RACCONTO X: 2042

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Ottobre e novembre passarono in modo dolce e repentino, con la tappa della seduta di laurea sempre più vicina

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Ottobre e novembre passarono in modo dolce e repentino, con la tappa della seduta di laurea sempre più vicina. Il 12 dicembre, una data a suo modo storica per Mirco, in grado di chiudere un cerchio durato dieci anni, pieno di ansie varie. Ma in realtà Mirco si è goduto il percorso, ha fatto tanto altro e non si pente minimamente delle sue scelte. Ha sacrificato una laurea in tempi brevi in favore di innumerevoli esperienze che gli hanno permesso di crescere e di trovare una collocazione nel mondo. Indipendentemente da tutto è sbagliato pesare le persone in base ai titoli di studio o in relazione al tempo impiegato per conseguirli. E quindi torna prepotente la vecchia canzone del Liga, Fuori tempo, che recita così:

"C'è anche chi ha deciso di camminare al passo che gli pare..."

In quei giorni che lo separano dal 12 dicembre Mirco ascolta quella canzone fino allo sfinimento. Si sente davvero alla fine di un percorso e a suo modo ha bisogno di suggellare il tutto, come sempre, nelle sue inutili forme eroiche prodotte dai film della sua mente. Riuscirà a laurearsi dodici giorni prima di compiere trent'anni. Capolavoro.

<<Oh alla fine mi laureo prima dei trent'anni eh, solo di dodici giorni certo, ma alla fine è comunque prima>>.

Così risponde a tutti quelli con cui parla della sua laurea. L'ennesima punta di autoironia della sua vita. Considera l'autoironia una medicina potentissima. Se riesci a prendere con leggerezza te stesso potrai prendere con leggerezza tutto il mondo che ti circonda. Mirco è estremamente permaloso ma allo stesso tempo estremamente autoironico. Un connubio certamente contraddittorio, ma Mirco è praticamente una contraddizione vivente. Le contraddizioni gli piacciono, rilevare il lato estremo e provocatorio della medaglia è sensazionale, perché ti permette di capovolgere tutto e analizzare senza pregiudizi ogni situazione. Come ha detto Maddalena, dicembre sarà un mese pieno. Laurea e trent'anni.

<<Per i trent'anni dell'anno prossimo dobbiamo organizzare una festa in grande stile>> gli aveva detto un anno prima Anna, quando ne aveva compiuti ventinove.

<<Ma va, non mi importa è una data come un'altra>> aveva risposto Mirco come sempre, non ancora abituato ad una persona nella vita che gli organizzava i compleanni.

Divideva mentalmente dicembre in due parti, i primi dodici giorni dedicati alla laurea e la restante parte nella malinconia del primo Natale dopo anni senza Anna e la sua famiglia. Perché quando rompi con una persona rompi anche con una intera famiglia che nel frattempo è diventata anche la tua famiglia. A stare male sono tante persone, che semplicemente devono capacitarsi che non vedranno mai più una persona divenuta negli anni presenza fissa in famiglia. Capita, è la vita. Il Natale più malinconico della sua vita inizia così ad angustiare le giornate di Mirco. La dose di antidolorifico portata seco dalla laurea, sta per terminare. Presto non avrebbe più avuto la possibilità di destinare febbrilmente giornate agli esami o alla stesura della tesi. Presto un altro alibi per non pensare sarebbe sparito e avrebbe dovuto trovare altro su cui dirigere i suoi pensieri da overthinker. In quei giorni è impossibile non pensare ad Anna, a tutto il percorso insieme, a quella voglia che lei aveva di vederlo laureato. Ma le cose bisogna farle per sé stessi e non per gli altri. Mirco non ha mai voluto compiacere nessuno, perché dovrebbe iniziare a farlo a trent'anni?

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