CAPITOLO 1
30 Maggio 2019 – Istanbul, Turchia
Ore 5.25
Allāhu Akbar (Iddio è Sommo), Allāhu Akbar, Allāhu
Akbar, Allāhu Akbar...
Questo grido udito al di fuori del mio appartamento di Sultanahmet mi fa quasi cadere dal letto. Cerco di alzarmi, ma la testa mi sembra esplodere. Non riesco a levarmi perché mi ritrovo completamente avvolto nelle
lenzuola. Provo ad aprire bene gli occhi e a mettere a fuoco la stanza; mi appare il soffitto con travi di legno dipinte di un bianco che ormai, con il passare del tempo, è sempre più invecchiato e ingiallito, con numerose e sfarzose decorazioni in stile un po' barocco.
Ašhadu an lāilāhillāAllāh (Attesto che non v'è dio se non Iddio), Ašhadu an lāilāhillāAllāh...
Il grido fuori dalle mie finestre continua
incessante...Ašhadu an lāilāhillāAllāh (Attesto che non v'è dio se non Iddio) Ašhadu an lāilāhillāAllāh...
Riesco a scendere e ad appoggiare un piede e mi tiro su repentinamente, ma qui l'ipotensione ortostatica mi gioca un brutto scherzo e la camera inizia a girare;
aspetto che le suppellettili finiscano di danzare.
Qualche secondo e gli oggetti si fermano e allo stesso tempo riprende la mia emicrania, dovuta a un'ernia cervicale. Dio mio, cosa darei per aver qui il mio osteopata! Mi avvicino alla finestra e l'apro in questa bellissima alba, di primavera anatolica.
Ašhaduanna Muḥammadan RasūlAllāh (Attesto che Maometto è l'Inviato di Dio), Ašhaduanna Muḥammadan RasūlAllāh...
Mi accorgo che di fronte alla mia finestra svettano dei minareti altissimi: sono quelli della Moschea Blu. È l'alba a Istanbul e il muezzin sta richiamando i fedeli alla preghiera...
Ḥayyaʿalā al-salāt (Orsù alla preghiera), Ḥayyaʿalā al-salāt... Ḥayyaʿalā l-falāḥ (Orsù alla salvezza),
Ḥayyaʿalā l-falāḥ...
Per me che sono andato a letto circa tre ora fa è un trauma pazzesco. Il tono è alto e profondo. Il muezzin chiama, il popolo risponde. Per un ateo come me può sembrare un'assurdità, ma ha un fascino tutto orientale...
Allāhu Akbar (Iddio è Sommo), Allāhu Akbar...
... Lāilāhillā Allāh (Non v'è dio se non Iddio)...
Poi finalmente giunge il silenzio tanto agognato dalle mie orecchie, quando sta quasi per sorgere il sole. Sono completamente scioccato del risveglio traumatico che
mi è capitato, stento a capire dove sono e cosa sto facendo, mi metto la testa tra le mani nella speranza che avvenga il miracolo e che il mal di testa sparisca.
Ho affittato un appartamento nel cuore della città turca, la mia nuova compagna ha pochi giorni di ferie e io devo staccare la spina dalle giornate piatte e stagnanti che mi hanno accompagnato in questo periodo in Italia.
Da quando Greta se n'è andata è stato un disastro, fino a un mese fa, quando ho conosciuto Ayla, bellissima
donna turca. Un rapido corteggiamento e il primo weekend insieme, proprio qui, in questa immensa città al confine con l'oriente. Mi chiedo come possa continuare a dormire con tutto il frastuono che c'è stato, guardo verso il letto e non la trovo dove pensavo fosse;
evidentemente sarà andata in bagno, svegliata dal richiamo religioso, forse si sta facendo le abluzioni per prepararsi a pregare. Mi avvio nell'altra stanza e apro la porta in legno, anch'essa bianca come il soffitto e
anch'essa ricoperta da inserti color oro; percorro rapidamente il corridoio lungo e stretto che unisce la
camera da letto alla zona giorno, e busso alla porta del bagno che si trova a metà del corridoio. Nessuna risposta.
Riprovo: "Ayla? sei qui?", dico con voce roca e rotta dal sonno.
"Ayla?"
Apro la porta del bagno e non c'è nessuno, mi dirigo verso il soggiorno, apro la porta e vengo accecato dalla luce che ormai entra nell'appartamento. Sulle finestre non ci sono tende oscuranti e quindi la stanza è piena
di luce. Passa un secondo mentre gli occhi si abituano alla nuova luminosità: "Amore, sei qui?", dico sfregandomi gli occhi, ma non ottengo nessuna risposta. Il soggiorno è piccolo, con un vecchio divano
e un angolo cottura così vintage che ci avrà fatto da mangiare anche un sultano ottomano.
Ayla non è qui, l'unica chance è provare a chiamarla, ma dove ho lasciato il mio iPhone? Ah, sì, in camera in carica. Torno sui miei passi un po' ondeggianti, attraverso il corridoio cercando di imprimere un passo
più veloce alla mia camminata, entro in camera e riguardo sul letto: di Ayla nemmeno l'ombra.
Voglio vederci chiaro in questa faccenda!
Prendo il telefono dal comodino, tolgo il cavo e
compongo il suo numero. Dopo qualche squillo lascio perdere... Perché non risponde? Il suono che sento nel mio telefono cessa ed entra in funzione la risposta automatica con la segreteria.
Ayla può essere uscita senza avvisarmi e lasciando lo smartphone chissà dove...
Torno alla finestra, siamo al terzo piano, guardo sotto e vedo che Istanbul, dopo la preghiera, ha iniziato a vivere.
Sedici milioni di persone iniziano a muoversi e a incrociarsi per le vie della città in maniera frenetica, come le api operaie vicine al favo. Provo a richiamare Ayla, sento il suo telefono e finalmente lo scorgo sul pavimento vicino al letto, faccio per avvicinarmi a raccoglierlo e la vedo: è sdraiata vicino al letto, dalla
sua parte, con il volto rivolto verso il basso.
"Ayla, sei qui... Che scherzi del cazzo, alzati..."
Nessuna risposta.
"Alzati, dai..." continuo a implorare, sempre più spaventato.
Mi piego in avanti e la sfioro con la mano, con un gesto dolce come tutte le mattine in cui ci siamo svegliati insieme. È congelata. Ma che sta succedendo?
Le vado sopra e la giro. Mi appare il suo volto,
cianotico, con gli occhi sbarrati pieni di morte. Mi scappa dalle mani, la paura mi fa sobbalzare e cado all'indietro urlando: "Cosa diavolo è successo?".
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I vortici dell'anima
Misterio / SuspensoSantiago vive a Roma, laureato in fisica passa la vita da solo in un appartamento della Capitale. Si mantiene scrivendo dei racconti, ma le royalty non sono un granché. Decide di andare a trascorrere qualche giorno nella città anatolica di Istanbul...