(V) Fragili confini.

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<<Très vite dans ma vie il a été trop tard.>>
~Marguerite Duras

(Molto presto nella mia vita è stato troppo tardi.)


LAUREN.

Mi trovo ancora alla cattedra, osservando il quaderno di Calliope, la quale ha bruscamente lasciato la classe pochi secondi fa. Non mi sono interrogata poi molto sulla sua improvvisa fuga, ma poi mi sono resa conto del messaggio sul mio telefono.
Sarà forse stato questo?
Al momento la mia attenzione è rivolta ad altro: la sua relazione.
La sua scrittura è morbida, elegante, quasi un riflesso di ciò che cerca di nascondere dietro il suo atteggiamento spavaldo.

"Il est fascinant de constater que, parfois, les personnes plus brillantes ne réalisent pas que leur lumière peut éclipser celles qui les entourent, créant ainsi des ombres invisibles où se cachent des vérités inexplorées et des sentiments inavoués."

(È affascinante notare che, a volte, le persone più brillanti non si rendono conto che la loro luce può eclissare quelle che le circondano, creando così ombre invisibili in cui si nascondono verità inesplorate e sentimenti inconfessati.)

Perché ogni singola parola mi sembra parlare non solo del Piccolo Principe, ma anche di me? Di noi?

Inspiro a fondo, l'aria fresca della classe sembra pungermi.
La sua relazione è impeccabile, lo ammetto, ma mi fa pensare troppo. Più di quanto dovrei.
Ho lottato, cercando di mantenere le distanze. C'è qualcosa in lei, qualcosa che mi sfida, che mi rende inquieta, come se ogni parola non detta tra noi nascondesse un mondo di intenzioni. La classe si è svuotata quasi completamente della presenza di Calliope e del suo profumo di biscotti, le voci dei ragazzi risuonano nel corridoio. Ma io rimango ferma, con il quaderno di Calliope tra le mani. Devo mettere un freno a questi pensieri. Ho già troppo a cui pensare, e lei è l'ultima cosa di cui ho bisogno. Mi alzo dalla sedia e attraverso l'aula con passi misurati. Il telefono vibra ancora una volta nella mia tasca, ma scelgo di ignorarlo. So chi è, e so cosa sta cercando di ottenere da me.

Valérie... la sua insistenza, la sua presenza nei miei ricordi. Avrei dovuto lasciarla andare tempo fa, eppure... cosa c'è in me che mi fa sempre aggrappare al passato?

Apro la porta della classe e mi ritrovo nel corridoio, cercando di concentrarmi sul rumore dei miei tacchi contro il pavimento. Le conversazioni degli studenti si affievoliscono quando mi avvicino, un'abitudine che ormai riconosco. La mia presenza li mette a disagio, e forse è meglio così. Le emozioni sono una debolezza che non posso permettermi di mostrare.
Mentre cammino, i miei pensieri tornano a poco fa. A quel momento, nella classe, quando i miei occhi si sono posati su Dafne Signorelli, quella supplente d'italiano, così sicura di sé, così solare.
Era impossibile non notarla.
La sua aura luminosa ha riempito l'aula, facendo sembrare la mia presenza quasi superflua. E poi c'era quello sguardo tra lei e Charlotte... uno sguardo che non ha lasciato nulla all'immaginazione. Un misto di desiderio e di segreto condiviso, qualcosa che loro sembravano capire istintivamente. Per un attimo, mi sono sentita minacciata. Dafne mi ha rubato la scena con la sua leggerezza, con quegli occhiali da sole spavaldi che portava in classe come se fosse nel suo salotto. Ed è stato proprio in quel momento, vedendo lo sguardo di Calliope su di lei, che qualcosa è scattato dentro di me.
Un fastidio? Forse.
Gelosia? No, non poteva essere.
Ma se lo fosse?

Cerco di scacciare il pensiero, ma è inutile.
C'è sempre stato qualcosa in Calliope che mi affascinava, una sorta di magnetismo che mi ha trascinato verso di lei fin dal primo giorno che è entrata in aula. E ora, ogni sua parola, ogni suo sguardo, sembra un invito, un richiamo che non riesco a ignorare.

Il sottile Fil Rouge.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora