Spio attraverso la porta leggermente schiusa dell’aula di criminologia. Diversi studenti sono già seduti all’interno ma tra loro non riesco a distinguere i capelli color caramello re Nut. Deve essere in ritardo.
Anche la zona della cattedra è ancora deserta. Né il professore né il suo assistente sono ancora arrivati.
L’ansia mi sta logorando unita alla curiosità di vedere finalmente il volto di questo pericoloso criminale.
Un movimento in fondo all’aula attira la mia attenzione e finisco col trattenere il respiro senza accorgermene. Forse qualcuno è entrato dalla porta secondaria e potrebbe trattarsi proprio del famoso lui.
«La lezione è già iniziata?»
Una voce maschile, bassa e calda, alle mie spalle mi sorprende ma al momento sono troppo impegnata a spiare l’interno dell’aula per voltarmi.
«No, tranquillo.» aggrotto le sopracciglia mentre vedo alcuni ragazzi prendere posto ai banchi. Tra loro non c’è Nut. «Non sei in ritardo.»
«Che sollievo.» il ragazzo alle mie spalle si abbandona ad un sospiro e percepisco il suo corpo farsi più vicino al mio.
La sua altezza gli permette di sovrastarmi e capisco che lo fa per sbirciare a sua volta.
«Stai cercando qualcuno?» il tono di voce sembra divertito e, in effetti, la situazione è particolare.
«Aspetto l’arrivo del professore.» gli rispondo sbrigativamente, non ho voglia di rivelargli le mie reali intenzioni.
«Dicono che il suo assistente sia bello quanto pericoloso.» la sua voce roca sussurra al mio orecchio e a quel punto non posso far altro che voltarmi di scatto, curiosa di capire.
Thomas è lì dinanzi a me, anzi meglio dire su di me dato che mi stringe contro la porta dell’aula. I suoi occhi scuri brillano di divertimento quando incrociano i miei, perplessi e sorpresi, e le labbra gli si piegano subito in un ghigno.
«Ancora tu?» sbotto senza riuscire a frenare la lingua. «Perché ti trovo ovunque? Mi stavi seguendo?»
Sono indispettita e non faccio nulla per nasconderlo e la mia reazione lo diverte.
«Sei tu che compari nei posti che frequento, non il contrario.» un sopracciglio scuro si inarca e il sorriso si fa più marcato. «Come in questo preciso istante.»
Abbasso gli occhi sui suoi vestiti. Sono perfetti e impeccabili come quelli del giorno precedente: un pantalone blu scuro, una camicia bianca e la giacca piegata sul braccio. I capelli sono disordinati e leggermente arricciati abbinandosi perfettamente alla rabbia che gli connota sempre lo sguardo.
«Quindi, perché sei qui?» dico e poi indico il suo abbigliamento.
«Lavoro qui.»
I suoi occhi non si staccano dai miei, studia ogni mia reazione con un’attenzione meticolosa che mi infonde un leggero disagio.
«Lavori qui? Qui all’Università?» specifico.
«Esattamente.»
«Ti hanno assunto nella segreteria universitaria?» incalzo, indispettita dal suo silenzio che accende sempre più la mia curiosità.
«Non esattamente.» il suo sorriso si allarga. «Collaboro con un docente.»
Aggrotto le sopracciglia e, quando sono sul punto di schiudere le labbra e porre l’ennesima domanda, sento un suono di passi concitati provenire dalle mie spalle.
«Tu! Stalle lontano!»
La voce di Nut la riconosco subito. Ciò che mi sorprende è il tono concitato e rabbioso con cui pronuncia quelle parole.
Mi afferra per un braccio e mi trascina vicino a lui, a debita distanza da Thomas.
«Nut!» lo chiamo sorpresa, cercando inutilmente di sottrarmi dalla sua presa ferrea. «Che diavolo stai facendo?!»
«Stai tranquillo, Rosemary mi conosce.» dice Thomas, i suoi occhi si stringono appena mentre studia il mio amico dalla testa ai piedi.
Nel sentire quell’affermazione, Nut si volta di scatto verso di me. I suoi lineamenti sono carichi di preoccupazione.
«Lo conosci?!» si rivolge direttamente a me, con gli occhi leggermente sbarrati.
«Ci siamo incrociati un paio di volte…» accenno ma vengo subito interrotta.
«Dannazione, Rose! Ti avevo detto di stare attenta, me lo avevi promesso!» la sua preoccupazione è così soffocante che cerco nuovamente di sottrarmi alla presa della sua mano dal mio braccio.
«Ma di cosa stai parlando! Mollami il braccio!»
Il nostro battibecco viene interrotto teatralmente dalla risata divertita di Thomas che rivolge, subito dopo, i suoi occhi scuri e velenosi su di me.
«A quanto pare non sono l’unico a pensare che tu sia ritardata. Anche il tuo amico ti tratta come tale.»
Nut mi molla il braccio e non perché gliel’ho chiesto.
«Come ti permetti!» urla, consumando la distanza da Thomas per affrontarlo dopo l’insulto che mi ha rivolto.
L’altro ragazzo resta imperturbabile anche quando si trova Nut ad un centimetro dal viso.
«Datti una calmata, Butter. Sai bene con chi stai parlando.» dice solamente. La sua voce gelida è carica di una minaccia che non colgo del tutto ma Nut sì.
«Come conosci il mio nome?»
«Conosco tutto di te, Peanut Butter.» il sorriso scompare e indurisce la mascella mentre punta le iridi scure negli occhi del mio amico. «So tutto di tutti voi. Quando inizio un nuovo lavoro mi piace conoscere ogni cosa delle mie vittime.»
Il mio cuore ha un sobbalzo nel sentire quelle ultime parole e, finalmente, capisco.
«Tu… tu sei l’assistente del professore!» spalanco gli occhi e il respiro mi manca.
Gli occhi neri di Thomas si rivolgono per un solo istante su di me. Riesco a scorgere la rabbia che lo sta divorando dall’interno e che un attimo dopo rivolge su Nut.
«Ti aspetto dentro, Butter. Cerca di fare il bravo.»
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The Devil's Garden
ChickLitRosemary è una ragazza come tante. Ha iniziato a frequentare l'Università di Boston e lavora in una caffetteria. La sua quotidianità sta per essere stravolta dall'arrivi di un misterioso assistente...