🌹Prologo

57 3 3
                                    

🌹𝖫𝗂𝖺𝗆

"Scommetto che non hai mai visto nessuno con queste capacità di aikido."

Benjamin mi parla dal lato opposto dell'ufficio, mentre dopo una mossa di autodifesa di impeccabile tecnica, rovescia sulla scrivania un uomo armato che fino a pochi minuti fa ticchettava la tastiera del computer, inconsapevole del nostro arrivo.

Alcuni di loro sono riusciti a prendere le pistole che tenevano nei cassetti, consapevoli di avere la coscienza sporca e, di conseguenza, rimanere in allerta.

Ma questa attenzione non è bastata, essendoci calati con delle corde sulla superficie del grattacielo e spaccando il vetro fiondandoci dentro, creando un attacco a sopressa.

Nonostante siano in sei e noi solo in due, riusciamo comunque a dialogare prendendo il tutto come un gioco.

Perché effettivamente, questo lavoro è una fottuta figata.

L'allarme riecheggia nell'aria, insieme ai documenti che volano quanto le scrivanie fuori dalla finestra. Neanche questi avversari sono niente male nel combattimento, ma noi siamo più preparati.

"Ma tu non hai mai visto nessuno fare bungee jumping senza imbracatura" rispondo.

Prendo dalla cravatta un tizio di mezza età davanti a me gettandolo fuori dalla finestra dalla quale siamo entrati. Ho le mie ottime ragioni.

Mi abbasso di scatto perché un computer sta volando nella mia direzione.

"Scusa, tesoro. Non l'ho fatto apposta" scherza Benji capovolgendo un uomo. Si sistema il ciuffo di capelli rossi. "Ma stavi diventando quasi più bravo di me."

Sorrido. "Quindi saboti i tuoi stessi colleghi?" Tiro una gomitata dietro di me, stavano cercando di aggredirmi alle spalle. "Sarà un vero peccato fare fuori il mio collega preferito."

"Non se continui a distrarti."

Stacca un pezzo di cornice della porta fracassato per i colpi di pistola ricevuti, lanciandolo come se fosse una lancia a due centimetri dal viso, colpendo in pieno un uomo dietro di me, con la pistola puntata sulla mia testa.

"Il fatto che tu mi guardi le spalle, è più eccitante del previsto" gli confesso.

Si inumidisce le labbra, prima che ritorniamo ai nostri posti, finendo di sistemare chi manca prima di arrivare al nostro obbiettivo.

Mi fiondo sul più giovane di tutti mentre spara a Benjamin, abbassato dietro la scrivania, lui riesce a schivare i colpi. Lo finisco con un proiettile mentre il ragazzo dai capelli rossi si sistema la cravatta della divisa, e mi dà una mano per alzarmi.

Copro con la giacca le macchie di sangue sulla sua camicia, prendendolo dalla nuca e baciandolo. "Dov'è quello che cerchiamo?" Ansimo sulle sue labbra.

"In questa stanza" dice a corto di fiato, ma non per aver fatto salti mortali venti secondi prima.

"Muoviamoci, non è solo questo il cardio che amo fare."

Mi spintona via con un mezzo sorriso sul volto. "Non distrarti, stiamo lavorando."

Mi schiarisco la gola. "Sono lucido."

C'è una porta bianco platino nell'ufficio, lui la apre con una forcina e sento la serratura scoccare. Con le pistole puntate in avanti, monitoriamo se l'area e libera e a corto di trappole. Davanti a noi, una valigetta argento è posata su un mobile al centro della stanza, illuminata solo da una luce bianca proveniente dal soffitto.

"Troppo semplice." Sussurro.

"Volevano che fosse così, quasi mi dispiace per quei poveretti che abbiamo massacrato. Evidentemente volevano che fossero pronti a combattere per un po' di spettacolo, probabilmente qui dentro ci sono delle telecamere e ci stanno spiando."

Benji è davanti a me, mentre molto lentamente esamina l'area.

Ironizzo. "Quindi se mi venisse voglia di compiere misfatti qui dentro con te vedrebbero tutto?"

"Sei pessimo."

"Purtroppo mi hai contagiato."

Contiene una risata. "Prendo la valigetta."

"Non vuoi vedere cosa c'è dentro?"

"Il capo ha detto di non immischiarci, facciamo come dice e andiamo via. Penso che stiano venendo dei rinforzi."

Sbuffo, mentre lui mi supera uscendo dalla stanza. "Almeno sbircia. E se ci fosse una bomba dentro? E se loro volevano che trovassimo apposta la valigetta per portarla dal tuo capo e così facendo ucciderlo?"

"Ci sono procedure per queste situazioni, Liam. Non gliela daremo semplicemente in mano con un biglietto di sola andata per l'oltretomba."

"Era figo se lo avessimo fatto noi questa procedura."

Si gira di scatto verso di me, con un volto serio, al centro della stanza disfatta con corpi in ogni angolo. E rinforzi che salgono le scale.

"Rimani al tuo posto, d'accordo?"

Sto ancora imparando, devo contenere la foga.

"Eri in una squadra non molto tempo fa, dovresti sapere che ognuno compie la sua parte."

"Per me la squadra siamo io e te, non altri."

"Beh, non nella società segreta per cui lavoriamo. Ed entrando anche tu, hai promesso di giurarle fedeltà e servizio."

Mi volta le spalle, andando verso la finestra dove siamo entrati con ancora le funi a penzoloni.

Ne prende una, si gira verso di me. "Preferisci farti catturare? Se è così posso trovare qualcun altro con cui soddisfare i pensieri che avevi prima nella stanza."

Con un sorriso diabolico inizia ad arrampicarsi con la valigetta ben salda.

Sempre malizioso, operativo. Mai qualche pensiero sentimentale nei miei confronti, avrebbe potuto dirmi di rimanere concentrato ma anche allo stesso tempo che io e lui siamo effettivamente una squadra. E invece si è limitato ad essere schietto, e a ciò che gli riesce meglio.

La freddezza. 

Virtus, la novella di 𝖫𝗂𝖺𝗆 𝖾 𝖡𝖾𝗇𝗃𝖺𝗆𝗂𝗇Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora