Capitolo 12

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Elian De Andreè

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Elian De Andreè

È passato un mese da quella confessione, un mese che ho passato ogni giorno a svegliarmi per andare nella mia nuova scuola con la mia nuova fiamma di fianco in un piccolo banco di scuola nel liceo scientifico di Roma, un mese passato a ridere per farla ridere anche se alla fine faceva ridere sempre un po' più lei a me nei momenti più inopportuni che mi sono rammentato di ricordare, un mese passato a scattarle foto venendo trafitto con un'occhiataccia dal soggetto impresso in un piccolo quadrante che non le dà giustizia, e un mese passato come una giornata senza notte, e dico una sola giornata perché col suo sorriso il sole non è mai calato.

Era tutto capelli chiari color caramello, flash di foto durante le lezioni finendo con la macchina fotografica sequestrata, merende alla ricreazione rubate e rincorse per tutta scuola per quando ci infastidivamo a vicenda. E Luce.

Dall'esterno, non si capiva se ci odiavamo o amavamo.

Io pensavo solo "Luce di qua", "Luce di là", o "Luce interrogata?" e quando capitava l'ultima mi sono quasi sempre offerto volontario ricevendo in cambio da lei uno sguardo che urlava sposalizio immediato. E lo adoravo, fino a quando si trattava di materie letterarie, per le scientifiche lei prendeva il mio posto e in quei momenti mi sarei fatto orafo commissionando i nostri anelli nuziali.

Morale della favola? Volonterosi di salvarci a vicenda ci siamo ritrovati più volte con un bel 5 in materia, che però a me non dispiaceva, mi dava scusante per parlarle ancora e ancora.

La tartassavo di domande sulla fisica e lei alle due del pomeriggio spaccate proprio dieci minuti dopo la campana dell'uscita mi scriveva chiedendomi il senso della lingua morta denominata latino che, in compenso, stava portando in tomba la splendida ragazza che da parlare tanto già di suo, ha iniziato a discutere con me, dialogare con me, e stare con me ogni giorno.

Ci coincidevamo a vicenda, pescando ogni piccolo dettaglio da trasformare in una delle nostre lunghe chiacchierate che ci occupavano nottate intere insonne, solo per più tempo a pensarci.

Elian pensa Luce? Troppo semplice...

Luce pensa Elian? Beh...

Tutti quesiti impossibili, quelli delle equazioni per ogni grado che le mandavo e mi rigirava, quelli del questionario di storia moderna che non le piaceva proprio, quando io una sola domanda avrei voluto porle.

Una che fosse possibile da contemplare, perché un mese è passato dalla prima volta che la rivolsi a me stesso senza più smettere.

Non la mostrerò al mondo intero la mia domanda, la prima che dovrà udirla sarà solo una persona, colei alla quale spetterà rispondere.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 20 ⏰

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