capitolo 14

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Mia corse fuori dalla casa, il cuore che batteva forte nel petto, cercando disperatamente aiuto. I suoi passi erano frenetici, i suoi occhi si muovevano nervosamente tra le ombre della notte, finché non si imbatté in una figura solitaria.

"Ciao, ragazzina." disse Giusy, l'aiutante di Ilaria con un tono leggero, "Hai per caso visto Ilaria? Sai, la giornalista snob, un po' antipatica, sempre alla moda. Mi ha detto di recarmi qui ma non riesco a trovarla."

Mia, ansimante, quasi non credette alla sua fortuna. "Grazie a Dio, ho trovato qualcuno! Devi seguirmi, dobbiamo andare a chiamare i soccorsi. Dentro casa mia sta accadendo una carneficina ed è coinvolta Ilaria!"

Giusy la guardò con un'espressione di confusione. "Cosa intendi? Spiegati meglio."

"Non c'è tempo per parlarne, dobbiamo andare!" rispose Mia, tirandola per il braccio.

Le due si diressero di corsa verso la casa. Notarono subito che la porta sul retro era spalancata e, senza pensarci due volte, entrarono. Una volta dentro, Giusy si fermò bruscamente alla vista del corpo senza vita di Ilaria, steso sul pavimento.

"Lei è... lei è morta?!" balbettò Giusy, il terrore che le streingeva la voce.

"Te l'avevo detto che stava avvenendo una carneficina." rispose Mia, con un tono cupo.

"NON PENSAVO INTENDESSI QUESTO! DOBBIAMO SCAPPARE!" gridò Giusy con la paura che la faceva tremare.

"Ma dobbiamo chiamare i soccorsi..."provò a dire Mia, ma Giusy la interruppe.

"CHE TE NE FREGA DEI SOCCORSI?! PENSA A SOPRAVVIVERE!" urlò Giusy, correndo verso l'uscita. Ma prima che potesse raggiungere la porta, Sarah apparve davanti a lei, con uno sguardo gelido negli occhi. In un attimo, Sarah affondò un coltello nello stomaco di Giusy.

"Peccato, non sei riuscita a fare la tua intervista." esclamò Sarah, estraendo il coltello per poi affondarlo di nuovo nel petto di Giusy, uccidendola.

Mia, con il sangue che le ribolliva nelle vene, gridò: "LURIDA PSICOPATICA! Tanto alla fine anche tu farai la stessa fine del tuo alleato Vincenzo."

Sarah, alzando un sopracciglio, chiese con disinteresse, "Perché, che fine ha fatto?"

"Vai a vedere in cucina." rispose Mia, "è morto dissanguato quello stronzo."

"Oh, che disgrazia." commentò Sarah con un tono quasi annoiato. "Beh, avevo intenzione di ucciderlo anch'io alla fine, quindi mi hai fatto un favore. Credeva veramente che avrei permesso a Saverio di sopravvivere? Patetico."

Con un movimento rapido, Sarah spinse Mia a terra, preparandosi ad attaccarla. "Vincenzo non è nemmeno riuscito a metterti K.O., quindi immagino che avrò io questo piacere. Tua sorella è riuscita a scapparmi, ma tu non avrai la stessa fortuna."

Mentre Sarah si preparava a colpire, il telefono di casa iniziò a squillare, fermandola per un attimo.

Mia, con un sorrisetto beffardo, disse: "Penso sia per te."

Irritata, Sarah rispose al telefono, ascoltando la voce di Natasha dall'altro capo della linea. "Ciao Sarah... ti piacciono i film horror?"

"Certo che mi piacciono." rispose Sarah, stringendo il coltello tra le dita. "Ora dimmi, dove ti sei nascosta?"

"Prova a indovinare." rispose Natasha, con un tono provocatorio.

La voce di Sarah si fece più fredda, pericolosa. "Non giocare con me, o giuro che taglio la gola a tua sorella e la lascio dissanguare davanti ai tuoi occhi."

Dall'altro capo della linea, Natasha rimase in silenzio per un istante, poi, con un tono glaciale e pieno di disprezzo, rispose: "Non provare a toccare mia sorella... la mia vera sorella."

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