<<Le coeur a ses raisons que la raison ne connaît point.>>
~ Blaise Pascal
(Il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce affatto.)
LAUREN.
L’aula è quasi vuota quando Calliope e io restiamo sole; la mia mente mi suggerirebbe "finalmente sole", ma decido di ignorare questo pensiero. Lei si ferma a metà strada, titubante, con l’espressione di chi è combattuta tra il voler rimanere e il voler fuggire. Mi avvicino, cercando di mantenere un’aria calma e rilassata.
«Calliope, puoi restare un momento?»
Il suo sguardo si solleva verso di me, e poi quasi subito si abbassa di nuovo, mentre si sistema lo zaino sulla spalla come per proteggersi. Ci sono silenzi che parlano più di ogni parola, e questo è uno di quelli. Le indico un banco accanto a me, e lei si siede, tenendo lo sguardo fisso sulle mani che si intrecciano nervosamente.
«Mi sembra che oggi sia una giornata particolare per te…» inizio, facendo attenzione a usare un tono dolce - fin troppo per me -, senza mai forzare.
«C’è qualcosa che posso fare per aiutarti?»Calliope esita, morde un angolo del labbro come se cercasse di trattenere le parole che le affollano la mente. Non dovrei, ma trovo il gesto attraente.
Finalmente, dopo un respiro profondo, riesce a dire:
«È che… mio padre torna lunedì. Mia madre non mi ha dato il tempo, è… tutto all’improvviso.»Mi sorprendo, più per l’amarezza nel suo tono che per il contenuto delle sue parole.
«Ah, capisco. Deve essere una notizia che ti… fa pensare molto, immagino.»
Lei annuisce, ma il suo sguardo rimane basso.
«Sì, immagino… immagino che dovrebbe essere un momento felice.»
La sua voce trema appena, come un sottile strato di ghiaccio che si spezza sotto il peso di un segreto. Sento una stretta al cuore, e vorrei trovare qualcosa da dirle, qualcosa che possa restituirle un po’ di forza.
«Se vuoi parlarne, Calliope, io sono qui per ascoltarti, davvero. Qualsiasi cosa tu senta… può trovare il suo spazio. A volte fa bene lasciare che qualcun altro condivida un po’ del nostro peso.»
Il suo viso si alza appena, e in quel breve istante i suoi occhi incrociano i miei, mostrando un miscuglio di vulnerabilità e gratitudine. Mi guarda a lungo, come se cercasse di capire se davvero può fidarsi di me.
«Grazie, professoressa Dubois…» sussurra. E poi, in un gesto così inaspettato da togliermi il respiro, si protende verso di me e mi abbraccia.
Rimango immobile per un istante, sorpresa dalla sua spontaneità. Sento il suo viso vicino al mio, i suoi capelli che mi sfiorano il collo, e la tensione del suo corpo, così giovane eppure già così provato.
Quando si stacca, vedo nei suoi occhi un lampo di imbarazzo, forse anche di paura per essersi lasciata andare.E fugge, con passi veloci che riecheggiano nella stanza vuota.
Rimango seduta, come paralizzata. Mi passo una mano sulla fronte, e cerco di capire cosa provi. Per la prima volta da quando insegno, sento di aver abbassato la guardia, di averla fatta entrare in uno spazio che dovrebbe restare chiuso. Eppure c’è una parte di me che non riesce a pentirsene, anzi, che vuole essere lì per lei, a qualsiasi costo. Solo allora noto che sulla cattedra è rimasto un foglio: ciò che ha scritto per me.
Ha scelto di fidarsi di me...
***
Quando torno a casa, prendo il foglio di Calliope e lo poso sul tavolo della cucina, cercando di rilassarmi prima di leggerlo. Una parte di me teme di scoprire qualcosa di troppo personale, ma ormai non posso tornare indietro.
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Il sottile Fil Rouge.
RomanceCalliope, una vivace studentessa del quinto anno di liceo linguistico, ha sempre considerato le sue lezioni di francese come una noiosa parentesi nella sua giornata scolastica. Ma tutto cambia quando la professoressa Lauren Dubois, un'insegnante di...