Capitolo 7

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E' da una settimana che non vedo e non sento Mirko, mi manca, ma non so cosa scrivergli, potrei dirgli se vuole ancora fare questo viaggio con me, ma ho molta paura della sua risposta, io di mio sono insicura, ma così non lo sono mai stata.

Mentre penso a come fare per mettermi in contatto con Mirko, sento il cellulare squillare, rispondo senza vedere chi è "pronto" "ciao scusami, lo so che dovrei chiamare il suo medico ma lui vuole solo te" "Mirko che succede"

"mio nonno dice di non sentirsi bene gli gira la testa"

"ora arrivo, prendo la mia borsa, e corro da voi, stai tranquillo" per fortuna porto sempre con me la mia borsa da medico, sembra assurdo ma può succedere qualunque cosa, e io voglio essere pronta.

Ci metto dieci minuti a prepararmi, Mirko è venuto a prendermi "hai lasciato tuo nonno da solo?"

"si mi ha pregato per venirti a prendere"

"và bene dai andiamo veloce, può essere qualunque cosa" cosi dicendo corre come un treno, arriviamo io scendo, lui parcheggia la macchina, andiamo subito dal nonno.

Entro dentro, mi da una certa sensazione tornare qui, la seconda volta che ho visto Mirko dopo poco che l'ho letteralmente buttato fuori di casa. Comunque percorro il corridoio che da alla camera del nonno grazie alle indicazioni di Mirko, la trovo.

"Gilberto cosa succede? Cosa ti senti?"

"ho un dolore al petto non sto proprio bene" prendo il sfigmomanometro per misurare la pressione dalla borsa, metto il bracciale intorno al braccio e l'estremità la collego alla macchina e poi prendo la pompetta e inizio a mettere l'aria fin che non emette il suono di consueto, c'è un silenzio tombale.

"la pressione è normale, anche i battiti sono nella norma, forse quella pressione al petto è congestione, hai mangiato troppo, o qualcosa di pesante nelle ultime ore?"

"be si ha mangiato un po' pesante ieri sera in realtà, vero nonno?" questa volta risponde Mirko, io sorrido a Gilberto, e poi prescrivo un farmaco per la congestione.

"Gilberto, forse abbiamo trovato la tua Clara lo sai?"

"si Ginevra, me l'ha detto, vorrei venire con voi, se il medico me lo consente"

"dovresti chiederlo al tuo medico di base, lui ti conosce meglio di me, non voglio prendermi responsabilità che non mi competono"

"va bene glielo chiederò non prenotate voli però" mi chiede quasi implorandomi, io non potrei fargli mai una cosa del genere.

"Mirko, dato che tuo nonno non è in pericolo, io andrei" gli dico già avviandomi alla porta, posso anche tornare a piedi, non voglio stare più del dovuto.

"non vuoi che ti accompagno?" mi chiede Mirko, ma io faccio no con la testa, voglio evitare di stare con lui, è stata un'angoscia prima in macchina e ora sarebbe una tortura.

"sicura, guarda che non ci metto nulla, non è pesante la borsa?"

"sono sicura, piuttosto vai in farmacia e prendigli il farmaco, non preoccuparti per me "

cosi dicendo esco, voglio solo smettere di stare così male, spero che chieda al più presto al medico, cosi prenoto i voli andiamo da Clara e finirà questa dannata storia, e io tornerò a Milano, a fare la mia solita vita di sempre.

Mentre ripenso a tutto sono già arrivata, come di consueto Elena non c'è, sono sola di nuovo.

Mi preparo qualcosa al volo, dato che è già ora di pranzo, ricevo un messaggio, so già di chi può essere, ma comunque controllo infatti è Mirko "perché non hai voluto che ti accompagnassi, è davvero così orribile stare per pochi minuti in mia compagnia?" prima di rispondere ci penso, certo che non è orribile ma sto cercando di allontanarti razza di idiota non capisci che rischiamo di soffrire entrambi?

Amore trovato in bottigliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora