Even If You'll Never Wake Up. MINSUNG

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>Dove Jisung è in coma e Minho, il suo migliore amico, gli scrive una lettera che pensa non leggerà mai perché crede che Jisung non si sveglierà.

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16/07/2022
ciao jisung, sono minho.
te lo scrivo anche se so che non ti sveglierai: ti amo.

ti ho amato, ti amo e ti amerò per sempre.

quel giorno, sotto la neve, non dovevi scappare di casa e guidare sulla la strada scivolosa di dicembre.
è tutta colpa mia se ti sei arrabbiato e sei scappato da casa nostra.

non avrei mai dovuto guardare nei tuoi cassetti, ma tu non avresti mai dovuto bruciarti di nascosto con l'accendino.

mi sono incazzato con te solo perché mi sono sentito male nel scoprire che la persona che amo si bruciava, e che non aveva mai voluto dirmelo.
tenendomi allo scuro di una cosa così grave.

anche se stiamo parlando di te che ti bruciavi, è tutta colpa mia se sei in coma.
è tutta colpa mia che se appena ti sveglierai, quindi mai, mi odierai e non mi vorrai più parlare.
lo capisco sungie.

però mi manchi.

mi manchi da impazzire.

è da 7 mesi che ogni notte senza di te è gelida, come quella notte. anche adesso che è estate devo mettermi il piumone.
perché senza il tuo calore corporeo l'atmosfera a casa è fredda. artica.

perché ho rovinato tutto?
non so se avrei preferito non trovare quell'accendino o meno.
ti saresti fatto del male comunque. sia in un modo che nell'altro.

mi dispiace.

tu non sai quanto mi sto odiando e quanto sto odiando vivere.

perché non ci sei tu.

dovrei esserci io al tuo posto, su quel lettino di ospedale in un limbo tra la vita e la morte.
tu non meritavi tutto questo, tu meritavi il mondo, ed io sarei stato al tuo fianco dandotelo tra le mani.

io proprio quel giorno volevo chiederti di essere il mio ragazzo.
volevo mettere una scatoletta di velluto(contenente due anelli di fidanzamento uguali) nel tuo cassetto, cosicché tu la notassi, mi venissi a chiedere cosa fosse e ti avrei chiesto di essere il mio ragazzo.

se fosse possibile vorrei tornare indietro nel tempo così da non farti scappare di casa, risolvere la questione e chiedertelo.
purtroppo, tutto ciò posso solo immaginarlo, sognarlo.

se mai ti sveglierai e vorrai odiarmi, non ti fermerò.
perché è quello che mi merito per averti mandato in coma su quel merda di lettino, con quella tunica a pois dell'ospedale e tutti quei macchinari attaccati al corpo.

domani verrò a portare la lettera e la metterò sul comodino della tua stanza.

spero che tu ti sveglia, perché non ce la faccio più ad aspettare di baciare le tue labbra rosee, toccare le tue guance paffute, circondare con le mie braccia i tuoi magri fianchi, passare le mie dita in mezzo ai tuoi setosi capelli al cocco e olio di argan, abbracciare il tuo corpo la notte per addormentarmi, ascoltare i tuoi sogni più strambi, guardare con te anime, coccolare il tuo corpo come se fosse fatto di vetro, riuscire finalmente a porre fine al dolore che sto provando da mesi.

non so se tu ti sveglierai mai da quel coma, i dottori dicono che stai migliorando e che sei stabile.

voglio solo stringerti dalla mattina alla sera, anche la notte.

ti amo.
e ti amerò sempre,
anche se tu non ci sarai più.

>minho


#minho's pov
mi trovavo davanti all'ospedale dove era ricoverato jisung.
non sapevo se volevo entrare o no.
una parte di me urlava di sì, l'altra sussurrava no.
"fanculo" sussurrai entrando nell'edificio, dirigendomi verso la stanza di jisung al quinto piano.



appena aprii la porta della stanza lo vidi tranquillo,
seduto sul lettino intento a leggere romeo e giulietta.
il suo romanzo preferito.

i nostri occhi si incontrarono, ed i miei si allagarono di gocce salate da subito.

gli corsi addosso abbracciandolo, singhiozzando sulla sua spalla destra.

"minho..." iniziò con voce tremante, segno che stava per abbandonarsi anche lui ad un pianto.

"...hai v-visto? m-mi sono svegliato dal c-coma..." il suo tono della voce da normale si ridusse ad una specie di sussurro.

ricambiò il mio abbraccio e anche dai suoi occhi iniziarono a scendere lacrime.

i nostri pianti continuarono l'uno nelle braccia dell'altro per forse un quarto d'ora,
e dopo esserci calmati entrambi gli diedi la lettera,
all'inizio un po' titubante sul da farsi.

"l'avevo scritta ieri, volevo portartela oggi e pensavo fossi ancora in coma..." confessai con voce ancora un leggermente tremante,
tirando su con il naso.

"t-tu...mi a-ami?" chiese, di nuovo sull'orlo di piangere.
"si, jis. dal primo sguardo che mi hai rivolto." risposi.

in men che non si dica si fiondò sulle mie labbra,
iniziando un bacio per niente molesto con nessun retrogusto di malizia,
solo pieno di amore,
nostalgia,
malinconia,
rabbia,
tristezza,
e di tutto e di più.











2 anni dopo
erano passati 2 anni dal risveglio di jisung.
non dimenticherò mai il suo sguardo quando entrai nella sua camera d'ospedale mentre leggeva romeo e giulietta:
era calmo, spensierato, tranquillo.

da quando eravamo amici,
non avevo mai visto questo sguardo addosso a lui.
finalmente non si tormentava più,
era libero da ogni pensiero.

ci è voluto un po' per ristabilizzare la situazione da conviventi,
ma siamo riusciti a portare di nuovo tutto alla normalità,
come prima.

anche se la situazione non era come prima,
perché prima io e jisung eravamo migliori amici,
adesso siamo fidanzati.

pure se stiamo insieme da soli 2 anni,
ho già in mente di chiedergli di sposarmi,
però le nostre famiglie si odiano.

proprio come nella storia di romeo e giulietta.

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