Nel nulla

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Il foglio accartocciato cadde dal cestino. Una montagna di bozzetti impediva ai nuovi arrivati di posarsi come neve su di loro. Dan si grattò la tempia nervosamente. La mano non riusciva a imprimere nelle pagine nulla della mente.

Il ragazzo accantonò la carta e posò la mina sulla scrivania. Picchiettò la superficie con la punta per farsi coraggio. Passato qualche istante, la matita curvò, scivolò e si intrecciò, insanguinando di pece il tavolo.

Da quello scarabocchio ne uscì una volpe. Non assomigliava a quella del bosco. Pareva più uno spirito dalla forma allungata, pronto a essere assorbito dalla notte. Le orecchie appuntite, gli occhi bigi privi di luce.

Dan mirò quell'accumulo di tratti lividi e cozzanti tra loro. Lo fissò a lungo, fino a quando le linee spezzate aggettarono al di fuori della scrivania. Non mostrò segni di spavento e nemmeno di sorpresa. Lasciò che si protendessero nell'aria, smussate dai loro spigoli, e lo sfiorassero flemmatiche. Erano tentacoli di grafite, fusti morbidi di piante cineree.

Una lacrima cadde pesante sul dorso della sua mano. Poi un'altra colpì il tavolo, sciogliendo l'occhio della volpe. Dan piangeva a dirotto, circondato da fili intangibili.

L'apparenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora