Mirko bussa alla mia porta dopo quasi un'ora, apro la porta e mi ritrovo lui e suo nonno,quest'ultimo mi abbraccia felice, e io non posso che sciogliermi in questo abbraccio, decidiamo di cenare al ristorante della sera precedente tutti e tre insieme, per festeggiare, anche se è un tantino presto, io glielo spiego a loro ma vogliono comunque festeggiare la vita, imprevedibile.
Mi vesto con un tailleur giacca e gonna nera e con una camicetta bianca di raso con delle décolleté nere con poco tacco, ho deciso di farmi una mezza coda ma di lasciare i capelli sciolti un filo di trucco e sono pronta.
Usciamo, passiamo una bella serata Gilberto che ci parla di cosa ha passato in guerra, e della sua Clara, e sentire di lei mi sale una rabbia, come può voler dimenticare un amore come quello che hanno avuto, non ha senso, ora non potrebbero impedirglielo nessuno.
Decidiamo di andare in albergo subito dopo la cena perché abbiamo un volo abbastanza impegnativo l'indomani.
Mirko ha deciso di dormire con me, dormiamo abbracciati, io crollo tra le sue braccia.
Ci svegliamo piuttosto presto, il volo è alle 8:00 e ci vogliono diverse ore per tornare in Italia, il mio appuntamento è alle 19:00, ho un po' paura, ma devo affrontare questa cosa, e poi devo dire ai miei che la loro adorata figlia, con la testa sulle spalle è incinta di un uomo che conosce appena ma che è stato come un uragano e che se ne innamorata.
Sono immersa nei miei pensieri da quando siamo partiti che non mi accorgo neanche di essere arrivata a Milano sono le 18 ci vuole ancora un'ora prima della visita.
"Gilberto, Mirko ho la visita tra un'ora che ne dite se venite da me? Abito vicino all'ospedale" dico ad entrambi "si per noi và bene" cosi dicendo prendiamo un taxi per andare da me.
Siamo arrivati, sembra una eternità da quando sono partita invece sono passati quasi due mesi ormai.
Arrivati a casa sistemo le valige, faccio vedere la mia umile dimora , poi vado a prepararmi per la visita per fortuna a casa ho due stanze una per gli ospiti non si sa mai.
Gilberto dormirà nella stanza per gli ospiti mentre Mirko dormirà con me naturalmente.
"Gin stai bene? Non hai parlato quasi per tutto il viaggio, c'è qualcosa che ti preoccupa?" mi chiede Mirko ma in realtà non ho nulla che mi preoccupi è solo che io sono così silenziosa, da bambina mi chiamavano la pensierosa per quanto stavo in silenzio.
"No Mirko io sono così non parlo molto" mi guarda con uno sguardo dolce,ma vedo come delle rotelline che girano, sta pensando a qualcosa, me lo sento "tu piuttosto cosa stai pensando?" "sto pensando a cosa vuoi fare, vivere qui o vivere con me a Roma o peggio vivere con nostro figlio da sola qui e io a Milano" "Mirko io non lo so se voglio lasciare qui per stare a Milano con te, sono incinta questo si, ma faccio il medico non so se voglio lasciare tutto" si vede lontano un chilometro che non era proprio la risposta che voleva, ma io non riesco a pensare di mollare casa e ospedale per trasferirmi anche se il bambino è suo, probabilmente lo cresceremo da separati, si amo Mirko ma non posso pensare solo all'amore, devo pensare con la testa, come ho fatto prima di cacciarmi in questo guaio.
Per il momento non ne parliamo più, so che non smetterà di chiedermelo, ma al momento non ho la risposta che vorrebbe.
Mancano quaranta minuti alla visita meglio andare "Gilberto per qualunque cosa non esitare a chiamarci, ok ?" "si state tranquilli farò un riposino, il viaggio è stato lunghissimo" povero Gilberto non ha mai volato così tanto.
Andiamo all'ospedale, questo posto mi ha accompagnato per tutto il mio percorso di studi, qui ho pianto e ho esultato ed ora che sono qui non provo nulla, non mi manca, pensavo che una volta tornata potesse suscitarmi un certo tipo di emozioni, invece il nulla, come se fosse un capitolo della mia vita non importante.
Andiamo nel reparto ginecologia, aspetto e poi arriva il mio turno, o meglio il nostro turno con me, che non mi lascia neanche per un minuto c'è Mirko.
"Santoro" la mia collega mi chiama per cognome "eccomi" rispondo, entriamo nell'ambulatorio, la mia collega mi fa le domande di rito e poi mi dice di accomodarmi, in quella sottospecie di poltrona, vicino c'è il monitor, ora comincio ad essere seriamente preoccupata, e agitata.
La visita procede bene, il bambino sta bene, devo solo stare tranquilla,mi prescrive degli esami e delle pillole per eventuali nausee, le dico che al momento non ne ho, ma lei dice che è perché sono all'inizio, l'ascolto in questo campo non ne so molto,so le basi.
Io e Mirko ci siamo commossi a vedere il bambino, è impossibile non farlo.
"hai pensato a cosa fare?" mi chiese Mirko ad un certo punto mentre torniamo a casa mia "in che senso?" lui mi guarda come per dirmi di non fare la stupida "ora che hai visto che sta bene che intenzioni hai?" "non lo so, mi stai chiedendo se ho deciso dove vivere e cosa fare?" lui mi fa si con la testa "in realtà ancora no, non vorrei dover scegliere, ma so che prima o poi dovrò farlo, sia per me che per voi, non trovo giusto la spola quindi, dammi tempo e te lo dirò" "hai otto mesi di tempo per pensare a dove vivere, non ti sto dicendo di vivere con me, ti amo si ma non costringerò la donna che amo a stare con me" lo guardo e mi sento terribilmente in colpa, e mi maledico per non essere in grado di prendere una decisione, ma sono così insicura di me stessa.
"mi dispiace di averti messo in questa situazione, dovevo stare più attenta" lui mi cinge la vita "tesoro dovevo io stare attento per prima, ma purtroppo ero talmente perso che non ci ho pensato, ma io non me ne pento per niente, poteva succedere più avanti si, ma è successo ora, vuol dire che doveva andare cosi"
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Amore trovato in bottiglia
ChickLitcosa succede se ci fosse una dottoressa stanca di vivere sempre le stesse giornate un ritrovamento di una bottiglia con una lettera d'amore all'interno e soprattutto single?