TAPPA 1

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Ho in mano il programma della giornata e sono leggermente sconvolto.

Di certo 180km con più di 1000 metri di dislivello non li ho mai fatti e non mi sognerei nemmeno di farli. E dire che mi hanno anche detto che la prima è una delle tappe più facili.

Mi guardo attorno, in questo momento siamo tutti sul bus della squadra che ci ha portati alla partenza.

Ho osservato per un po' i corridori che si sono già presentati con me e sembrano tutti simpatici a parte uno (chissà chi).

Ognuno sta gestendo l'ansia a proprio modo: chi cammina avanti e indietro, chi semplicemente sta seduto al proprio posto al telefono con amici o famiglia e chi pallido come un cencio. Nello specifico un ragazzo di cui non ricordo il nome si è da poco chiuso in bagno e i gli altri corridori hanno riso come se fosse un'abitudine.

-ok ragazzi, momento autografi e poi sul palco. Ma dov'è Jordan?- chiede mio zio confuso guardandosi attorno. E' appena alito sul pullman e tutti hanno smesso di fare quello che stavano facendo per ascoltarlo.

Un ragazzo biondo, che dovrebbe chiamarsi Ulaz, indica il bagno.

-oh misera. Jo? Tutto ok? Hai bisogno?- dice andando a bussare alla porta.

-I'm coooming- risponde Jordan da dentro al bagno.

-bene- dice suo zio fregandosi le mani- James, posso chiederti di dare un occhio in più? Ci sono già le guardie fuori ma non si sa mai. Soprattutto Artis, è italiano e in più è il favorito, quindi la gente gli starà parecchio addosso-

James annuisce anche se non è per nulla contento di seguire il contessino, quindi segue i ragazzi giù dal camper mentre suo zio va nuovamente a bussare al bagno.

-is he ever gonna go out?- chiede Carlos, il ragazzo della sauna con una risatina.

Attorno al pullman della EU SPRINT si è accalcata della gente con striscioni e maglie e cappellini rosa.

-Ulaaaz! Please come here!- sento urlare un ragazzino.

- Riccardo una firma per favore!-

-Possiamo fare una foto?-

-correvamo insieme quando avevamo 8 anni, ti ricordi?-

-la vinci già oggi la maglia rosa?-

Come previsto, quasi tutti vogliono Riccardo. Lo osservo un attimo mentre fa foto, firma, regala cappellini, senza mai perdere il sorriso.

Vedo anche una ragazza cercare di baciargli una guancia, ma una delle guardie la fa spostare velocemente. Non so se riuscirei a sopportare una vita così.

-sei parte della squadra?- mi chiede un ragazzino che dovrebbe avere all'incirca 15 anni e a cui Riccardo e Flavio hanno appena firmato un cappellino.

-oh no. Io preparo il cibo e organizzo i loro impegni- gli rispondo cercando di sorridergli.

La ragazza accanto, probabilmente la sorella, mi fissa spudoratamente – che bel lavoro che fai- dice ammiccandomi – non ci fai passare per salutare i ciclisti, sai a mio fratello piacerebbe tanto – dice indicando la transenna.

-no, mi sa che non posso. Mi spiace-

-ma lui è solo un ragazzino. Che male può fare?- insiste ancora.

Mi guardo attorno in difficoltà. In effetti che male c'è?

Faccio per spostare la transenna quando Riccardo mi appare affianco – lascia tutto così. Non puoi farli passare. Le bici valgono migliaia di euro- mi riprende guardandomi male.

Rushed (BoyxBoy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora