«Eccoli, sono loro!» la voce squillante e al settimo cielo di Chuck lo investì come una brezza fresca in una giornata afosa.
Thomas e Minho stavano trasportando Alby, ancora svenuto, guidati dal Velocista che sapeva orientarsi alla perfezione in quel maledetto Labirinto ed era riuscito a trovare la porta senza alcun problema.
I Radurai presero a esultare contenti e quando i due varcarono la soglia vennero aiutati a sorreggere Alby.
«Hai visto i Dolenti?» chiese Chuck incredulo rivolgendosi a Thomas.
«Sì, ne ho visto uno»
«Non l'ha solo visto, lo ha ucciso» per la prima volta Minho si era rivolto a lui senza usare un tono negativo.
Poco dopo i ragazzi stavano già portando Alby in Medicheria, ma Thomas non poté seguirli a causa della stanchezza che lo costrinse a gettarsi per terra, sull'erba, a peso morto.
Impiegò qualche minuto per far tornare il suo respiro normale e mentre se ne stava disteso a pancia in su vide Chuck entrare nel suo campo visivo.
Il ragazzino lo guardava dall'alto tutto sorridente e poco dopo lo aiutò ad alzarsi «Sono contento che non siate morti lì dentro»
«Sono contento anche io» disse il ragazzo più grande mettendogli una mano sulla spalla.
«Cavolo, era da tanto che non vedevo Newt così in ansia per un Novellino»
Thomas non sapeva se Chuck avesse detto quella frase a voce troppo alta, come se si trattasse di un pensiero che doveva tenere per sé.
In ogni caso fece finta di nulla, alla fine era più probabile che il ragazzino avesse soltanto frainteso e che Newt fosse spaventato di perdere Alby e Minho, di certo non una persona che conosceva da due giorni come lui.«Vi rendete conto di quello che è successo?» stava dicendo Gally furioso.
Il ragazzo aveva insistito per convocare un'adunanza nel Casolare, si trattava di una costruzione in cui i ragazzi discutevano o prendevano decisioni tutti insieme.
Nessuno disse una parola.
Gally sbuffò «Le cose stanno cambiando. Prima Ben viene punto in pieno giorno, poi Alby e adesso l'ultimo arrivato ha deciso di entrare arbitrariamente nel Labirinto» gli lanciò uno sguardo truce «È una chiara violazione del nostro regolamento»
La tensione venne spezzata dalla voce di Frypan «Sì, ma ha anche salvato la vita a Alby»
Gally fece finta di nulla, come se ciò che il compagno aveva appena detto non avesse importanza «Per più di due anni noi abbiamo convissuto con quegli esseri e lui ne ha ucciso uno. Chissà cosa potrebbe comportare»
«Cosa proponi di fare allora?» chiese Newt che se ne stava in disparte con le braccia incrociate.
«Deve essere punito»
A quell'affermazione si sollevarono delle frasi di dissenso da parte degli altri ragazzi.
Newt aveva assunto una postura più composta «Minho, tu eri con lui. Cosa dici?»
«Il punto è che, da quando siamo in questo posto nessuno ha mai ucciso un Dolente. Io me la sono dato a gambe, mentre il Pivello è rimasto ad aiutare Alby» Minho lanciò uno sguardo verso di lui «Non so se sia coraggioso o stupido, ma in ogni caso ce ne vorrebbero come lui. Nominiamolo Velocista»
Il cuore di Thomas fece un balzo nel petto. In tutta onestà non si sarebbe mai aspettato una proposta del genere.
Gally, invece, non la pensava affatto come il Velocista «Mi stai prendendo in giro?» si avvicinò minaccioso a Minho.
Newt intervenne per allontanare i due che sembravano sul piede di guerra «Okay, okay. D'accordo. Prenderemo in considerazione la tua proposta Minho. Nel frattempo dobbiamo occuparci di Alby»Quella riunione venne sciolta senza che Gally ne uscisse vincitore e cioè senza che ottenesse il consenso per una punizione a Thomas.
Quest'ultimo, dal canto suo, ne fu molto contento.
Quel ragazzo gli dava sui nervi.
Era calata la sera e tutti stavano mangiando in rigoroso silenzio.
Thomas scorse la figura di Newt e decise di punzecchiarlo un po'.
In fondo, dopo la sera precedente, aveva bisogno di qualche minuto di svago.
«Pensavo che nulla potesse scalfirti. O almeno, non pensavo che un novellino come me potesse farlo»
Il ragazzo biondo cercò di non dare a vedere che aveva sobbalzato dato che non si era accorto dell'arrivo di Thomas; lui, in ogni caso fece finta di non aver sentito cosa gli aveva detto.
«E dai, Chuck mi ha detto che eri preoccupato per me quando sono entrato nel Labirinto»
«Chuck non sa di che parla» insistette lui.
Thomas voleva solo scherzare; in un posto del genere, in una situazione del genere, era essenziale terminare la giornata con delle chiacchere leggere che permettevano anche solo per un attimo di non fargli pensare al casino in cui si trovavano.
Ma Newt non sembrava dello stesso parere.
«Okay scusa, non volevo metterti in imbarazzo. La verità è che mi ha fatto piacere sapere che qualcuno si è preoccupato per me, considerando che sono l'ultimo arrivato»
«Va bene, d'accordo. Ero in pensiero» ammise finalmente il ragazzo «Anche perchè lì dentro con te c'erano due dei miei più cari amici» ci tenne a puntualizzare subito dopo.
«Però eri comunque in pensiero per me, un Pivello che conosci solo da un paio di giorni»
«Il fatto è che da quando sei arrivato ho provato una sensazione strana, di familiarità» borbottò il ragazzo biondo.
Stava dicendo sul serio o lo stava solo prendendo in giro?
Poteva essere solo una coincidenza ma qualcosa gli diceva che non era affatto così. Anche lui aveva avuto la stessa sensazione il primo giorno che era arrivato.
«È possibile che ci conoscessimo prima di essere mandati qui?» quelle parole gli uscirono di botto, senza che lui avesse il tempo di rendersi conto della domanda che gli aveva appena fatto.
Newt non si voltò verso di lui, rimase a guardare dritto davanti a sé.
«Non lo so. Il mondo è così grande, sarebbe una coincidenza assurda, non credi?»
La voce di Newt era diversa, o forse era stata solo una sua sensazione.
Thomas decise che per quella sera avevano parlato abbastanza, quindi si alzò e disse che sarebbe andato a dormire.
«Comunque grazie» disse d'un tratto Newt «Grazie per aver salvato Minho e Alby»
Lui gli fece un cenno con la testa per poi dirigersi verso la sua amaca.«Thomas»
Riconobbe all'istante la voce che lo chiamò.
Aveva il nome di quella persona sulla punta della lingua, eppure non riusciva a visualizzare il suo viso.
Venne investito da improvvise immagini di uno strano posto, sembrava un laboratorio.
Era piccolo, aveva 9 o 10 anni.
Non si era visto allo specchio ma sapeva che era così.
Sentiva le voci di alcuni suo coetanei ma non riusciva a vederli.
La voce di prima lo chiamò di nuovo.
Thomas si voltò e per un attimo vide qualcuno davanti a sé.
Ma quell'istante durò troppo poco e lui si svegliò di soprassalto.Nonostante la persona del sogno apparì solo per qualche secondo Thomas credeva di sapere di chi si trattasse.
Non ne era certo al cento per cento ma quello spiegava perchè si sentiva in quel modo.
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Newtmas || Ricorda ||
Fanfic*Seconda storia appartenente alla quadrilogia sulla Newtmas* Thomas arriva nella Radura tramite un'ascensore ma, soprattutto, senza ricordare nulla. Non ricorda come ci sia arrivato, nè alcun particolare del suo passato. In quel posto non é solo, ci...