UNA PARTE DI NOI STESSI

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Eravamo due ragazzini in giro per la città alle due di notte. Io ero minorenne, quindi in teoria se i miei genitori si fossero svegliati e non mi avessero trovata nel letto, conoscendoli avrebbero sicuramente chiamato la polizia e sporto denuncia. Poi quando le forze dell'ordine ci avrebbero trovati potevano tranquillamente arrestare Carmine per rapimento di minore. La cosa che mi preoccupava di più era che ciò sarebbe accaduto davvero, se i miei si fossero svegliati prima del mio ritorno, quindi non mi restava nient'altro che pregare.

Afferrai il braccio di Carmine e lo guardai dritto negli occhi.

"Mi dici dove stiamo andando?"

"No, è una sorpresa" sbuffai.

"E' tutta una sorpresa con te? Capisci che mi stai portando in un luogo sconosciuto in piena notte? Ho diritto di sapere! E se per caso mi hai rapita?"

"Nessuno ti ha costretta a venire con me"

"Come no? Mi hai praticamente trascinata via da casa mia!" mi guardò, stufato.

"Zitta altrimenti ti bacio" cercò di assumere un atteggiamento autoritario, ma non ci riusciva, povero. Rimaneva sempre troppo tenero da prendere sul serio.

"Che grande punizione" bofonchiai tra me e me. Credo proprio però che Buschini mi aveva sentita, perchè non riuscì a fare un altro passo che mi prese dagli avambracci e mi girò verso di lui per premere forte le sue labbra sulle mie. Cominciò a baciarmi con voracità, la sua lingua mi stava mandando in fusione i sensi, come al solito, ma quella volta fu davvero troppo. Ci baciammo così tanto che ad un certo punto mi dolevano le labbra e non avevo più fiato. Carmine poi non accennava a fermarsi. Cercai di staccarmi ma lui oppose resistenza con le mani che aveva sulla mia schiena e quando riuscì a divincolarmi, lo guardai truce.

"Hai intenzione di soffocarmi per caso?" avevo il respiro affannoso, a stento riuscivo a parlare.

"Ti avevo detto di stare zitta" rispose lui, leccandosi soddisfatto le labbra umide e gonfie. Mi assalì di nuovo la voglia di mordergliele, ma ci eravamo baciati tutto d'un fiato per quasi due minuti e non riuscivo più a respirare. Lui però non sembrava affannato, anzi, se non mi fossi staccata io avremmo continuato.

"Mi spieghi come fai ad avere così tanto fiato?"

"Ho fatto un sacco di corsi di apnea a nuoto. So mantenere il respiro per molto. Mi vuoi mettere di nuovo alla prova?" chiese sensualmente. Ero tentata ad accettare la proposta, ma ripensando al fatto che eravamo soli in mezzo alla strada in piena notte, preferì evitare.

"Magari un'altra volta, ora portami dove solo sai tu" sorrise, mi cinse le spalle con un braccio e continuammo a camminare. Senza tacchi ero più bassa di lui di circa dieci centimetri. Mi sentivo piccola, ma non so, quella differenza di altezza mi metteva sicurezza. Lo vedevo grande e in grado di proteggermi.

Passeggiammo per molto, ero esausta, cominciai a sorreggermi a lui che forse era più stanco di me. Dopo poco mi accorsi che eravamo quasi arrivati a casa sua.

"Cosa ci facciamo vicino casa tua?"

"Aspetta un altro poco, siamo quasi arrivati" arrivammo ad un piccolo parco giochi, piuttosto isolato, non molto lontano dalla strada della sua villa. La recinzione era di legno e ad altezza di bambino, rovinata dalla pioggia e piena di increspature. Buschini aprì il piccolo cancello e mi fece entrare.

"E' questo il posto?"

"Si" cominciai ad osservare l'ambiente che mi circondava. Il parchetto era di forma circolare, pieno di piccole aiuole in cui erano cresciute delle folti colture di margherite bianche (uno dei miei fiori preferiti). Attorno ad esse, al centro, tra i pochi alberi di pino che erano cresciuti, c'erano i giochi. Un castello piuttosto alto dai colori rosso, blu e legno corroso, una casetta di sabbia, vari dondoli a forma di cavalli, orsi e delfini ... e poi alla fine le altalene. Le amavo da quando ero piccola. Quel posto era meraviglioso, la desolazione e il fascino della notte gli davano quell'aria malinconica e infantile che però non mi incuteva tristezza, anzi, mi faceva fantasticare, pensare, riflettere. Avrei voluto osservare ogni panchina, ogni mattonella, e scoprire la storia di tutte quelle scritte che le persone nel tempo avevano inciso. Promesse tra innamorati, scarabocchi di ragazzini, segni delle intemperie. Sentì quell'ambiente mio fin dal primo istante.

Quando la realtà supera i sogni ||Carmine Buschini||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora