Haven

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"Dove hai detto che è andata Annabeth?" Mi chiese Thalia.

"Mi pare che sia andata giù in palestra con Percy." Risposi.

"Di sicuro non si alleneranno, e se lo faranno allora impiegheranno il loro tempo in vari tipi di attività fisiche oltre all'allenamento." Disse lei stravaccata sul divano della stanza che condividevamo.

Ridacchiai sommessamente. "Purtroppo nelle palestre rischi di venire scoperto facilmente ma è fattibile."

"Sembreresti parlare per esperienza." Insinuò lei.

"Come studentessa di legge mi avvalgo della possibilità di non rispondere."

"Va bene, io non so niente."

Sentii la tasca posteriore dei jeans vibrare, segno che mi era appena arrivata una notifica. Tirai fuori il telefono e vidi un messaggio di Hades che mi chiedeva di vederci in camera sua visto che Percy non c'era. Risposi affermativamente e feci per uscire.

"Io esco, ciao."

"Ciao."

Mi diressi verso la stanza del mio ragazzo. Una volta arrivata bussai alla porta già in fibrillazione come ogni volta che stavo per vederlo.
Mi aprì subito alla porta e come entrai mi appoggiò la schiena contro la parete.

Immediatamente mi baciò con una grande passione e, come d'istinto gli avvolsi le gambe intorno alla vita.

"Persefòni mou." Mi sussurrò a fior di labbra.

"Àdis mou." Risposi io.

Mentre gli stavo sfilando la maglia sentimmo bussare alla porta. Feci per scostarmi ma Hades mi tenne ferma con un grugnito.

"Chiunque sia, aspetterà." Spiegò.

Il bussare andò avanti anche dopo che lui fu rimasto a torso nudo. Poi smise quando Hades mi prese i lembi del maglione che indossavo per sfilarmelo.

Sentimmo un rumore di chiavi che girava nella toppa della porta e ci staccammo di colpo.

Percy, Annabeth e Hermes entrarono nella stanza.

"Ahh, ecco perché non avete aperto quando ho bussato."

Hades emise un grugnito di frustrazione. A quanto perva Thalia aveva sbagliato riguardo la tempistica della mia coinquilina e il suo ragazzo.

Io mi sistemai il maglione e Percy allungò al mio ragazzo la sua maglia con uno sguardo complice.

Hades gli sorrise di rimando.

Devo dire che ero molto felice del fatto che i due fossero andati fin da subito molto d'accordo. Hades mi aveva raccontato dello scambio tra i due riguardo i segni indelebili che si portavano addosso.

"Comunque, sono venuto qui per dirvi che ci troviamo tra cinque minuti nel cortile per chiacchierare. Così stiamo un po' insieme anche con i nostri rispettivi compagni di stanza." Ci informò Hermes.

Il mio ragazzo non riuscì a trattenere una smorfia di disapprovazione.

Mentre ci dirigevamo verso il cortile Percy si avvicinò al suo compagno di camera e Hermes a me.

"Allora piccolo paradiso, come ti sembrano le tue nuove Cohenquiline, come dice Ares."

Ci ragionai, Thalia sembrava simpatica ma era decisamente una di quelle persone difficili da inquadrare, anche se mai quanto Annabeth, lei era impossibile da inquadrare a meno che non te lo permettesse lei. Un po' come Athena. Il fatto era che mi sembrava così strano che uno come Percy potesse stare con una come lei. Erano completamente diversi, lui sempre sorridente e con la battuta sempre pronta. Lei sempre seria con quell'aria calcolatoria e gli occhi che ti penetrano l'anima.

"Sinceramente? Non lo so." Diedi finalmente la mia risposta ad Herm.

"Posso comprendere." Ribatté lui "Ehi ragazzi, siamo arrivati!" Esclamò poi riferito agli altri.

Ci trovavamo in una delle zone in assoluto meno frequentate del cortile, non ci passava nessuno per di la. Dei palid erano stati sistemati sull'erba per far si che ci potessimo sedere.

"Prego signori accomodatevi." Scherzò Hermy.

Ci sedermmo e potei notare che mancavamo solo noi.

"Cosa ci facciamo qui?" Chiese Hades a metà fra l'infastidito e incuriosito.

"Beh, oggi è venerdì sera e visto che non abbiamo organizzato niente a differenza degli altri anni ho deciso io di fare una serata d'apertura 'privata' diciamo così." Fece il ragazzo riccioluto seduto di fianco a me. Vedendo che nessuno aveva intenzione di aprire bocca ci pensò lui. "Ora, ognuno di voi dovrà scrivere il suo nome su uno di questi cartellini. Insieme ad una cosa che nessuno sa di voi e che non vorreste venisse rivelata, mai e poi mai."

Ancora non si sentiva una mosca volare.

"Dovremo camminare sui tetti?" Domandò Apollo ironicamente ma con una punta d'inquietudine nella voce.

"No, ho deciso di cominciare con qualcosa di più tranquillo." Fece una pausa per un evidente tentativo di suspense.

Si percepì la curiosità generale e la mia ludopatia si fece sentire. Il fiato di tutti era sospeso a causa della tensione che quel silenzio stava creando.

"Un torneo di scacchi." Completò.

Silenzio da parte di tutti.

"Sul serio riccioli d'oro?" Ares ruppe il silenzio con un'esclamazione che rendeva giustizia ai pensieri di tutti noi.

"E che cosa c'entrano le cose che nussuno sa di noi?" Domandò Athena non propriamente convinta.

"Prima scrivete e poi vi spiegherò tutto." Rispose in modo vago mentre si alzava per distribuirci delle penne a sfera accompagnate da dei cartoncini bianchi.

Fissai il cartoncino e schiacciai il pulsante in cima alla penna per farne uscire la punta. La feci scorrere sul materiale bianco per far scendere l'inchiostro in quelle fatidiche parole rese concrete da quel blu su bianco.

Io e Hades volgemmo il capo l'uno verso l'altra nello stesso momento per rivolgerci un sorriso rassicurante. Poi consegnammo il biglietto a Hermes.

"Quello che ho in mente è: giocheremo tutti a scacchi gli uni contro gli altri, non propriamente in un torneo in relatà. A estrazione dovremo fare una sola partita. Uno di noi fratelli, più Haven, contro uno dei nostri nuovi amici. Quando si perde una partita bisogna rivelare ciò che avete scritto. Io ho i cartellini, quindi che mentiate o vi rifiutiate di rivelare il contenuto di questi pezzi di carta, lo saprò."

I nostri nuovi compagni di stanza sembravano piuttosto sconcertati dalle parole di Hermes. Ma non obbiettarono.

"Ora." Fece Hermes in tono teatrale. "Estraiamo."

Giochi tra Dei e SemideiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora