Trentuno di agosto.

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Il cielo era tanto bello
da rompersi le caviglie,
e noi, due scapoli
che musicavano le stelle;
con la vita davanti
e le menti fumate.
Lasciavamo le note
di una chitarra nel ricordo
dell'agosto passato,
e ci preparavamo
a spaccare il mondo.
Se l'inverno doveva proprio
tornare, non ci saremmo
pianti addosso.

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