Soltanto una fan?

(R)aptur / (L)oser

"Quindi conterò i miei passi, fatti sopra i sassi.
Anche quelli falsi valgono di più di te che non hai fatto un metro e a volte sembro cieco. Ma guardo e non ti vedo,
rimani indietro"

Il buio si era impadronito di quella stanza lugubre, benché fosse ancora giorno. Rumori sinistri si sentivano provenire da sopra.
Victor spense la sigaretta sul posacenere.
La detestava, con tutto il suo cuore, ammesso che quel muscolo pulsante dentro il suo petto si potesse definire tale.
Ciò nonostante le aveva dato l'idea buona per guadagnarsi un po' di soldi e finirla con la sua vita schifosa che si era ritrovato a fare.
Si rigirò con la sua sedia, per guardare fuori dalla finestra.
Rapire Bieber avrebbe avuto i suoi vantaggi, economicamente parlando. Gli avrebbe tolto tutto quello che possedeva fino a renderlo un miserabile vagabondo in cerca di elemosina.
Non poteva permettersi errori.
Una mossa azzardata e avrebbe mandato tutto a monte, doveva arrangiarsi da solo per quella faccenda, perché sapeva che se avesse chiesto ai suoi scagnozzi, gli avrebbero certo chiesto la loro percentuale di guadagno.
No, lui non divideva niente con nessuno.
Lui pensava per sé e gli altri avrebbero dovuto fare lo stesso. Nemmeno quando era in giovane età aveva mai condiviso qualcosa con suo fratello. I loro amati genitori ci tenevano così tanto a tenerli uniti. Peccato che le preferenze le avessero sempre avute.
Alex, il loro prediletto, quello che andava meglio a scuola, quello che non infrangeva mai le regole, quello sempre ubbidiente.
Solo a pensarci gli dava il voltastomaco.
Lui? Appena maggiorenne aveva deciso di troncare ogni contatto con tutta la famiglia.
Insopportabile famiglia quasi perfetta. Ma presto lo sarebbe stata senza di lui.
Si rammentava quando, appena tredicenne, a scuola, aveva quasi ucciso un suo compagno.
Quel giorno si era portato addietro un coltellino, cosa da niente, come diceva lui.
Era l'ora di ginnastica e Lucas gli fece lo sgambetto mentre correva facendogli perdere la gara, davanti a una giuria importante che li esaminava per definire chi potesse essere all'altezza di partecipare ai campionati giovanili.
Lui ovviamente non era passato. L'unica cosa in cui poteva vantarsi contro il fratello, per essere mille volte meglio di lui, era svanita.
Lanciò uno sguardo carico d'odio verso il suo compagno che stringeva sorridente la mano ai giudici.
Non l'avrebbe passata liscia.
Finite le gare, lo raggiunse negli spogliatoi, assicurandosi che non ci fosse nessuno.

Fagliela pagare.
Nessuno può burlarsi di te.
Nessuno è meglio di te.

Quella vocina nella sua testa. Sembrava una cantilena, impossessadasi di lui.
Così, senza troppi scrupoli, prese Lucas dalle spalle, tenendolo stretto al collo con il coltellino.
Quest'ultimo preso alla sprovvista, iniziò a tremare.

Che goduria.

-Qualcuno oggi è stato poco leale... Non credi?-
-V-Victor...-
-Ah, adesso ti ricordi il mio nome eh?!- pressò di più sul suo collo, facendogli uscire un po' di sangue.
-Ora stammi bene a sentire, lasciami il posto ai campionati e nessuno si farà male. Oh, e per nessuno intendo te- ghignò vittorioso.
-Sc-scordatelo...- riuscì solo a dire il suo rivale.
Ancora più sangue iniziò a gocciolare sul pavimento.
Lucas cercò di dimenarsi, ma inutilmente, la forza di Victor era nettamente più potente della sua.
Decise di arrendersi.
-V-va b-bene Victor... Hai v-vinto tu...-

Come sempre.

-Non ho sentito le tue scuse...- disse con crudeltà.
Voleva sentirselo dire.
-Sc-scusa.-
-Quindi chi è il migliore?-
-T-tu.-
-Tu, chi?-

Dillo, dillo chi è.

-Tu, Victor- rispose il rivale con il poco fiato rimasto in gola.
-Perfetto...-
Lucas fece un sospiro di sollievo, vedendo Victor allentare la presa.
-... Peccato però che non posso correre rischi che tu possa spifferare qualcosa...-
-Non lo farò! Te lo giur...-
Victor in un attimo gli lasciò un enorme e profondo segno sul collo.
Il compagno cadde a terra, grondante di sangue, guardò per minuti interminabili quella scena.