SORPRESA

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Si preannunciava un pomeriggio da trascorrere in compagnia di una vaschetta di gelato alla nocciola da divorare sul divano guardando per la centesima (o forse di più) volta la mia puntata preferita del telefilm che ormai seguivo da due anni. Il ticchettio delle gocce di pioggia sulle finestre era fastidioso e lo era anche la sensazione di sentirsi una totale nullità nello stare alle cinque di pomeriggio ancora in pigiama e con i capelli sfatti. Ero uno scarto della società, ma in fondo...a chi non piace non fare nulla il sabato pomeriggio? Avevo già la vaschetta di gelato in grembo e il telecomando in mano quando mi vibrò il cellulare.

"Sapevo che mi avresti chiamata, quando arriva il sabato il mio telefono conosce solo il tuo numero" era la mia migliore amica.

"Guarda non dirmi niente, so già che stai facendo..." e ovviamente mi conosceva troppo bene.

"Ti ho chiamata perché ti voglio bene e non voglio che ingrassi a causa della noia" disse con la sua solita voce comprensiva. Si, si divertiva a fare la mamma.

"Ma io non mi sto annoiando, ho seriamente fame"

"Faccio finta di crederti ok" e sapeva sempre quando mentivo e quando dicevo la verità.

"Senti Giu, stasera usciamo ti prego dimmi di si" continuò. Storsi il naso.

"Non è che mi vada tanto...e cosa dovremmo fare?"

"Usciamo con mio fratello e i suoi amici, andiamo al ristorante giapponese e poi facciamo una passeggiata" mi rispose lei, entusiasta come se avessi già accettato. Veramente per quel sabato le mie intenzioni erano tutt'altre.

"Quali amici?" chiesi con indifferenza. Il fratello di Bianca aveva un anno più di noi, era nella classe più grande e spesso frequentava ragazzi che non conoscevo proprio, perciò mi capitava di uscire con lui e la sorella e incontrare gente che non mi piaceva.

"Il suo migliore amico e tre più grandi"

"Quanti anni hanno?"

"Uff Giu, quanto sei pesante, sono bravi ragazzi...comunque diciannove"

"Mh" non sapevo se accettare. I miei genitori erano fuori e gli avevo detto che sarei rimasta a casa, non avevo proprio voglia di uscire ma comunque non volevo fare la parte dell'asociale e lasciare sola Bianca con quattro maschi.

"Non te ne pentirai tranquilla" disse sorniona.

"Cosa?"

"Fidati, c'è una sorpresa"

"Si come no...vabbè va bene, vedo di avvisare i miei in qualche modo. A che ora?"

"Perfetto! Alle otto ci vediamo in piazza. A dopo" attaccai e dopo aver a malincuore messo a posto il gelato chiamai i miei per avvisarli che avrei passato la serata fuori, e poi mi andai a vestire. Feci un restauro completo del mio corpo perchè ero davvero un disastro, e con i ragazzi più grandi non mi andava di apparire trasandata.

Alle sette e mezza uscì di casa, e mentre mi dirigevo in piazza ripensai alla sorpresa che mi aveva accennato Bianca. Ma scherzava? Ahahahaha, si era ridotta proprio male per convincermi ad uscire con lei. Poi era Viviana che bidonava sempre me e lei, non io. Eravamo un trio davvero poco affidabile.

Aspettai che la mia migliore amica arrivasse seduta su una panchina ad osservare con disinteresse tutto ciò che mi circondava. Le coppiette che si abbracciavano su panchine vicino alla mia, signori anziani che parlavano o giocavano a carte, e bambini piccoli che passeggiavano o giocavano insieme ai genitori.

Vidi Bianca, suo fratello e il suo migliore amico Gianmarco camminare verso di me.

"E gli altri?" chiesi.

"Ciao eh" rispose Luca. Era il mio migliore amico, ma recentemente avevamo litigato, non riuscivamo a chiarirci e non ci sopportavamo molto.

"Abbiamo appuntamento con loro al ristorante" mi disse Bianca. Annuì dubbiosa e insieme ci incamminammo verso il giapponese.

"Posso sapere perchè tutto questo mistero? Perchè non sono potuti venire in piazza quei misteriosi tre, e poi cosa sarebbe questa sorpresa?"

"Diciamo che i miei amici sono speciali" mi rispose Gianmarco e Luca si mise a ridere.

"Mi state prendendo in giro?" mi stavo irritando, sembrava si stessero divertendo a prendersi gioco di me.

"No Giulia, l'amico di Gianmarco è a sua volta amico di una persona importante, e se venivano in piazza avremmo attirato troppo l'attenzione" ora mi cominciavo ad insospettire: chi era questa persona importante addirittura da non poter presentarsi in una piazza per paura di catturare l'attenzione? E poi che diavolo di coincidenza l'aveva portato ad essere amico di un amico di Gianmarco?

"Posso sapere chi è questa persona almeno?"

"No, questa è la sorpresa!" sbuffai. Ok, questi non mi volevano dire nulla. Tanto a breve avrei visto tutto con i miei occhi. Camminammo ancora per un po' e poi arrivammo al giapponese. Non era il solito in cui andavamo, questo era più piccolo e riservato, e c'era poca gente. Pensai che il cambiamento fosse sempre a causa di questo misterioso ragazzo. All'improvviso vidi Gianmarco e Luca andare incontro a tre ragazzi più grandi.

"Eccoli" mi disse Bianca sorridendo, indicandoli. Li squadrai uno ad uno. E...oddio. Ah, bene.

Il mio cuore cominciò a battere fortissimo, così tanto che sentivo di più il suo pulsare che i rumori della città.

"Che ti avevo detto?" Bianca rise, dandomi una pacca sul braccio. Ero troppo emozionata per rispondere e a stento riuscivo ad articolare un pensiero logico nella testa. Aveva una camicia blu, adoravo quel colore e a lui stava particolarmente bene, e un pantalone scuro. I capelli neri erano leggermente mossi dalla brezza primaverile e gli occhi verdoni brillavano anche con la luce della notte. Io e la mia migliore amica ci avvicinammo al gruppo. Anche lei era un po' emozionata. Gianmarco e Luca mi presentarono gli altri ragazzi, Alberto e Mattia. Lui teneva lo sguardo basso e un leggero sorriso gli dipingeva le labbra, quasi stesse morendo di timidezza quando dovrebbe essere il contrario.

"Giulia lui è Carmine Buschini, ma forse è inutile che te lo presento" Carmine alzò lo sguardo e i nostri occhi si incrociarono per un attimo interminabile. Sorrise, questa volta per davvero.

"Piacere, Giulia" mi porse la mano e gli gliela strinsi. Era calda, e morbida. La mia quasi scompariva nella sua.

"Piacere mio" dissi con voce tremante. Non ero una grande fan, mi era capitato qualche volta di guardare Braccialetti Rossi solamente perchè lo vedeva mia sorella. Ma Carmine lo riconobbi, e la sua immagine nello schermo non gli faceva per niente onore rispetto a come era realmente.

Quando la realtà supera i sogni ||Carmine Buschini||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora