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Dopo un intero pomeriggio passato a sistemare le ultime cose, finalmente chiudo la valigia, ma la sensazione di aver dimenticato qualcosa continua a tormentarmi come un tarlo nella testa.
«Se manca qualcosa, lo comprerò là», mormoro a me stessa.
È una di quelle frasi che tutti ripetiamo almeno una volta nella vita, un modo per liberarsi dal caos di vestiti e scarpe sparsi sul letto.Il telefono squilla, interrompendo i miei pensieri. È Lara Lee, la mia migliore amica dai tempo dell'asilo. Sentirla mi riporta sempre a quando eravamo solo delle bambine, e la vita era fatta di giochi e innocenza.
Il ricordo di come ci siamo conosciute è ancora vivido, impresso nella mia mente.
Da piccola ero abbastanza timida e avevo una sola amica, Marie, ma quel giorno aveva la febbre e io mi ritrovai sola, a vagare in giro per il cortile dell'asilo, alla ricerca di margheritine per fare una coroncina da darle appena sarebbe guarita. Raccoglievo ogni fiore con cura, per non danneggiare i delicati petali.I lacci delle scarpe però erano sciolti, e io non ero ancora in grado di farli ma mi ostinavo a non voler indossare quelle con gli strappi. Chinandomi per raccogliere un fiore, inciampo sul muretto ruvido dell'aiuola, precipitandomi a terra tra terra e sporcizia.
Quel giorno ricordo anche che indossavo i miei pantaloni preferiti, erano blu con una stellina ricamata da mia mamma sulla tasca, per rattoppare un vecchio buco. Avrei potuto comprarne un altro, ma quello era speciale. Purtroppo si strapparono, lasciandomi il ginocchio sbucciato.Non riuscivo a trattenere le lacrime,non so se più per lo spavento o per i pantaloni che avevano bisogno di un'altra toppa.
Mentre le lacrime solcavano il mio viso arrossato, rendendolo umido, sbuca una figura davanti a me che quasi copre il sole: aveva il viso piccolo, adornato da lunghi capelli castani, e gli occhi, nonostante fossero neri come il buio, brillavano di una luce intensa.
Era Lara.«Domani ti sarà passato. E se sei fortunata ti uscirà anche una cicatrice bellissima di cui vantarti.» mi rassicura, poggiandomi un fazzoletto sulla ferita.
La cicatrice mi è rimasta, ma nessuno mi ha mai fatto i complimenti.
Mi sono asciugata le lacrime, e abbiamo iniziato a cercare le margherite insieme, mentre mi spiegava quale fosse il modo corretto per raccogliere i fiori, evitando di disturbare le fate che dormivano tra i fili d'erba.
Conserviamo ancora i fiori, racchiusi in una collana con il ciondolo in resina, che portiamo sempre al collo.
«Pronto B, questa birra non si berrà da sola, muoviti.»
«Lo sai che non bevo...»
«Siamo già tutti qui.»
Prendo la borsa poggiata sul letto insieme ai vestiti che ho deciso di lasciare qua, e scendo.«Che hai?» Mi domanda appena mi vede, senza che io dicessi nulla, soltanto scrutandomi in viso.
«Nulla» accenno un sorriso, confusa da quella domanda. Nel frattempo saluto tutti i miei amici seduti al tavolo, intenti ad ascoltare i classici discorsi di Josh Jensen.
«L'ho portata in una strada in mezzo alle campagne e l' abbiamo fatto. Ma ora si è accollata e non so come togliermela di dosso. Dopo avere provato il mio cazzo però non posso darle torto.»
«Sei disgustoso Josh» afferma Lara, con un fare divertito e consapevole di non essere uno stinco di santo.
«Volevi esserci tu nei sedili posteriori con me? Fa per mandarle un bacio.»
Lara alza gli occhi al cielo e inizia a ridacchiare.Quei due si stuzzicano sempre, non capisco come abbiano fatto a non finire a letto insieme.
Josh poi è un bellissimo ragazzo, il problema è quando apre la bocca.Io intanto ascolto in silenzio quei racconti che ormai non mi fanno né caldo, né freddo, sono semplicemente abituata a tanta stupidità.
Sento gli occhi addosso di Lara, che cerca di captare qualche informazione dalle mie microespressioni facciali. Ma faccio finta di non averlo notato, sperando che si arrendesse prima o poi. Speranza vana in quanto la conoscessi fin troppo bene.
Mi prende in disparte e senza neanche darmi il tempo di chiederle cosa volesse:
«Dovresti parlargli e dirgli apertamente che il sesso tra voi non funziona.»
«Ma di cosa stai parlando?» domando turbata.
«Sei troppo stressata si vede. E una persona che fa del buon sesso non ha quella faccia.»
«Che ha la mia faccia che non va?»Se c'era una cosa che stimavo ma che allo stesso mi irritava di Lara era la schiettezza.
«Hai un viso stanco.»
«Ho passato questi giorni a fare la valigia e a sbrigare le ultime cose, quindi sì sono un po' stanca» Ammetto, per non farla preoccupare.
«Nono, un altro tipo di stanchezza. Stanchezza da non-sesso soddisfacente.»
Faccio una smorfia e spalanco gli occhi per farle capire di abbassare la voce. Poi mi soffermo a pensare a come è una faccia da non-sesso soddisfacente
«Ti fai troppi problemi B, pensi troppo a quello che dice o vuole la gente piuttosto che pensare a cosa vuoi tu» la ascolto senza dire una parola perché so che infondo ha ragione.«Piuttosto tu cosa mi racconti? Come va con quel ragazzo?» cambio discorso perché mi sentivo sotto esame.
Fa spallucce.
«Abbiamo chiuso, la cosa stava diventando troppo seria e noiosa, peccato non si possa restare sempre nella fase iniziale di una conoscenza: tanto sesso e poco impegno. Però forse è proprio la brevità ad essere l'essenza stessa della bellezza. Rischierebbe di diventare noioso poi.»
«Sei la solita» ridacchio.
Mi poggia la mano sulla spalla «Sono seria B, rivedi le tue priorità.»Nate non le era mai piaciuto. Ma non come persona, perché lo reputa un bravissimo ragazzo, ma è sempre stata convinta che non facesse per me e io per lui.
Dice che un carattere calmo come il suo, mi appiattisce. Ma forse ero semplicemente io ad essere una persona equilibrata.
Andranno al college insieme, e spero che frequentandosi di più possa cambiare idea sul suo conto.Si fa abbastanza tardi, molti di noi avrebbero cominciato il college all'indomani, quindi ci salutiamo calorosamente, con la speranza di riuscirci a vedere ogni tanto.
Mentre cerco le chiavi dell'auto, sento una voce chiamarmi.
Mi giro ed era Carter Clark, uno dei ragazzi del gruppo con cui ho legato di più.
«Volevo salutarti per bene prima di partire» mi abbraccia stringendomi forte a sè, come se non volesse lasciarmi andare.
Lara ha sempre ritenuto che avesse una cotta per me, ma io non l'ascoltavo. Essendo il suo migliore amico però, posso immaginare che lui le abbia detto qualcosa a riguardo, ma per me è solo un amico a cui voglio molto bene.
In più a Nate non piace, perché è dello stesso avviso.
«Ho qualcosa da darti» mi porge un pacchetto nero con un piccolo nastro bianco. Lo apro ed era una penna stilografica.
Il padre di Carter lavora per un'azienda che le produce.
«Tutti gli avvocati hanno una penna di classe »esita un istante prima di parlare, scegliendo con cura le prossime parole da usare «quando mi difenderai in tribunale, non accetterò che userai una semplice bic.»
Guardo la penna, effetto legno con gli intarsi dorati, di un'eleganza unica.
«Mi mancherai, spero che così mi penserai.»
«Saremo abbastanza vicini, continueremo a vederci tutti quanti.»
Vedo scomparire dal suo viso il luccichio che aveva negli occhi.
«Sicuramente!» accenna un sorriso, ma non sembrava soddisfatto dalla mia risposta.Ci salutiamo di nuovo, questa volta definitivamente e torniamo nelle nostre case.
Tra poche ore sarebbe suonata la sveglia, e mi aspettavano lunghe ore di viaggio.Abbiamo sbloccato tre nuovi personaggi Lara, Carter e Jack. Chi è il vostro preferito?
Chissà cosa bolle in pentola tra Lara e Jack, vedremo...Oggi pomeriggio la revisionerò, per correggere eventuali errori. Buona lettura 🌈
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Lies and Betrayals: bugie e tradimenti
Novela JuvenilBeatrice Bailey ha una vita tranquilla: una famiglia amorevole, molti amici che le vogliono bene e Nate - il suo fidanzato - con cui sta da quando erano piccoli. Le sue certezze andranno in frantumi quando incontrerà Dale Davis: il ragazzo più ambi...