𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟏𝟐

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"𝐒𝐨 𝐰𝐨𝐧'𝐭 𝐲𝐨u 𝐩𝐥𝐞𝐚𝐬𝐞 𝐬𝐩𝐚𝐫𝐞 𝐦𝐞 𝐢𝐧𝐝𝐢𝐠𝐧𝐢𝐭𝐲?
𝐀𝐧𝐬 𝐰𝐨𝐧'𝐭 𝐲𝐨𝐮 𝐩𝐥𝐞𝐚𝐬𝐞 𝐠𝐢𝐯𝐞 𝐦𝐞 𝐬𝐨𝐦𝐞 𝐝𝐞𝐜𝐞𝐧𝐜𝐲?
𝐀𝐧𝐬 𝐰𝐨𝐧'𝐭 𝐲𝐨𝐮 𝐩𝐥𝐞𝐚𝐚𝐞 𝐜𝐚𝐥𝐥 𝐢𝐭 𝐢𝐟 𝐨𝐮𝐫 𝐭𝐢𝐦𝐞 𝐢𝐬 𝐭𝐡𝐫𝐨𝐮𝐠𝐡?
𝐂𝐚𝐮𝐬𝐞 𝐈 𝐤𝐧𝐨𝐰 𝐭𝐡𝐚𝐭 𝐰𝐞 𝐟𝐚𝐥𝐥 𝐚𝐩𝐚𝐫𝐭 𝐰𝐡𝐞𝐧 𝐧𝐨𝐭𝐡𝐢𝐧𝐠'𝐬 𝐧𝐞𝐰, 𝐧𝐨𝐭𝐡𝐢𝐧𝐠'𝐬 𝐧𝐞𝐰 "

"𝐒𝐨 𝐰𝐨𝐧'𝐭 𝐲𝐨u 𝐩𝐥𝐞𝐚𝐬𝐞 𝐬𝐩𝐚𝐫𝐞 𝐦𝐞 𝐢𝐧𝐝𝐢𝐠𝐧𝐢𝐭𝐲?𝐀𝐧𝐬 𝐰𝐨𝐧'𝐭 𝐲𝐨𝐮 𝐩𝐥𝐞𝐚𝐬𝐞 𝐠𝐢𝐯𝐞 𝐦𝐞 𝐬𝐨𝐦𝐞 𝐝𝐞𝐜𝐞𝐧𝐜𝐲? 𝐀𝐧𝐬 𝐰𝐨𝐧'𝐭 𝐲𝐨𝐮 𝐩𝐥𝐞𝐚𝐚𝐞 𝐜𝐚𝐥𝐥 𝐢𝐭 𝐢𝐟 𝐨𝐮𝐫 𝐭𝐢𝐦𝐞 𝐢𝐬 𝐭𝐡𝐫𝐨𝐮𝐠𝐡? 𝐂𝐚𝐮𝐬...

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Vicki

lui non c'é.

Non so perché sento questo senso di vuoto. Ma questa é l'ennesima conferma che devo lasciarlo perdere. Ieri ero in panico, mi ha aiutata nonostante mi  abbia detto le peggio cose, e ne sono grata. Ieri non ci stavo proprio con la testa, mi pento assolutamente di aver bevuto e di essermi fatta qualche tiro. Dio prego solo che mio padre non lo venga a sapere in qualche modo...

Non so proprio cosa mi sia preso. Apro il telefono pieno di notifiche da parte di Cherry, Noah e Roxy. Ma nessuna da parte di Amanda, si sarà goduta la festa ed é meglio così.

Cerco di rispondere a tutti dicendo che va tutto bene, evito di aggiungere i dettagli con Atlas. Mi chiedo perché Bethany mi abbia spinta, e per quale motivo da quando sono arrivata qua mi ha presa di mira. Mi alzo dal letto scrocchiando il collo e le spalle e mi avvicino alla menzola per prendere l'ultimo libro acquistato: Romeo e Giulietta, insomma un vero e proprio classico.

Inizio a sfogliare il libro, amo i libri che parlano di tragedie romantiche.

Dopo un po' lo chiudo perché mi sta rivenendo sonno e scendo in cucina a farmi una tazza di caffè, ovviamente con almeno sei cucchiaini di zucchero.  Mi siedo sul divano e inizio a cercare qualche serie tv, oggi voglio rilassarmi.

🌊🌊🌊🌊

                      2 settimane dopo...

Noah

Domenica, domenica, domenica.

Domenica é il miglior giorno della settimana, ma non oggi. Mio padre é a casa e decido di chiudermi in camera, noto un vecchio smalto nero, forse Roxy l'avrà lasciato qui prima di uscire, così lo prendo  e inizio a mettermelo sulle unghie. Sono fantastico dai!
Ammetto che lo smalto nero mi sta benissimo, comincio a squotere le mani velocemente per farlo asciugare, sono poco paziente quindi comincio anche a soffiarci sopra.

Appena noto che si é asciugato prendo il telefono per mandare la foto a Vicki.

Il colpo sordo della mano di mio padre contro la porta risuona come un tamburo di guerra, un suono minaccioso che fa tremare le pareti della mia stanza. Ogni colpo è carico di rabbia, una furia che conosco bene, che è cresciuta con me e che si é sempre rivolta contro di me.

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