🌹Capitolo nove

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🌹𝖫𝗂𝖺𝗆

La situazione negli ultimi trenta minuti è stata più o meno questa;

Benjamin mi ha spiegato cosa ha trovato in quella cassaforte, i suoi sospetti e qualche altra parola dolce nei miei confronti che non ha mai neanche pensato in ventiquattro anni della sua vita.

Dire che sono sconvolto è riduttivo. Questa sorta di 'personaggio sconosciuto', come citava la mail anonima che ci è arrivata, stalkera i miei amici. E il primo, unico sospettato e palese colpevole è il signor Stuart. Benji mi ha spiegato che i miei fratelli avranno ricevuto biglietti anonimi con frasi inquietanti, ma mi ha consigliato di non dire niente. Un agente segreto, prima di parlare, deve essere già di un passo avanti al colpevole.

Ecco perché arrivati in società, ha spalancato la porta dell'ala tredici, come ci ha suggerito il nostro stalker, ha preso un ragazzo biondo dai capelli, lo ha imbavagliato e legato dopo avergli dato una sorta di pizzicotto che gli ha fatto perdere i sensi.

Visto che era piuttosto agguerrito, io mi sono limitato a chiudere la stanza buia a chiave.

Tira un ceffone al ragazzo, facendolo risvegliare mentre si guarda intorno con gli occhi socchiusi. Benji gli abbassa la benda e inizia subito con le domande.

"Prima di cominciare, sappi che non sono una persona paziente, bensì pragmatico e concreto, dunque se non risponderai alle mie domande in breve tempo se non all'istante credo che l'ultima cosa che vedrai sarà la canna della mia pistola sulla tua fronte."

Non l'ho mai visto tanto impulsivo. Questa situazione lo ha sconvolto più del previsto. Effettivamente, sto ancora realizzando che siamo stati spiati e chissà per quanto tempo. Come diamine abbiamo fatto a non accorgercene? Magari eravamo troppo impegnati e non ci aspettavamo che un altro nemico nel mentre stava tramando su di noi.

Direi che possiamo vincere il premio dell'amicizia.

"Ma che..." inizia a blaterare il ragazzo. "Davis, sei completamente impazzito!"

Non appena alza la voce, Benji gli tira uno schiaffo in faccia, sussurrando. "Urla ancora e racconterò, con tanto di prove, cosa hai fatto a fine del sessantesimo anniversario dell'associazione, mandando a monte non solo la tua carriera, ma la tua vita. Non credevo che ti piacessero le donne decisamente più grandi, specialmente quando sono mogli dei tuoi colleghi. Le telecamere quel giorno erano particolarmente nitide."

Sgrana gli occhi. "Non... ti prego."

Benji posa le mani sui braccioli della sedia, avvicinando il volto a quello del ragazzo. Un brivido di fastidio mi attraversa la schiena. "Allora ti conviene essere sincero, biondino."

Il ragazzo posa lo sguardo su di me, poi torna su Benji.

"Che... che cosa volete sapere?"

Il rosso si sistema la cravatta della divisa, guarda me e di nuovo lui.

"Che cosa sai sul signor Stuart? Non è tanto onesto come fa credere o sbaglio? Recentemente, che cosa sta tramando?"

Respira veloce, rimane con gli occhi sgranati. "Tu mi voi far uccidere."

"Quindi arriva a tanto?" Intervengo. "Potrebbe ucciderti se parlassi?"

"Porca puttana" sbotta il biondo. "Si vede che sei un novellino appena entrato. Quell'uomo è il più falso sulla faccia della terra, se William Torres fosse ancora vivo, lo supererebbe in questo. Non ho mai conosciuto qualcuno con tanti segreti. E ci stavo per rimettere la pelle."

"Perché sai cosa che nessuno sa su di lui?" Benji mi affianca a braccia conserte.

Sospira. "Perché ho portato avanti indagini su di lui anche io. Vi consiglio di farvi gli affaracci vostri."

"Spiegaci" Benji quasi cambia voce.

"Non posso!" Continua lui. "Nel momento in cui ho scoperto troppe cose sul suo contro, mi ha minacciato di far del male alla mia famiglia. Una volta l'ho visto torturare un nostro collega, il giorno dopo questo ragazzo aveva lividi e tagli. Mi disse si esserseli fatti in una missione, ma io avevo visto tutto, ero troppo sconvolto per intervenire. Ho iniziato a sospettare di Stuart, quando avevo scoperto che..." si blocca. Inizia a scuotere la testa. "No.... non posso. Dio, mi ucciderà!"

"Allora ti do io qualche spunto" dico. "Quel figlio di puttana ha spiato me e la mia squadra, aveva foto, video, materiale privato e informazioni che non abbiamo mai dichiarato come il cazzo di colore preferito. Voglio sapere cosa vuole dai miei amici, so che anche tu lo sai."

Quasi si tranquillizza. "Quindi lo avete scoperto."

Benji lo colpisce in faccia.

"Affrettati a parlare" sibila.

"D'accordo ma non toccarmi più! Se Stuart mi ucciderà vi verrò a cercare, bastardi" chiude gli occhi, prende il respiro. "È sempre stato ossessionato dal caso della Sidereus Company, da quando avete iniziato questa guerra. Voleva membri come voi nella sua associazione, vi ha iniziato a spiare da molto tempo, forse da quando Jacob Torres si dava per morto. Ho trovato anche io quelle foto, lo sentivo parlare da solo e ripetere i nomi di ognuno di voi."

Mi fissa e sono inquietato.

"Non sapevo cosa volesse, ma lui doveva riunirvi tutti. Il fatto che vi siate divisi lo ha mandato in panico. Davis, come hai fatto a non notare che la maggior parte dei nostri colleghi spesso ha ferite insolite? Gli tortura per avere informazioni."

Benjamin impallidisce.

"A me Stuart non ha ucciso quando ha scoperto che lo spiavo. Mi ha ordinato di tenervi sotto controllo affinché non scopriste nulla."

"Allora sei tu il personaggio sconosciuto" chiede Benji.

Aggrotta la fronte. "Chi?"

"Ci è arrivata una mail" gli porgo il telefono davanti. "Sei tu?"

Più legge il messaggio più scuote la testa in segno negativo. "Non ho idea di chi sia. Fatto sta che questo bastardo vi ha condotto da me. Mio Dio..." alza la voce, disperato. "Stuart voleva che mi uccidevate per caso?"

"Quindi confermi che sia Stuart?" Chiedo.

"E chi dovrebbe essere? Solo lui mi ha incaricato di questa faccenda, se dicesse in giro la sua ossessione per la tua squadra, Liam, penso che sarebbe preso per un pazzo più di quando lo sia già. E ora mi vuole morto."

"Lo uccideremo prima noi" dice Benjamin. "Voleva che sapessimo la verità se ci ha condotto da te. Vuole che lo affrontiamo."

"Uccidetelo prima che mi trovi" lo sguardo del ragazzo biondo sono spaventati. "Vi prego."

Benji lo slega, dandogli la mano e tirandolo su dalla sedia. "Non volevo schiaffeggiarti."

Il biondo gli manda un'occhiataccia. "Se ammazzi Stuart, forse ti risparmierò."

Poso una mano sulla spalla di Benji. "Dobbiamo andare da lui."

Benji carica la pistola, impugnandola. "Andiamo."

"Grazie" dico al ragazzo.

"Sempre un piacere collaborare" si massaggia la guancia.

Benji trattiene una lieve risata mentre usciamo dalla stanza e ci dirigiamo verso l'ufficio del signor Stuart.

Ci appostiamo ai lati della porta, origliamo ma non sentiamo suoni e, stranamente, non ci sono le guardie ai lati della porta, quindi forse non è neanche nella stanza. Benjamin mi indica i numeri sulle sue dita. Tre, due, uno...

Spalanchiamo la porta, puntiamo le pistole sulla sedia dietro la scrivania.

E troviamo il signor Stuart lì seduto.

"Ma che diamine..."

Morto con della schiuma che gli esce dalla bocca. 

Virtus, la novella di 𝖫𝗂𝖺𝗆 𝖾 𝖡𝖾𝗇𝗃𝖺𝗆𝗂𝗇Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora