🍷 🌹Capitolo quattro

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🍷𝖡𝖾𝗇𝗃𝖺𝗆𝗃𝗇

I filmati delle telecamere di sicurezza non sono mai stati così monotoni, eppure dicono sia stato individuato un tizio armato che aveva intenzione di aggredire e violentare una donna, ma che non è riuscito a portare a termine il lavoro essendo riuscita a scappare. Per identificarlo, visiono le immagini senza sosta, cercando di capire dove si nascondesse il bastardo quella sera. La stanza è buia, illuminata solo dagli schermi in bianco e nero. Alcuni colleghi parlano fuori dalla porta, semiaperta, dalla quale entra uno spiraglio di luce.

Non posso fare a meno di ascoltare, mi stupisce quanto siano imprudenti a parlare così in mezzo al corridoio. Un buon agente segreto dovrebbe sapere che anche i muri hanno le orecchie. Questo denota quanto alcuni che lavorano qui sono dei raccomandati che non sanno fare il loro mestiere. Per prassi di lavoro, ascolto.

"Quindi non hai saputo cosa ha in mente il signor Stuart? Mi è parso di sentire delle dicerie, ma credo siano solo per spaventare Smith."

Liam Smith. Il mio Liam Smith?

"Pff, spaventarlo. Figurati se dopo quello che ha passato durante la sua infanzia con la sua famiglia e gli avvenimenti recenti, quanto se ne può fottere delle dicerie. In ogni caso, parlamene."

"Il signor Stuart vuole coinvolgere la sua ex squadra nella nostra società ma sembra che lui non collabori. Suppongo stesse tramando qualcosa."

"E immagini cosa?"

"No.... ma conoscendo il nostro capo, per i suoi scopi farebbe di tutto. Comunque, potrebbero essere solo dicerie."

"O, al contrario, è tutto vero."

"Fatto sta che se Benjamin Davis venisse a scoprirlo, potrebbe mandare a monte l'associazione."

"Perché pensi questo?"

"Oh, andiamo. Non dirmi che non lo sai."

Mi si gela il sangue.

"Non sapere cosa?"

"Dio, sei un cazzo di coglione. Come fai a non aver capito che quei due stanno insieme!"

"Che cosa?!" Uno di loro alza lievemente la voce. "Davis è gay?"

"Sono sconvolto quanto te, ma ne sono convinto. Non credo proprio che Stuart lo sappia, andrebbe fuori di testa. È un pazzo omofobo fascista. È il primo qui dentro a nascondere segreti, specialmente su sé stesso."

"Non voglio sapere nulla di questa storia, cazzo. Non dovevi dirmi nulla e neanche mettermi in mezzo."

Sento passi che camminano a passo felpato via di qui.

A contrasto con il mio cuore a mille e il mio respiro irregolare. 

🌹𝖫𝗂𝖺𝗆

"È tutto quello che sai fare?" Mi dice Alex in videochiamata sul mio laptop.

"Certo che no, pensa a te e a quelle coscette di pollo che ti ritrovi."

Non so se l'idea di fare allenamento insieme ma a distanza sia stata una grande idea. Io mi alleno con il bilanciere, lui sta correndo sul tapis roulant mentre si asciuga il sudore sul petto e a musica a palla proveniente dalla sua cassa.

"Potresti togliere questa musica e mettere la playlist per l'allenamento?"

"Mai" risponde. "I Chase Atlantic non si infamano."

Sbuffo, mentre continuo ad alzare e abbassare le braccia a ritmo, tenendo un respiro regolare.

"Come va con il tuo sposo?" Chiede.

"Bene" dico con respiro corto. "Lo hanno chiamato per un lavoro, è fuori adesso."

"Sicuro che non abbia una cotta per qualche suo collega?"

Lo guardo con le fiamme negli occhi dall'altra parte dello schermo.

"Era per dire!"

"Tornatene nella giungla, stronzo. Anzi, vai a controllare che Athena non se la stia facendo con quale sottospecie di Tarzan."

Ha una faccia sconvolta. "Non ci siamo proprio." Borbotta.

Qualcuno apre la porta dell'appartamento, mi volto e vedo Benji che si toglie la giacca nera della divisa e posa le chiavi, insieme agli occhiali da sole.

"Tutto bene?" Poso il bilanciere, sento il ciuffo biondo cenere sudato.

"Tutto bene." Senza neanche guardarmi, va in camera. "Vado a farmi una doccia."

Resto a guardarlo mentre cammina verso la stanza, voltandomi verso Alex che ha assistito con le sopracciglia aggrottate. Si avvicina allo schermo.

"Beh, anche tu dovresti farti una doccia. Vai con lui, io mi ritiro." Dopo avermi fatto l'occhiolino, chiude la chiamata.

Faccio come suggerisce, lo raggiunto in bagno mentre è già sotto il getto d'acqua fumante. Inizio a spogliarmi, con il cuore che mi batte.

"Non oggi" mi ammonisce con voce fredda mentre ha gli occhi chiusi e il volto rivolto verso il getto d'acqua.

"Cosa c'è che non va?"

"Non sono dell'umore, troppo lavoro da fare. Sono stanco."

Non aspetto neanche che finisca la frase, esco dal bagno e sbatto la porta. 

Virtus, la novella di 𝖫𝗂𝖺𝗆 𝖾 𝖡𝖾𝗇𝗃𝖺𝗆𝗂𝗇Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora