Auror Malfoy

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Alle otto e ventidue del mattino erano entrambi seduti a fare colazione, sia per rispetto del contratto, sia perché aveva finito gli incantesimi curatori e di spalmargli una crema babbana appena venti minuti prima quindi ritennero inutile addormentarsi, si erano entrambi fatti semplicemente una doccia – ognuno nella propria camera – e si erano rincontrati in cucina.

«Quando credi possiamo discutere del contratto? Ho apportato qualche modifica e credo sia giusto che tu approvi.» per esempio ho messo un limite nel toccarmi, credo tu lo voglia sapere.

Lui alzò stancamente gli occhi dopo aver mandato giù il suo caffè. «Farò rapporto a Potter e tornerò. Mi hai compilato il certificato?»

Hermione lo allungò verso di lui e sospirò. «A patto che tu metta la crema.» lui annuì, ma già sapeva che avrebbe dovuto combattere molto per ciò. Un cenno di saluto le bastò prima di vederlo andare via. Bene, un'altra giornata solitaria l'attendeva.

Poiché gli elfi erano entusiasti di riordinare la biblioteca ed il giardino, lei trascorse il tempo a pulire la cucina manualmente. Iniziò anche a togliere tutto ciò che trovava di cupo in giro, dalle tende verdi pesanti e spesse, alle luci soffuse gialle e tristi. Il ripiano della cucina era in pietra grigia e la casa aveva sicuramente fascino e stile, ma Hermione aveva bisogno di sentirsi a casa sua in quel luogo e dato che Malfoy – suo marito – le aveva dato il consenso nel cambiare le cose, semplicemente lo fece. Aveva bisogno di luce e di fiori, non di oggetti antichi maledetti e buio.

Quando terminò con il salone e la cucina, arrivò un gufo a bussarle alla finestra.

Farò tardi.

DLM

Hermione rise, aveva sprecato appena due secondi ma almeno si atteneva al loro patto. Meglio di nulla.

Decise quindi di rispondergli, informandolo che sarebbe stata a casa dei Potter quel pomeriggio. E quindi, così fece. Sapeva che il camino delle due case era collegato poiché lui glielo aveva detto quando l'aveva riaccompagnata a casa, quindi ne usufruì liberamente. Appena mise piede in casa di Harry e Ginny, vide Albus in lontananza mentre mangiava della frutta.

«Zia!» saltò dalla sedia in modo abbastanza sconsiderato, gettandosi subito tra le braccia di Hermione.

Ginny si affacciò da dietro il muro che divideva la cucina ed il salone. «Hermione!» tra le mani aveva della frutta frullata per Lily. «Puoi fare un the?»

«Certo, tanto ho la giornata completamente libera.» la informò, dato che spesso la andava a trovare solo per pochi minuti al giorno, anche solo per consumare un pasto in compagnia e lontano dall'ospedale o dal ministero. Era contenta che anche dopo tutto quello che avevano vissuto, soprattutto dopo la sua rottura con Ron, erano comunque rimasti legati ed uniti. Trascorsero solo pochi minuti prima che la rossa raggiungesse la sua amica a tavola con il the pronto ed i suoi figli a riposare. «Allora, cosa mi racconti?»

«Dovrei essere io a chiederlo, non credi?»

Hermione alzò le spalle. «Non avrei da raccontarti niente, dato che non vedo Malfoy dal giorno delle nozze.»

«Oh, sì... l'idea di Harry di mandarlo... dove, esattamente? Irlanda?»

«Scozia!»

«Scozia esatto. È andato anche lui un paio di giorni per controllare, chissà di cosa si occupano questa volta.» Ginny annuì subito. «Sinceramente, nemmeno io ho niente di nuovo da dirti, potrei illuminarti su come ho dovuto cambiare la marca dei pannolini per mia figlia, ma credo sia ancora troppo presto per te.»

«Siamo abbastanza lontani anni luce.»

«Oh, l'ho notato quando hai vomitato dopo averlo baciato al matrimonio. Hai almeno avuto la decenza di non vomitargli addosso, o farglielo capire.»

ARDEMONIO; DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora