RACCONTO VI: MEMORABILITA' ESTIVE

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Krisis iniziò a diventare la sua nuova ossessione

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Krisis iniziò a diventare la sua nuova ossessione. Un ragazzo che ha letto il suo stupido libro fantasy e diventa un suo fan, tanto da programmare le vacanze estive per conoscerlo di persona. Un ragazzo che lo conosce anche se non ci ha mai parlato. Uno che sa a memoria tutto quello che ha pubblicato sui social dovrebbe fare paura, Mirco invece essendo un megalomane trova il tutto quasi affascinante. Ha preso l'abitudine di gironzolare nei pressi della "Casa del Borgo" con la speranza di imbattersi in lui, senza riuscirci. Ha passato una notte intera a spulciare i social per trovarlo ma non c'è riuscito. Boh, forse ha un nome diverso e non riesce a trovarlo, dovrà chiederglielo la prossima volta che lo incontra. Non ha nemmeno il suo numero, forse è partito, ha finito le ferie o chissà cosa. Ha iniziato a parlarne anche con i suoi amici in maniera sempre più insistente, tanto da diventare molesto e destare un certo nervosismo. Nessuno ha mai visto questo tizio e Mirco continua a parlarne ossessivamente.

<<Beh è lui che non vuole farsi vedere da voi>> risponde innervosito Mirco dopo l'ennesimo gesto di stizza. Nel frattempo l'assurda estate 2023 continua, si trascina stancamente verso ferragosto senza particolari sussulti. Dopo tanti anni Mirco sta facendo i conti con nuovi spazi e fasi temporali. Ora ha tanto tempo da dedicare a sé stesso. Ha iniziato a fissarsi con l'attività fisica. Dopo aver perso tanto peso decide di preservare l'unico aspetto positivo degli ultimi tempi. Corsa e tanta cyclette. Non solo per il fisico, ma soprattutto per la mente. Fare attività fisica aiuta tanto quando sei ossessionato dai brutti pensieri. Lo sforzo fisico ti rimette in pace con te stesso, ti dà la possibilità di misurarti contro la natura in modo da prosciugare tutte le energie e dedicare i tuoi pensieri solo ed esclusivamente al dolore fisico. Dolore scaccia dolore, altro che chiodo scaccia chiodo. Alla fine si tratta di una doppia vita. Di giorno sportivo e di sera dedito alle più variegate sostanze alcoliche. Come Penelope, che tesseva il sudario del padre di Ulisse durante il giorno e lo disfaceva durante la notte, lui ogni sera disintegra l'attività fisica svolta di giorno bombardandosi di alcool. Data iconica di quella estate irreale è senza dubbio il 7 Agosto 2023. Una giornata semplicemente memorabile. Come ogni giornata memorabile ha due connotati ideali: l'estemporaneità e un numero ristretto di persone. Si trova con Rocco nei pressi del Barone, bar iconico della piccola vita di paese. Bar, Pub, ristorante...Insomma un locale che si adatta a qualsiasi cosa in un piccolo paese, un bar che diventa centro di aggregazione sociale ed unico barlume nella vita piatta di un piccolo paese. Barone, nome sofisticato penserete, nome derivante dall'ubicazione del locale che si trova in una sala attigua ad un palazzo gentilizio del tardo 700. Ma a Mirco quel nome ricorda altro, una canzone di uno dei suoi idoli musicali: Rino Gaetano

"E vado dal Barone ma non gioco a dama. E bevo birra chiara in lattina, me ne frego e non penso a te..."

Il bar del Barone, il posto preferito di Rino ed anche il suo. Mirco impazzisce per queste similitudini e somiglianze con i suoi idoli. La voglia di emularli che aveva a tredici anni è diventato puro esistenzialismo con una spruzzata di megalomania. Mirco e Rocco sono all'aperitivo di una comune mattinata di agosto. Ma la cosa bella dei piccoli paesi è questa, quando esci di casa non sai mai come si evolverà la giornata, tutto può improvvisamente prendere una piega festaiola con inaspettate giornate magiche a suon di alcool e pura ebrezza. I due dialogano amabilmente con Giuseppe, il proprietario del Bar. Giuseppe è un ragazzo solare e incredibilmente allegro, uno che trasmette positività solo a guardarlo, di conseguenza il mestiere di barista è perfetto per lui. I baristi nei piccoli comuni sono autentiche istituzioni, sanno tutto di tutti, vedono tutto e sono in grado di indovinare qualsiasi cosa. Giuseppe poi è uno discreto, anche se vai un po' più in là con le birre non ti espone alla gogna pubblica, è uno che mantiene il segreto professionale. Poi è sia barista che cliente, nel senso che spesso partecipa attivamente alla bevuta, tranne quando il bar è pieno ed è costretto a correre da una parte all'altra. La mattinata è abbastanza tranquilla perché c'è un matrimonio. Gli aperitivi continuano a susseguirsi e lentamente si staglia all'orizzonte la possibilità di pranzare assieme. Tre persone: Mirco, Rocco e Giuseppe. Nessuno dei tre lo propone, è la classica fase guardinga di studio dove si decide se consegnare quella giornata alla storia o trascinarsi stancamente a casa e rimanere nel comune anonimato di una giornata qualunque. Ma alla fine Giuseppe rompe gli indugi e si procede: si andrà a cena in un ristorante sito fuori dal paese, in pieno bosco. Un punto etichettato come "Il bivio" che funge da confine naturale tra il paese in cui abita Mirco e il paese confinante. Ora, immaginate la possibilità di andare in un posto dove non ci sono forme di vita nel raggio di chilometri. Un'autentica manna dal cielo, poter mangiare e bere, poter sbarazzarsi del pudore, abbandonarsi ad un autentico rito baccanale senza occuparsi dei giudici senza toga che, solitamente, stanno con l'indice puntato e sono pronti a rovinarti la festa. Finiscono l'ultimo prosecco, Giuseppe chiude il bar, e si vola con la sua 500 nera (quella moderna, chiaramente) verso il Bivio, perfetta sede teatrale che presenta anche un minimo ristoro climatico dall'asfissiante caldo d'agosto. Nel tragitto Mirco è semplicemente estasiato (il numero di prosecchi è elevato) in quel clima riuscirà finalmente a mangiare. Niente dolore di stomaco a pranzo, niente prigione dalle 14:00 su letto del garage, niente dolore, niente lacrime e frustrazione. Vino, nettare degli dei, ilarità ed infinita contentezza. Due primi e due bottiglie di vino. Un secondo e altre due bottiglie di vino. Poi un altro secondo ancora e che fai? Non prendi un'altra bottiglia di vino? Rocco decanta qualità e nomi di vini pregiati. Quanta allegria, quanta voglia di vivere. E i problemi dove sono finiti? Il dolore è sparito forse? Lontano ma sempre presente, in disparte ma sempre ingombrante. Dove si trova la frustrazione, cara amica di giorni amari? Dove si trova Anna? Anna. Improvvisamente il cuore sobbalza e tutta la spensieratezza sparisce in un attimo. Si alza e comunica ai suoi compagni di merende che si assenterà un attimo. Va oltre il perimetro del ristorante e attraversa la strada. Scavalca una staccionata e si immerge in pieno bosco, sotto una quercia secolare. Ultimamente ha sviluppato una nuova forma di antidolorifico, quando Anna gli manca tanto, quando sente le forze venir meno, fa dei video in cui si rivolge direttamente a lei. Quando stai otto anni con una persona sei abituato a dire tutto quello che succede, una sorta di telecronaca della tua giornata. Gli manca quella cosa, è talmente abituato a dire tutto ad Anna che gli sembra di scoppiare. Ed alcune volte la tentazione di scriverle è forte. Ma lei non vuole, è stata categorica, lui deve scomparire e deve lasciarla in pace. E lui obbedisce. Mirco è soddisfatto della sua capacità di autocensura. Riesce a non scrivergli anche quando è ubriaco. Gli ha messo talmente tanto terrore che anche da ubriaco riesce ad esserle lucido e non gli scrive, assurdo. L'espediente è girare questi surreali video in cui comunica con lei, semplicemente ci parla, una sorta di diario audiovisivo in cui gli racconta tutto. Video che non vedrà mai, lei e nessun'altro. Così prende il suo cellulare e inizia a parlare, inquadrandosi. Poco prima una ragazza del paese di Anna ha chiesto a Mirco, al bar,

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