Vicki è una ragazza di 17 anni che ama i tramonti, il mare, le serie tv e stare in tranquillità. Dopo anni trascorsi in un ambiente difficile a Chicago, la morte improvvisa della madre la lascia sola con suo padre Robert. Insieme, si trasferiscono a...
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Vicki
lui non c'é.
Non so perché sento questo senso di vuoto. Ma questa é l'ennesima conferma che devo lasciarlo perdere. Ieri ero in panico, mi ha aiutata nonostante mi abbia detto le peggio cose, e ne sono grata. Ieri non ci stavo proprio con la testa, mi pento assolutamente di aver bevuto e di essermi fatta qualche tiro. Dio prego solo che mio padre non lo venga a sapere in qualche modo...
Non so proprio cosa mi sia preso. Apro il telefono pieno di notifiche da parte di Cherry, Noah e Roxy. Ma nessuna da parte di Amanda, si sarà goduta la festa ed é meglio così.
Cerco di rispondere a tutti dicendo che va tutto bene, evito di aggiungere i dettagli con Atlas. Mi chiedo perché Bethany mi abbia spinta, e per quale motivo da quando sono arrivata qua mi ha presa di mira. Mi alzo dal letto scrocchiando il collo e le spalle e mi avvicino alla menzola per prendere l'ultimo libro acquistato: Romeo e Giulietta, insomma un vero e proprio classico.
Inizio a sfogliare il libro, amo i libri che parlano di tragedie romantiche.
Dopo un po' lo chiudo perché mi sta rivenendo sonno e scendo in cucina a farmi una tazza di caffè, ovviamente con almeno sei cucchiaini di zucchero. Mi siedo sul divano e inizio a cercare qualche serie tv, oggi voglio rilassarmi.
🌊🌊🌊🌊
2 settimane dopo...
Noah
Domenica, domenica, domenica.
Domenica é il miglior giorno della settimana, ma non oggi. Mio padre é a casa e decido di chiudermi in camera, noto un vecchio smalto nero, forse Roxy l'avrà lasciato qui prima di uscire, così lo prendo e inizio a mettermelo sulle unghie. Sono fantastico dai! Ammetto che lo smalto nero mi sta benissimo, comincio a squotere le mani velocemente per farlo asciugare, sono poco paziente quindi comincio anche a soffiarci sopra.
Appena noto che si é asciugato prendo il telefono per mandare la foto a Vicki.
Il colpo sordo della mano di mio padre contro la porta risuona come un tamburo di guerra, un suono minaccioso che fa tremare le pareti della mia stanza. Ogni colpo è carico di rabbia, una furia che conosco bene, che è cresciuta con me e che si é sempre rivolta contro di me.