(ll) La sfida.

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<<Il n’y a pas d’amour, il n’y a que des preuves d’amour.>>

(Non esiste l’amore,
esistono le prove d’amore)

CALLIOPE.

Il giorno inizia sempre con il suono delle onde che si infrangono a riva. La mia sveglia, un vecchio orologio a carica manuale ereditato da mia nonna, ticchetta silenziosamente sul comodino, ma è il fragore del mare a segnare l'inizio della mia giornata. La mia casa, un'elegante villa affacciata sulla costa, è il mio rifugio fin da bambina. Amo il modo in cui il profumo salmastro dell'oceano riempie ogni angolo, penetrando anche nei miei sogni più profondi.

Questa mattina, mentre mi preparo per la scuola, sento un nodo di tensione nel petto che non riesco a spiegare del tutto. Il quinto anno è iniziato solo da un giorno, e già qualcosa di diverso sembra aleggiare nell'aria. Come ogni mattina, mi siedo alla mia toletta, spazzolo i miei capelli scuri e li lego in una coda bassa. I miei occhi azzurri scrutano il riflesso nello specchio, cercando qualche indizio di ciò che sta per accadere. La sera prima, ho avuto un incontro inaspettato con Lauren Dubois, la nuova professoressa di francese, e l'eco di quell'incontro mi perseguita ancora. Eppure, una parte di me è impaziente di rivederla, come se una sottile corrente di elettricità attraversasse ogni pensiero che la riguarda.

Indosso l'uniforme scolastica con movimenti automatici, poi scendo in cucina, dove mia madre sta preparando il caffè.

«Buongiorno, Calliope

mi saluta, offrendo un sorriso che illumina il suo viso.

«Buongiorno, mamma,»

rispondo, prendendo una fetta di pane tostato dal tavolo e spalmandola con un sottile strato di burro. Non mi sento particolarmente affamata, ma il caffè fumante che mi porge è sufficiente a risvegliare i miei sensi ancora sopiti.

«Hai dormito bene?»

Mi chiede, sorseggiando il suo caffè con un'aria assorta.

«Abbastanza

mento. La verità è che la mia mente non ha smesso di rielaborare l'intera giornata precedente, cercando di trovare un senso in quell'incontro con la professoressa Dubois. Ma non ho voglia di parlarle di lei, non ancora.

Dopo aver finito la colazione, prendo lo zaino e mi incammino verso scuola. Il tragitto lungo la costa è sempre piacevole, soprattutto nelle fresche mattine di settembre, quando l'estate è ormai un ricordo e l'autunno inizia a fare capolino. Mentre cammino, ripenso ai miei piani per l'ultimo anno di liceo. Ho sempre immaginato che sarebbe stato un periodo di pura libertà, di leggerezza prima di entrare nel mondo adulto. Ma ora, l'ombra di Lauren Dubois sembra offuscare quella visione.

Quando finalmente arrivo davanti alla scuola, vedo le mie amiche che mi aspettano vicino all'ingresso principale. Vanessa, con il suo sorriso contagioso e la chioma bionda sempre perfettamente in ordine, mi saluta agitando la mano. Accanto a lei ci sono Cassandra, più riservata ma non meno affettuosa, con i suoi capelli castani raccolti in una treccia, e Taniana, con la sua risata contagiosa e l'aria sempre sicura di sé.

«Ciao, Calliope!»

Esclama Vanessa, tirandomi in un abbraccio appena mi avvicino.

«Ciao, ragazze,»

rispondo, ricambiando il sorriso.

«Siete pronte per un'altra giornata infernale

«Pronte come sempre

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