6. Ci stavamo aspettando a vicenda

1.2K 53 161
                                    

HELENA

Una volta a casa entro in salotto, mi guardo intorno ma non c'è nessuno.

Raggiungo la camera da letto dei miei genitori, mi sporgo e trovo Jayce seduto sul letto che si sfila le scarpe. Lo osservo e perché non si rende conto che sono qui.

Ha gli occhi fissi su un punto indefinito, non ha neanche acceso la luce della stanza.
«Guarda cosa ti ho portato.» sollevo il cartone di pizza e lui sussulta, risvegliato dai suoi pensieri. Mi guarda e dopo un paio di secondi sorride, come risposta mi aspettavo proprio un sorriso e una volta ottenuto ricambio.

Lo raggiungo. Lascio tutto sul materasso al suo fianco e mi avvicino, gli sfioro il viso con le mani, faccio in modo che sollevi lo sguardo su di me e osservo mentre i suoi occhi riflettono la luce emanata dall'esterno.

«Tutto okay?» chiedo, lui mi cinge il busto con il braccio e avvicina il mio corpo al suo, appoggia la testa sulla mia pancia. Rimango in piedi davanti a lui e non emetto suono, passo la mano dietro il suo collo e lo avvicino a me.
Mi sento come una madre che si prende cura del suo bambino, provo a reprimere una risata notando questa strana somiglianza.

Quando vorrà parlarmi, sarò qui.
«Quando hai voglia di parlare, sono qui.» ripeto le parole nella mia testa.
Non si muove di un millimetro, mi stringe ancora più forte.

Jayce non parla molto di sé, soprattutto di quello che pensa. Sembra un ragazzo estroverso, stronzo ed egocentrico ma è solo apparenza, quella che tutti definirebbero una corazza per proteggere il ragazzo che, in realtà, non ha mai voluto mostrarmi.

«Hai fame?» chiedo. Annuisce ispirando il mio profumo, si mette in piedi e incastra il viso nell'incavo del mio collo. Serra i miei fianchi avvicinandomi.

«Vuoi guardare un film? Gli altri di sicuro tornano tardi.» continuo, annuisce una seconda volta. È così carino. Prendo la sua mano e gli faccio segno di raccogliere i cartoni della pizza. Una volta in salotto lo faccio sedere sul divano di fronte alla televisione.

Vado in cucina a cercare dei bicchieri e delle posate, nel mentre gli racconto quello che è successo pochi minuti fa: «Una ragazza ti ha rubato il posto per provarci con Zavier.»

«Zavier è quello che mi guarda sempre male?» domanda spostando lo sguardo sulla mia figura. Annuisco. Non ha ancora imparato i nomi dei miei amici o semplicemente non vuole farlo. E se odiasse anche loro?

Loro non lo odiano, tutti, tranne Kye sembrano propensi a renderlo parte del gruppo e la cosa non può che rendermi felice. Il problema, oltre a mio fratello, è che lui non sembra avere intenzione di integrarsi.

Lo so che non gli interessa niente della ragazza o di Zavier ma mi pone lo stesso delle domande: «E lui non ha detto niente?»

Sollevo le spalle. «Non lo so, sono andata via. Ma dubito, Zavier è molto riservato e una relazione sembra l'ultimo dei suoi obiettivi.» spiego, annuisce leggermente e sposta los sguardo sullo schermo della televisione.

Quando torno da lui noto che sta cercando un film, «Cosa metto?» chiede. Sollevo le spalle. «Va bene qualsiasi cosa. Metti il tuo film preferito dato che l'altra volta abbiamo messo il mio.»

Annuisce e si sofferma su Interstellar. Mi metto a ridere. Lui mi scruta per qualche istante senza dire una parola. «Questo è il tuo film preferito?» indico lo schermo e lui annuisce. «Si, perché?»

«È il film preferito di Kye.» mormoro. Si odiano ma sembrano avere un sacco di cose in comune, potrebbero essere buoni amici, eppure...

Non appena sente che è il film preferito di mio fratello cambia. Sospiro e scuoto la testa. Mi metto seduta di fianco a lui, appoggio i bicchieri e i tovaglioli sul tavolino di fronte a noi e apro i cartoni della pizza. Fa partire un horror e sento già il cuore bombardare il mio petto. L'horror è il genere di film che odio di più.

RelentDove le storie prendono vita. Scoprilo ora