Capitolo 9 ~ L'assistente criminale

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Non posso credere a quello che ho scoperto.

Il ragazzo della caffetteria, Thomas, altro non è che il criminale che il professore ha deciso di prendere come assistente.

Sono frastornata e incredula. Tutto mi sarei aspettata fuorché questo.

Alzo lo sguardo su Nut che è rimasto lì a fissarmi in silenzio.

La ruga al centro della sua fronte è ancora più profonda del solito e i suoi occhi sono accesi dalla rabbia.

«Non lo sapevo…» mormoro cercando di giustificarmi. «È un cliente della caffetteria, come potevo immaginare che fosse…»

Mi muoiono le parole sulle labbra e Nut scuote il capo.

«È per questo che ti ho chiesto di stare attenta, di badare ad ogni minimo segnale e di non farmi stare in pensiero.» la sua voce è dura e d’istinto abbasso lo sguardo sulle mie mani.

«Ho sentito delle voci sul suo conto…» aggiungo. «Sembra abbia organizzato un attentato al presidente e poi…»

Nut si avvicina di colpo e mi stringe le mani nel tentativo di rasserenarmi.

«La gente ama spettegolare, lo sai.» cerca di farmi ragionare ma nei suoi occhi vedo ancora la preoccupazione. «Solo il professore sa di che crimini si è macchiato, nessun altro.»

Si volta a guardare la porta spalancata dell’aula, così come Thomas l’ha lasciata.

«Devo entrare. Non so cosa ha in mente ma è l’assistente del professore e questo è l’esame più importante del mio corso di studi.» sospira e scuote di nuovo la testa sconfortato.

«Vengo con te.» dico seria.

«Ma non hai lezione oggi?»

Non fa in tempo a fermarmi che già mi sono fiondata nell’aula alla ricerca del posto migliore per osservare la cattedra e, ovviamente, Thomas.

I suoi occhi neri mi seguono mentre mi accomodo in terza fila e il modo in cui piega le labbra mi lascia supporre che sia compiaciuto.

«Rose.» Nut prende posto al mio fianco. «Perché cavolo hai deciso di rimanere?»

«Voglio sentire.»

Incrocio lo sguardo con quello di Thomas e resisto all’impulso di abbassarlo. Non gli permetterà di intimidirmi.

«Buongiorno a tutti.»

Il professore fa il suo ingresso nell’aula con un enorme sorriso stampato sul volto. Lo indirizza all’intera platea irrigidita sulle sedie.

L’uomo è abbastanza alto e magro, i capelli rasati e il volto sempre allegro. Mi ha sempre dato l’idea di essere una brava persona e forse è per questo motivo che ha permesso a un detenuto una seconda occasione.

«Buongiorno professore.» lo saluta Thomas con un sorriso appena imbarazzato.

L’uomo gli si avvicina e gli assesta una pacca affettuosa sulla spalla.

«Thomas, come sta andando?» rivolge un’occhiata ai suoi vestiti e poi un nuovo sorriso. «Spero tu ti stia abituando a questo ambiente.»

Il ragazzo accenna ad un sorriso ma non risponde direttamente.

«So che molti di voi si sono lamentati con il rettore per questa decisione di avere Thomas con noi, come mio assistente.» il professore si rivolge improvvisamente a tutta la platea.

Nessuno osa intervenire ma tutti ascoltano con attenzione, me compresa.

«Sappiate che né io né il rettore abbiamo alcuna intenzione di cambiare idea. Thomas ha scontato la sua pena e la nostra Università gli ha proposto questa collaborazione per permettergli di ultimare gli ultimi anni di carcere con un lavoro socialmente utile.»

«Quello che tutti noi vorremmo capire…» a parlare è proprio Nut, al mio fianco, e quel suo intervento mi fa trasalire. «… è perché ha ritenuto la sua presenza fondamentale.»

Il professore rivolge subito lo sguardo verso la nostra direzione e la stessa cosa fa Thomas. I suoi occhi sembrano farsi più scuri quando riconosce il viso di Nut eppure riesce a mostrare un’espressione impassibile.

«Questo è un corso di criminologia.» esordisce il docente, mostrando un sorriso accogliente. «Chi se non un criminale potrebbe aiutarvi a calarvi al meglio nella loro mente?»

La domanda è rivolta a Nut ma con lo sguardo l’uomo ricerca la complicità dell’intera aula.

«Permettetegli di mostrarvi le sue capacità.»

Il professore parla in modo così serio e convincente che mi ritrovo ad annuire senza neanche rendermene conto. Mi sorprendo di me stessa.

«Ma questa persona ha una stanza personale nel dormitorio, lo condivide con tutti noi, e non sappiamo neanche di quali crimini si sia macchiato…» è ancora Nut ad intervenire e questa volta il sorriso del professore si spegne del tutto.

«Questo è un argomento che non vi deve interessare in alcun modo.» risponde in modo così duro che sembra calare il gelo su tutti noi. «Thomas ha il diritto di poter ricominciare con la sua vita indipendentemente da ciò che è stato il suo passato.»

Il diretto interessato, ovvero Thomas, non fa che ascoltare in completo silenzio ciò che viene detto. I suoi occhi scuri saettano dal professore, all’aula, a Nut e, di tanto in tanto, lo ritrovo a studiare anche il mio viso.

Non sembra importargli fino in fondo della discussione in atto né appare ferito dai dubbi insinuati sul suo conto. Le labbra leggermente piegate in un accenno di sorriso fanno capire che si sta divertendo.

The Devil's GardenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora