7. Troveremo un modo

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RIVER

Conosco Kye da più di sette anni e non l'ho mai visto reagire in questo modo. Non l'ho mai visto così incazzato, tranne quella volta nello spogliatoio, dove ha picchiato per la prima volta qualcuno.
Per un ragazzo come lui, tranquillo che semplicemente ignora i problemi quando gli vengono presentati davanti, dare il via libera a reazioni esagerate come questa è strano, inaspettato.
E nessuno di noi se l'aspettava.

All'infuori di Jayce che, a quanto pare, non attendeva altro. Infatti ora sorride, non riesce a trattenere un sorrisetto compiaciuto davanti alla faccia di Kye.

Siamo in salotto, io e Helena stiamo provando a medicare le ferite che si sono procurati e che dovremmo ignorare perché hanno litigato per una stupidaggine.

Kye si siede sul bancone dell'isola nonostante le tre sedie poste davanti, Helena mi ha passato le cose che mi servono per medicarlo, dato che lui si guarderebbe allo specchio e ignorerebbe anche le ferite. È indifferente alle emozioni negative, al dolore e qualsiasi cosa possa rovinargli il suo umore già costantemente pessimo.

Gli sfioro il naso, «Dimmi se ti fa male.»
«Non mi fa male.» dice ancora prima che io possa toccarlo.

«Stai sanguinando come minimo ti dovresti contorcere sul pavimento per il dolore.»
Mi lancia uno sguardo dopo aver fissato il soffitto per tutto il tempo pur di non lasciare che la calma gli sfugga ancora una volta. «Sto bene.» dice.

Non è vero. Sta stringendo il pugno intorno al bordo del bancone, ha le nocche bianche ma non dice niente. Non vuole dire niente per non dare a Jayce la soddisfazione di fargli sapere che ha vinto. Ma il suo orgoglio lo acceca e gli impedisce di vedere che anche senza dire niente il suo naso è conciato peggio del viso di Jayce.

Di nascosto prendo la sua mano e gli faccio segno di stringerla se gli fa male. I suoi occhi diventano subito lucidi ma ingoia le lacrime e spezza il nostro contatto visivo.
Gli sfioro piano il naso, solo per controllare che non sia rotto. Da qualche parte ho letto che toccandolo si potrebbe capire se il danno è grave o no. Ma sembra tutto apposto, tranne, ovviamente, il sangue.

«Vuoi vedere il medico?» chiedo. Scuote subito la testa. «Sto bene, Riv.»
Sospiro.

Il suo orgoglio mi dà così fastidio che gli tirerei un altro pugno sul naso.

Lancio uno sguardo ad Helena: i suoi capelli sono sciolti, le ciocche scure ondeggiano, si sporge in avanti verso Jayce e osservo la curva della sua schiena scoperta, indossa dei pantaloncini sopra il costume da bagno. Il suo profumo sa di fragola, mi chiedo se Jayce riesca a sentirlo così vicino a lei perché io a diversi metri da lei lo sento riempirmi i polmoni. Sfiora Jayce con delicatezza come se avesse paura di spezzarlo, mi sono sempre chiesto come sarebbe essere sfiorati da lei.

Sposto lo sguardo su Jayce che ci sta già osservando. Sta guardando Kye, con un pizzico di divertimento negli occhi e strafottenza nel modo in cui sorride. Il ragazzo davanti a me però lo ignora.
Lanciò un ultimo sguardo a Jayce. Anche a lui servirebbe un bel colpo in testa. Sospiro.

«Chiedigli scusa.» ordina Helena a Jayce. Lui distorce la bocca, non ha ferite gravi sul viso ma si stringe l'addome con un braccio, l'ha coperto con una maglietta, probabilmente si è fatto male soprattutto lì quando Kye l'ha scaraventato a terra.

«Ha iniziato lui, non faccio proprio niente.» Jayce la osserva dall'alto.
Gli occhi di Helena sembrano ancora più grandi quando lei solleva la testa per guardarti. Sento quello sguardo come se lo stesse rivolgendo a me.

Ho appoggiato il ghiaccio sul naso di Kye che però lo sposta per intromettersi. «Tu mi hai rubato il posto.»

Gli faccio segno di stare zitto.
«Vi rendete conto che vi siete picchiati per colpa di una sdraio?» li guardo entrambi nella speranza di far capire l'infantilità dei loro gesti. Hanno litigato proprio come due bambini.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 4 days ago ⏰

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