9 - A debet to repay

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Swearin' this will be the last, but it probably won't

- Bad Habits, Ed Sheeran

𝐂 𝐀 𝐓

Per fortuna oggi ho avuto il corso da mezzogiorno alle quattro e mezza e ho potuto dormire qualche ora in più. Dopo tutte le emozioni provate la scorsa sera ho faticato a prendere sonno e, mentre Amy riposava beatamente, io mi sono rigirata sul materasso nel tentativo di trovare la posizione giusta. Anche se il problema principale non è stato quello, ma piuttosto il fatto che non riuscivo a smettere di pensare al contatto del mio corpo con quello di Shane.

E il suo profumo. Quel maledettissimo odore mi si è impresso addosso e anche dopo la doccia continuavo a sentirlo.

Ad interrompere il mio flusso di pensieri è la figura con un casco giallo che sta impalata davanti al portone del mio palazzo. Percorro il breve vialetto e mi avvicino, richiamando la sua attenzione.

«Ehm, scusi, posso aiutarla?»

È un fattorino a constatare dall'aspetto. Legge sul portamoduli. «E' lei Caitlyn Thomas, residente al B7 di questo palazzo?», mi domanda.

Annuisco. «Si, sono io»

«Metta una firma qui». Scarabocchio il mio nome in fondo alla pagina, dopodiché mi allunga una busta nera di medie dimensioni e mi saluta, andando via.

Osservo il pacco confusa e mi gratto il capo. Non mi pare di aver ordinato qualcosa di recente, per cui non ho la minima idea di cosa diavolo possa essere.

Entro nel piccolo condominio e salgo le scale mentre osservo la busta che mi è stata recapitata. È opaca, produce un rumore sordo ed è abbastanza leggera.

Quando varco la soglia di casa lancio il giubbino di jeans sul divano e la borsa fa la sua stessa fine. Sono troppo curiosa di sapere cosa c'è qui dentro.

Dalla stanza in fondo al corridoio emerge Claire, con i capelli scompigliati e la tuta da palestra. «Eri tu a bussare?», sbadiglia, coprendosi la bocca con la mano.

Poggio la busta sul tavolo. «No, era uno delle consegne. Aveva questo per me», le rivelo.

Mi sorpassa per andare in cucina e aprire il frigorifero. «Che hai ordinato?», mi chiede.

Elimino il pezzetto di scotch che unisce le due estremità. «Non l'ho preso io»

Mi affianca, tra le mani regge un bicchiere di succo di frutta. «E allora da dove viene? Non c'è un biglietto?»

Scuoto il capo. Infilo la mano e tiro fuori una scatola di un bel color legno, impacchettata con tanto di fiocco bianco. Il respiro mi si blocca in gola per un momento.

Non ditemi che è quello che penso, perché se così fosse potrei mettermi ad urlare.

Sciolgo il nodo e una scritta in bianco, in caratteri eleganti, mi compare davanti. Grido per davvero, perché è esattamente per queste che sto risparmiando soldi da mesi.

Tolgo il coperchio e la carta sottile, scoprendo le scarpe. Tacco dodici, laccate in vernice nera e suola rossa.

«Sono le Louboutin!», esulto come una tredicenne alla vista della sua celebrity crush. Dio, sto per mettermi a piangere dalla felicità.

Prendo uno dei due e lo tasto, per accettarmi che sia reale. Chi è l'angelo che mi ha fatto recapitare le scarpe dei miei sogni alla mia porta?

«Quale pazzo ha speso settecento dollari per queste?!», s'interroga Claire, incredula. Allunga la mano e pesca un sacchetto velato. Traspare quello che pare essere un rossetto. Claire lo estrae e solleva il cappuccio, mostrando un rosso matto.
Sembra accorgersi di qualcos'altro siccome mi dice: «Aspetta...»
Sul fondo, infatti, c'è un cartoncino bianco e rettangolare piegato in due. Me lo passa e io lo schiudo.

𝐖𝐇𝐘 𝐍𝐎𝐓?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora