sono andato in panico e ho fatto in modo che lei smettesse di chiedere, ma soprattutto che non fosse costretta a credere o meno alle mie parole.»
«Beh hyung, fidati non hai risolto un bel nulla, dato che le ragazze dicono che continua a chiedersi perché tu abbia reagito così.» Una parte dentro di me crolla del tutto a sentire quelle parole.
«Vorrei tornare indietro. Molto indietro nel tempo e dirle la verità quando potevo. Mi manca da morire.»
«Lo sappiamo. Lo vediamo come sei silenzioso e ansioso. Guardi il telefono ogni tre secondi. Lo sblocchi ogni volta ed entri nella rubrica cercando il suo numero per chiamarla e alla fine non lo fai mai.»
«Inoltre, ogni volta che chiamiamo le ragazze sentiamo che apri appena la porta per sentire come sta. Pensavi che questo hyung non se ne accorgesse?»
«Forse dopotutto me lo merito.» Dico rassegnato.
«Cosa ti meriteresti di preciso?» Chiedono i due ragazzi.
«Come sia andato tutto ciò. Non mi reputo una persona stupida, o almeno fino a quando i sentimenti non prendono il sopravvento nella mia vita e mando tutto a rotoli.
Forse fin dall'inizio avrei dovuto evitare di fare quegli snack e scriverle i bigliettini. Mi sarei dovuto avvicinare e iniziare a conversare con lei come qualunque persona normale fa. Mi sarei risparmiato tutto ciò probabilmente.»
«Sei un coglione Park Jongseong.» Ridacchia Hee.
«Perchè scusa?» Dico scostando la tenda per guardarlo in faccia.
«Sei un coglione perché adesso dici tanto. "Se tornassi indietro farei così e così" e bla bla. Tutte stupidate.» Dice scimmiottando la mia voce, «La verità è che, per quanto possa essere una scelta discutibile come ti sei mosso con lei fin dall'inizio, evidentemente era così che doveva andare. Probabilmente per come sei fatto e come funziona la tua testolina quando sei innamorato, scrivere dei bigliettini segreti era il tuo modo per provarci con lei e mostrarle i tuoi sentimenti.»
«Secondo me Hee non ha del tutto torto Jay. Insomma non ti ci vedo avvicinarti a lei dal nulla e chiederle qualcosa a proposito dei suoi scrittori russi preferiti, qualcosa che magari avresti letto tre secondi prima di avvicinarti a lei, solo per fare la figura di quello che ne sa. Probabilmente avresti fatto un buco nell'acqua e lei non ti avrebbe mai più rivolto la parola nemmeno per sbaglio.»
«State cercando di tirarmi su il morale?»
«Si nota tanto?»
«Si hyung. E fate molta pena. Mi avete dato del coglione da quando sono entrato in doccia praticamente.»
«Senti non siamo tutti delle Kim Jisoo o delle Mashiko Nari. Apprezza lo sforzo hyung.»
«Va bene va bene. Siete molto gentili in questo arduo compito. Ma credo che alla fine, con il tempo tornerò come prima ma senza Alice nella mia vita.»
«Ti prego torna nella doccia che dobbiamo uscire.» Dicono entrambi all'unisono e tirando la tenda per chiuderla.
[...]
Un'ora più tardi ci troviamo davanti ad un karaoke.
«Perché siamo qua? Non potevamo andare a bere qualcosa?» Chiedo guardando i miei due amici, che al momento si trovano alla mia destra e sinistra. Si stanno guardando sorridenti e mi circondano le braccia iniziando a trascinarmi.
«Perchè avevamo voglia di bere e cantare e quale posto migliore per farlo in sicurezza. Dicono che le salette abbiano le poltrone più comode di tutti i KTV del paese.» Dice Hee.
«Ji mi ha detto che qua ci hanno girato anche un sacco di drama, quindi è di sicuro un buon posto. Ma ora non badiamo a queste cose entriamo!» Urla alzando il braccio indicando l'entrata.
Appena entriamo, ci dirigiamo verso il bancone dove una signora sulla quarantina ci regala un sorriso cordiale di benvenuto. Hee si rivolge alla signora per prima chiedendo se era disponibile una saletta piccola per un lasso di tempo piuttosto lungo.
«Il nostro amico ha bisogno di sollevarsi il morale... non so se capisce.»
«Comprendo bene giovanotto. Prendevi tutto il tempo che vi serve, potrete pagarmi alla fine non c'è alcun problema.»
«Lei signora è diventata tra le mie persone preferite. Tornerò da lei sicuramente!» Sorride Hee e la signora scoppia ridere. Dopo averla ringraziata ci dirigiamo verso la stanza 207.
«Hyung tu intanto entra, noi andiamo a prendere un po' di roba da bere e qualche snack.»
«Ma non possiamo ordinarlo dalla nostra stanza?» Chiedo.
«NO!» Urla Hee, «No non possiamo. Andremo noi due, probabilmente avrei bisogno di una mano a portare tutte quelle lattine di birra.»
«E io cosa dovrei fare nel frattempo scusate?»
«Mettiti comodo, scalda la voce... vedi tu. Ora andiamo, ciao Jay.» Dice sbrigativo Sunghoon e poi esce fuori dalla stanza di fretta con Hee.
Gentili da parte loro. Potevamo passarci prima di entrare come avevo suggerito, però erano così ansiosi di non trovare una stanzetta ancora libera che alla fine siamo venuti qua per prima.
Mi accomodo sul divanetto e prendo in mano l'enorme telecomando per la scelta delle canzoni. Sfoglio il catalogo delle canzoni giusto per passare il tempo.
«Ehi ma che? Ragazze cos-» Una voce femminile entra nella stanza e alzo gli occhi incontrando una ragazza mora parlare contro il vetro opaco della sala.
Sento un click della porta, in segno di chiusura a chiave. Mi alzo in piedi e raggiungo la porta.
«A-Alice.» La chiamo per farle presente che sono lì, dato che era stata spinta all'indietro senza guardarsi intorno. Lei si gira di scatto spalancando gli occhi, poi torna a guardare la porta cominciando a battere i pugni.
«Ragazze aprite questa maledetta porta immediatamente.»
«Hanno chiuso la porta a chiave?» Chiedo stupidamente e mi becco un occhiataccia.
«No mi piace battere i pugni sulle porte ed inveire contro le mie amiche per sport. Ovvio che ci hanno chiuso qua dentro.» Il tono alterato mi fa capire che dovrei mantenere la bocca chiusa se non voglio essere usato come ariete per sfondare una porta. «Vi vedo che siete lì fuori! Vedete di aprire immediatamente! Se non lo fate giuro che brucio i tuoi album Ji e il tuo blocco da disegno Nari!»
«Non credo che lo farai molto presto tesoro.» Dice dalla parte opposta l'ombra di Jisoo.
«Aspetta provo a chiamare i ragazzi, dovrebbero essere qua a breve, forse riescono a convincere le ragazze ad aprire la porta.» Provo a dire con cautela e gentilezza.
«Non farlo. Siamo qua fuori.» Sento la voce di Sunghoon e poi due nuove ombre.
«Potete convincere le ragazze ad aprire la porta, per favore?» Chiedo cercando di mantenere un certo controllo verso la rabbia che sta uscendo nei confronti di quei due disgraziati che ho come amici.
Una quinta ombra entra in scena. Una figura chiaramente maschile che sovrasta le altre quattro.
«Ciao Alice, bello poterti sentire. Jay.»
«M-Mingi? Che ci fai qua?» Chiede Alice al mio fianco.
«Diciamo che stiamo compiendo una missione super importante.»
«Ovvero?» Chiedo io freddo.
«Per prima, imploro il perdono da parte di Alice per essere stato un amico orribile e averle mentito. E poi farvi fare la pace e sistemare questa situazione.»
«Perchè mi avresti mentito?»
«Diciamo che pensavo di aiutare e fare un favore ad uno stupido. Ma tranquilla Jay ti spiegherà tutto, non è così?»
«Non credo proprio. Ti conviene, anzi no, vi conviene farci uscire di qua immediatamente.» Dico in tono furioso prendendo la maniglia muovendola furiosamente su e giù facendo forza.
«Inutile fare resistenza. Rimarrete lì dentro fino a quando non avrete risolto questo casino.» Si intromette Nari.
«Ti conviene stare zitta.» Ribatte Alice arrabbiata.
«Buona conversazione, spero che tu Jay abbia allenato la voce, ne avrai da raccontare ad Alice!» Dice Mingi con un pizzico di ironia nella voce. Poco alla volta le cinque ombre cominciano a sparire poco alla volta.
«Di cosa parlava Mingi poco fa? Perché dovresti essere tu a dirmi perché lui mi ha mentito. E su cosa poi?» Chiede lei girandosi verso di me e guardandomi in faccia.
Ha lo sguardo infuriato ma nei suoi occhi brilla la stessa luce di quel giorno. Quella luce che chiede disperatamente la verità.
Distolgo lo sguardo perché è l'unico modo per proteggermi e non cedere. Mi allontano e mi vado a sedere. Forse mettendo un po' di distanza tra noi farà meno male. So che questa potrebbe una chance per chiarirmi e dirle tutto, ma è troppo curiosa adesso e rischierei di fare più danno che altro.
«Park Jongseong, hai intenzione di dire qualcosa o di praticare il mutismo selettivo per il resto della tua esistenza?» Insiste lei, ma decido di non ribattere.
«D'accordo la smetto. Rimaniamo in silenzio finché non verranno ad aprirci tra qualche ora.» Rassegnata si va a sedere dalla parte opposta del divano.
Per colmare il silenzio decido di far partire la canzone che stavo guardando prima che lei entrasse nella stanza. Quando le prime note iniziano a riempire il piccolo ambiente la sento sospirare.
«Sei crudele lo sai?» Si limita a dire prima di ritornare nel silenzio mentre la voce di JunK dei 2pm ci riporta alla sera in cui il mio cuore ha iniziato a prendere una strada tutta sua.

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