Un nugget.

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Senza nemmeno farlo apposta,
ora cinguettavo vita, e la mia
occasione di farmi omelette
era andata sprecata. Bagnato,
come il pulcino bagnato che ero,
riflettevo le bionde piume,
sotto le imperfette striature
di velenosi raggi solari:
la fine del mio dolce far nulla.
E la puzza del culo di mamma
non sarebbe mai più stato
il mio tutto, il suo calore
non mi avrebbe più protetto,
e il mondo mi avrebbe fritto,
cucinato, cacato, reintegrato
nel suo malato sistema di polli
fritti, dati in pasto a polli fritti,
in pasto a polli fritti con patate.
Zaffate di merda e terra pisciata,
mi attendevano fuori dal guscio;
che condanna nascere, pensavo,
con il becco nel fango e i resti
del mio paradiso prenatale
scrollato dalle zampette.
Non un buon inizio. Fortuna
che non avrei vissuto molto.
Poi conobbi l'ottimismo
sul volto dei miei fratelli.

Riadattamento di una poesia di
Nicoletta Padovano.

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