9 - Nel profondo

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Dave.

Esco dalla doccia facendo gocciolare l'acqua per tutto il pavimento e mi cingo l'asciugamano in vita, mentre Tyler è intento a decidere cosa indossare. La scelta è tra una camicia bianca e una color panna, ma sta fisso di fronte l'armadio già da ben dieci minuti.

«Vieni alla festa stasera?» Mi chiede.
«No, mi vedo con una ragazza. Anzi tu cerca di stare fuori dalla stanza per un po', diciamo almeno tre orette» un sorriso malizioso appare sul mio viso mentre lui alza gli occhi al cielo.
«Chi è?»
«È una matricola, si chiama Evelyn tipo, o qualcosa del genere» non sono mai stato bravo a ricordare i nomi delle ragazze con cui esco, a volte non li chiedo neanche, anche perché poi ognuno prende la propria strada, e chi si è visto si è visto.

«E fammi sapere, come l'hai conosciuta la sventurata?»
«In realtà non ho fatto molto, è stata lei ad avvicinarsi a me e a chiedermi di uscire.»
«Ha le palle la ragazza.»
«Sarà, vedremo stasera, ma a pelle mi annoia, anche se è una gran figa.»
«Se ti ha annoiato sin da subito che ci esci a fare? Forse sei tu il problema se non ti va bene mai nessuna, dovresti cambiare approccio, ma sai già come la penso quindi inutile dilungarsi.»
Lo fulmino con lo sguardo, senza aggiungere neanche una parola.

"Forse la colpa è tua"
Queste parole spesso riecheggiano nella mia mente, con un' insistenza sempre più pesante. Mi incolpo di non riuscire a provare nulla per nessuno, perché purtroppo la noia mi assale sin da subito, e non ci sono i presupposti per portare avanti una conoscenza.
Tyler il più delle volte mi consiglia di provare a conoscerla una persona, uscirci senza pensare direttamente al sesso, ma la verità è che sono fermamente convinto che se la fiamma in me non si accende all'istante, quando i nostri occhi si guardano per la prima volta, e non solo durante il sesso, quello che viene dopo può essere solo un misero fuocherello, destinato a spegnersi con i primi venti sfavorevoli.

Cerca di nuovo di convincermi ad andare con lui alla festa, e magari di portare anche la ragazza, ma le mie intenzioni sono altre.
E dopo essersi finalmente rassegnato, esce dalla stanza mentre io finisco di prepararmi.

Bussano alla porta ed è Evelyn Erickson .
La prima cosa che si nota di lei sono i lunghi capelli rossi e gli occhi di un azzurro cristallino. Indossa un vestito nero, da dove escono due gambe chilometriche e un tatuaggio che ha poco sopra il ginocchio.
"Che spreco" penso, "un vestitino così bello, poterlo indossare solo per poco."

Iniziamo a parlare del più e del meno, di come sia stato difficile andare via di casa, del suo colore preferito, di quanto le piacciano i dolci, della musica che ascolta, e di quanto l'abbia fatta piangere quel film... Che noia.

E quando sta per iniziare a parlare del suo cane e di quando le mancasse, per zittirla, mi alzo e faccio dei passi verso di lei, l'afferro per la vita e inizio a baciarle il collo.
Deve essere alle prime armi, me ne accorgo dal tocco spaventato e impacciato delle sue mani sul mio corpo.

Le apro la cerniera del vestito, lasciando che questo scivolasse a terra.
Le mie mani corrono lungo la sua schiena, e poi sui suoi fianchi, e dopo ancora passo le dita sotto gli elastici delle mutandine in raso.
La spoglio, e la guardo completamente nuda davanti a me. Leggo l' imbarazzo sul suo viso, e ciò mi eccita ancora di più.
Dopodiché mi spoglio e mi avvicino a lei, in modo che i nostri corpi nudi si toccassero, senza più le barriere dei vestiti.

All'improvviso però si stacca dal mio corpo e con un filo di voce mi confida
«È la mia prima volta Dave.»

Mi guarda come se si aspettasse che le dicessi cosa fare, ma le parole non sono mai state il mio forte.
Allora riprendo a baciarla più intensamente, indietreggiando verso il letto e lasciando che si stendesse.
Afferro un preservativo nel cassetto vicino il comodino e lo indosso.
La mia bocca inizia a scendere sui capezzoli turgidi, ed inizio a baciarli, mi scappa un morso ma sembra esserle piaciuto parecchio.

La mia lingua scende sull'interno coscia, per poi salire un po' più su. Poggio la mia lingua umida sul suo clitoride ed inizio a leccargliela prima fuori, lentamente, mentre ansima.

E quando sento che si sta bagnando sempre di più le entro dentro con un solo dito, facendole scorrere dentro e fuori, mentre la mia lingua continua a fare movimenti circolari.
Sento il tremolio delle sue gambe mentre mi tiene con le mani la testa tra le sue gambe.

Quando i versi si fanno più forti, mi fermo.
L'afferro per il collo e torno a baciarla, mentre con l'altra mano struscio il mio cazzo intorno alla sua vagina, diventato durissimo, senza però entrare.

«Pregami, altrimenti non entro.»
«Dave dai» la voce tremante non le permette di dire molte parole
«Pregami o me ne vado»
«Ti prego Dave»
«Ti prego cosa?»
«Ti prego entra dentro di me»
A quelle parole impazzisco e lo infilo all'improvviso, iniziandola a scopare così forte che inizia a lacrimare e a urlare il mio nome.
Poi rallento fino a fermarmi, senza toglierlo da dentro.
«Lo senti puttana? Dentro di te, ed è ancora durissimo.»
«Sì Dave, scopami ancora ti supplico.»
Mi ficca le unghie nella schiena e non ci vedo più.
«Girati. Mettiti a pecora ora.»
Lei ubbidisce agli ordini e inizio a chiavarla più forte di prima, riuscendo a ficcarlo nel profondo, e tirandole i capelli.

«Puniscimi Dave»
«Puttana non dirmi cosa fare»
Inizio a darle degli schiaffi così forti da lasciarle il segno sul culo.

La mia vista improvvisamente si appanna, es inizio a sentire un calore sempre più forte nel bacino, finché non vengo.

«Mi manca poco Dave»
«Non dire altro, resta così.»
Torno a leccargliela con lei sopra la mia faccia, assaporando i nostri sapori mischiati, fino a quando urla che sta venendo per poi accasciarsi vicino a me.

«Ora vorrei dormire un po', è meglio che vai»
«Potremmo dormire insieme» si mette sopra di me, ancora svestita, e si avvicina per baciarmi.
La sposto e mi alzo, mentre cerco i miei vestiti sparsi per la stanza e aspetto che lei faccia lo stesso

«Ci rivediamo domani?»
«Non devo uscire con i miei amici»
«Allora dopo domani.»

Mi vesto e apro la porta, non curante fosse ancora nuda sul mio letto.
«Per favore vai, ho bisogno di dormire.»
Finalmente si veste di fretta e se ne va, lasciandomi da solo.

Lies and Betrayals: bugie e tradimenti Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora