La volpe era svelta, ma Dan aveva l'impressione che lo aspettasse. Prima di infiltrarsi tra gli arbusti, l'animale si voltava, per assicurarsi che il ragazzo non la perdesse di vista. I loro sguardi talvolta si incrociavano in quella corsa conturbante.
Dan non sentiva la fatica. L'agitazione era diventata l'ossigeno per sostenere le gambe. Non sentiva nemmeno il dolore che gli artigli degli alberi gli infliggevano. I rami tentavano di allontanarlo dalla profondità del bosco. Lo graffiavano, gli bloccavano la strada. Ma Dan agilmente schivava le grinfie delle ortiche e scavalcava i tronchi caduti a terra.
La volpe si fermò di colpo e drizzò la coda. Dinnanzi a lei si apriva una radura che incorniciava un laghetto ghiacciato. Dan si buttò a terra, sfinito. Non sapeva per quanto avesse corso: aveva l'impressione che, mentre le scarpe affondavano nella neve, il tempo si accartocciasse. Chiuse gli occhi per respirare e quando li riaprì vide Jessie, prima sfuocata, poi sempre più nitida. Danzava nel mezzo del laghetto. Le sue braccia erano ricoperte di sangue e la vestaglia presentava altre macchie vermiglie.
«Jessie, esci da là!» urlò Dan in preda al panico. Non riusciva a muoversi. Le ossa pesavano e i muscoli lanciavano scariche elettriche di stanchezza.
La ragazza lo ignorò.Dan strinse i denti e si alzò con un balzo sbilenco, sfidando il proprio corpo paralizzato. Sentiva delle fitte al cuore, ma non poté far altro che ignorarle e precipitarsi verso il lago. Giunto al centro, afferrò la mano della fidanzata. Il sangue sgorgava dalle vene di Jessie e si insinuava fra le loro dita.
«Lasciami danzare sul ghiaccio» boccheggiò la ragazza in lacrime.
«Ti porto subito in ospedale» gridò Dan. La voce gli stridette, nonostante avesse cercato di sopprimere le proprie emozioni, seminando in sé un pesticida a ogni segnale di intrusione. Provò a uccidere le sensazioni che tentavano di soffocarlo e intingere il cuore nel veleno, alla ricerca di lucidità.
Senza aspettare che l'assassinio si compisse del tutto, Dan prese in braccio Jessie. Curvo, mosse il primo passo verso il sentiero di orme, vestigia della corsa che lo aveva condotto in quel luogo insanguinato."Lasciami danzare sul ghiaccio, ti prego".
Gli sguardi dei due si incontrarono nel momento in cui la volpe si imboscò, lasciandosi inghiottire dal bosco.
"Lasciami morire tra il ghiaccio" bisbigliò la fidanzata. Le labbra tumide si richiusero, forse consapevoli della vanità di quella preghiera sussurrata.
STAI LEGGENDO
L'apparenza
General FictionUna volpe si avvicinò con passi felpati. Dan la vide solo quando sbucò da un cespuglio lì vicino. Si fermò a fianco dell'uomo, priva di alcun timore. Fissava assorta le iniziali incise nella corteccia. I suoi occhi brillavano di una luce sinistra.