Capitolo 5

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Entri in casa del tuo padrone “Marty il padrone non c’è. Ha detto di aspettarlo qui, sul divano, solo con le mutandine.”. Annuisci ed entrambe vi spogliate. Elena porta i vestiti in camera sua e li ripone sul letto. Vi sedete e iniziate a chiacchierare, la chiacchierata diventa una discussione. Siete nel bel mezzo di una litigata quando lui torna, non ve ne accorgete. “BASTA!”. Vi alzate spaventate, iniziate a parlare l’una sopra l’altra “ha iniziato lei. – No è stata lei. – Io non volevo litigare.” Un pugno sulla cassettiera vi zittisce e abbassate la testa. Si allontana e torno poco dopo con una borsa, estrae una corda. “Martina togli le mutandine e vieni qui”. Esegui. Passa la corda attorno alla tua vita, poi la fa scendere tra le natiche, la tira, è ruvida e gratta la tua pelle. Ti apre le grandi labbra e fa entrare la corda, tira ancora, la senti schiacciare e grattare il clitoride. Lega quel lembo di corda alla parte attorno alla vita. “Siediti davanti al tavolino”. Esegui velocemente. Il padrone posa un hook sul tavolino “riempilo di saliva”. Inizi a leccarlo e succhiarlo.

“Elena, a 90 al divano”, esegue. Senza dire nulla il padrone inizia a sculacciarla da sopra le mutandine, lei si dimena, si lamenta. Ti ecciti, senti la corda bagnarsi. Dopo circa 10 minuti abbassa le mutandine di Elena, gliele sfila e le infila nella sua bocca, prende il frustino di cuoio e ricomincia a sculacciarla. Piange, cerca di schivare i colpi, poi con le mani cerca di ripararsi. “Cosa fai puttana!” le dice il padrone mentre si siede sul divano e se la tira sulle gambe “Martina vieni qui”. Esegui. “Tienile le mani ferme dietro la schiena”. La tieni con forza mentre lui continua a sculacciarla, ma ha cambiato strumento, sta usando un paddle in legno. Le natiche di Elena sono rosse, si stanno riempiendo di lividi. Si è lasciata andare, è stremata. Il padrone si ferma, la accarezza e lei si contrae, deve farle molto male. Lui si alza e la sistema sul divano. “Tu”, dice rivolgendosi a te “in piedi”. Ti alzi e ti trascina davanti alla porta della sua camera, dalla quale pende un gancio dal centro della porta. Ti lega le mani, poi te le solleva e aggancia la corda al gancio. Toglie la corda dalla tua figa, la senti staccarsi, fa male. Ti guarda e decide di accorciare la corda che ti tiene al gancio, sei sulla punta dei piedi. “Stai ferma”. Annuisci e cerchi di non muoverti. Senti qualcosa di freddo sul tuo ano, preme, spinge, entra. Un lamento esce dalle tue labbra. Riconosci l’hook. Un collare di pelle rossa avvolge il tuo collo, lo chiude e vedi che il padrone fa passare una corda nell’anello. Gira il collare in modo che l’anello sia dietro, poi la corda viene collegata all’hook. La tira e sei costretta a stare con la testa all’indietro. “Apri la bocca”. La apri, ti mette la ball gag ad anello e ti lascia li.

“Sveglia” lo senti dire ad Elena. Poco dopo la senti lamentarsi. Non vedi niente ma i suoi lamenti ti eccitano, senti i tuoi umori colare lungo l’interno coscia.

La porta davanti a te “guarda Elena, guarda Martina com’è brava” poi le sputa in faccia. Nonostante la testa all’indietro riesci a intravedere che la sta trascinando per i capelli. La fa inginocchiare davanti a te, una sculacciata fortissima ti fa sussultare “apri le gambe cagna”. Esegui e la lingua di Elena inizia a pulire i tuoi umori lungo le gambe. Una lunga serie di frustate si avventa sulle tue natiche e sulla tua schiena, resti ferma più che puoi. Il dolore diventa troppo, non puoi parlare, puoi solo piangere. Poi non riesci a trattenerti e fai pipì sul viso di Elena. Beve più che può, il padrone soddisfatto ti dà un leggero bacio sulla spalla. “Elena, pulisci anche il pavimento”. Si mette carponi e inizia a leccare, si gira di spalle a te e vedi che nell’ano ha uno speculum che la sta aprendo all’inverosimile. Ti ecciti ancora di più, il padrone se ne accorge e ti mette una molletta sul clitoride. Ti dimeni per il dolore, le sue dita torcono i tuoi capezzoli, poi si sposta.

Vi ha lasciato lì sole, Elena ha avuto ordine di stare a pecorina a gambe bene aperte. Una fuck machine la sta scopando, ma ha ricevuto ordine di non venire. Guardi le sue natiche, il rosso sta svanendo ma sono piene di lividi. Non riesci a non eccitarti, il tuo clitoride si indurisce ancora e ti ricorda della molletta. Sentite i suoi passi, quando arriva è completamente nudo, si inginocchia dietro Elena e le urina nell’ano ancora aperto dallo speculum. Poi si avvicina a te e ti toglie la molletta. Ti lamenti, è doloroso. Ti slega le mani, ti lascia sgranchire un po’ le braccia poi te le lega dietro la schiena. “Padrone non riesco più a controllarmi, la prego” dice Elena. “Puoi godere, fino a quando lo decido io”. Mentre ti rilega le mani al gancio sulla porta la senti esplodere in un violento orgasmo.

Sei a 90, le braccia dietro di te all’indietro legate al gancio, non hai più né hook né ball gag. Il collare ora ha un guinzaglio che il padrone tiene tra le mani. Ti sta facendo impazzire, senti il suo cazzo entrare e uscire da te, finge di scoparti, te lo fa credere. Guardi Elena che è distrutta dagli orgasmi, sotto di lei un lago di urina e umori. Ti mordi le labbra, poi una spinta violenta dal padrone e una scopata frenetica ha inizio. Godi con tutta la forza che hai, urli di piacere. Senti i suoi sospiri sulla tua schiena, si sta godendo appieno le vostre urla di piacere. Due dita violano il tuo ano, urli a un orgasmo violentissimo. Non si ferma, ora il suo cazzo ti sta inculando con forza, le sue dita ti torturano il clitoride, vieni ancora, e ancora, e ancora. Finché il suo cazzo pulsa dentro di te.

Siete slegate, sul letto, stremate. Chiudete gli occhi e tutto diventa leggero.

La nuova vita di Martina Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora