𝐶𝑎𝑝𝑖𝑡𝑜𝑙𝑜 4: 𝑁𝑢𝑜𝑣𝑎 𝑣𝑖𝑡𝑎

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Qualcuno stava...
Bussando.

Il mio cuore iniziò a battere all'impazzata, ed io per tutta risposta balzai giù dal letto.
Corsi verso il balcone e aprii.
Il vento mi mosse i capelli, mentre i miei occhi si dilatarono per l'emozione.
Fyodor...

"Fyodor..."
"Ciao Tsuki!" Fyodor si comportava come se ci fossimo visti il giorno prima.
Non era cambiato di una virgola: se io ero, giustamente, cresciuta, lui era identico a quando l'avevo incontrato per la prima volta.
Mi sembra di essere ritornata a tre anni fa...
"Mio dio, tu non puoi capire la paura che avevo che ti fossi dimenticato di me..."
Lui si mise a ridere.
"Io non mi scordo mai niente! Vedo che sei cresciuta!" Notò compiaciuto.
"Davvero...?"

"Sì, sei più alta e i tuoi capelli sono più lunghi! Anche il tuo viso è leggermente cambiato! In fondo sono passati tre anni, è normale!"
"Io invece non mi spiego come fai ad essere uguale a tre anni fa."
"Segreto!" Esclamò portandosi l'indice alle labbra.
Iniziai a sorridere a pieni denti: era sempre lo stesso Fyodor.
"Mi sei mancato..."

Entrò nella mia stanza.
"Allora, vogliamo andare?"
Lo guardai eccitatissima.
"È la frase che sto aspettando da tre anni!"
Mi cambiai velocemente mentre Fyodor mi aspettava fuori. Indossai un pantalone comodo e una felpa, e subito dopo lo raggiunsi.

"Ti ho sentita prima."
"Uh?"
"Non stavi scherzando quando volevi uccidere!"
"No."
"E neanche adesso, vero?"
"Adesso...?" Ci guardammo un secondo, poi capii cosa intendeva. "Beh... Neanche adesso sto scherzando, se è quello che vuoi sapere e quello che ti serve."
"Ottimo." Aggiunse con sguardo malizioso.
"So già chi voglio uccidere."
"Sì?"
"Ah-ah."
"Per farti entrare nei Topi devo per forza controllare se sei psicologicamente e fisicamente capace di commettere un omicidio. E sono più che sicuro che lo sei!"
"Andiamo."
Sapevo chi è che dovevo uccidere.
Era un'occasione per mettere fuori gioco chi mi avrebbe messo i bastoni tra le ruote.
A noi due...
Denbe.

Arrivammo a casa sua, e subito ci infiltrammo da una finestra aperta.
Tutte le luci erano spente, stavano tutti dormendo.
Una rottura di palle in meno.
Andai avanti e raggiunsi la stanza di Denbe.
La porta era chiusa, ma fortunatamente non a chiave.
Mi correggo: due rotture di palle in meno.

Prima che aprissi la porta, Fyodor mi bloccò.
Non mi ero ancora abituata al buio, quindi non vedevo cosa volesse.
Mi prese la mano, me la aprì e ci mise qualcosa dentro.
Tastai meglio l'oggetto: era un coltello.
Sorrisi al pensiero di avere un'arma con me.
FINALMENTE POSSO IMPUGNARE QUALCOSA DI ILLEGALE.

Entrai cautamente nella stanza, e subito vidi che, quello che doveva essere il mio futuro marito, dormiva col lumino per bambini acceso.
Ma che cazzo-?
Guardai meglio, e capii. Aveva paura del buio.
Cagasotto.
Stava abbracciando il cuscino, e nel mentre parlava nel sonno.
"Ohhh sì, Tsuki-chan... Così... Mhhh..."
Notai anche un'erezione nei suoi pantaloni.
...MI STA DECISAMENTE VENENDO DA VOMITARE.
Vabbè, almeno muore felice.

Arrivata vicino a lui, appoggiai il coltello sull'arteria carotide del suo collo.
Addio, Kobayashi Denbe. Sappi che non mi mancherai.
Con un movimento deciso, gli feci un taglio profondo.
Schizzò sangue dappertutto, anche su di me, ma non mi dispiaceva affatto.
Iniziai a ridacchiare sottovoce.
Ero dannatamente felice.
Succhiamelo, bastardo.
Alzai la testa sorridendo.
Provavo una soddisfazione indescrivibile, a parole non riuscirei a spiegarla, ma era una sensazione meravigliosa.

Ad un tratto, una mano fredda mi riportò alla realtà.
"Andiamo." Mi disse Fyodor sottovoce.
Uscimmo fuori, e la luce della luna mi mostrò quanto effettivamente ero sporca.
"Sì, sei decisamente capace di uccidere!" Grazie al cazzo. "Sei davvero fantastica, Tsuki! Tsuki?" Non avevo ascoltato nemmeno una parola. Stavo fissando le mie mani. Erano piene del sangue di Denbe.

𝑻𝒆𝒓𝒓𝒐𝒓𝒊𝒔𝒕 𝑳𝒐𝒗𝒆~𝑭𝒚𝒐𝒅𝒐𝒓 𝑫𝒐𝒔𝒕𝒐𝒚𝒆𝒗𝒔𝒌𝒚 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora