"Mamma, sono a casa!" Come previsto è uscita per il suo turno di lavoro all'ospedale. Mi butto sul mio letto e guardo il soffitto. Cosa voleva dire Brett con quelle parole? Che cavolo è un Tomorrow People? Mah, sicuramente quel ragazzo è un pazzo. Ma perché tutte a me? E che cos'erano tutte quelle voci nella mia testa? Queste domande mi frullano in testa fino a quando non mi addormento.
Quando apro gli occhi mi sento tutta indolenzita. Mi sollevo sui gomiti e una fitta mi attraversa la testa. Mi siedo perplessa con una sensazione strana e capisco perché quando giro lentamente la testa per guardare la mia stanza: niente è al suo posto. I libri di scuola sono sul letto, mentre sul loro scaffale c'è il mio cuscino; le tende sono chiuse ma mi ricordo di averle lasciate aperte e la finestra è spalancata; il mio orsetto di peluche è a terra insieme a vari fogli bianchi che erano insieme ai libri. Mi alzo allarmata. È possibile che siano venuti dei ladri? E che mi abbiano lasciata sul letto mentre frugavano tra le mie cose? Inizio a sudare e mi guardo intorno per recuperare qualcosa come arma. Finisco per prendere la mazza da baseball sotto al letto che mi ha regalato mio padre quando ero più piccola. Esco dalla mia camera e mi incammino nel corridoio che porta alle altre stanze. Cammino in punta di piedi trattenendo il fiato mentre arrivo davanti alla porta della camera da letto dei miei genitori. La spalanco: niente. Faccio lo stesso con la porta del bagno e non trovo niente. Vado verso il soggiorno, dove la porta è socchiusa. Deglutisco e faccio un ultimo sforzo, apro la porta e allo squillo improvviso del telefono mi sfugge un urlo. Ma non c'è nessuno neanche qui. Abbandono la mazza sul divano e rispondo al telefono con la voce che mi trema ancora. "P-pronto?" "Ali, finalmente! Mi hai evitato dopo la scuola, sei corsa a casa senza rivolgermi la parola. Che è successo?" la voce di Jake mi tranquillizza un po' anche se sono ancora perplessa: se non c'è nessuno chi ha messo quel disordine in camera mia? "Ehi mi senti?" "Sì sì scusa, possiamo vederci tra, non so.. adesso?" Devo assolutamente uscire. "Ehm, sì certo, perché no" "Bene, vediamoci sotto casa tua" E riattacco."Quindi nessuno era in casa?" Scuoto la testa. Io e Jake ci siamo incontrati e quando mi ha vista preoccupata ha proposto di andare al parco per un gelato dato che secondo lui dovevo raffreddarmi il cervello o rischiavo di svenire. Non ha senso, ma l'ho accontentato prima di raccontargli l'accaduto di poco prima. "E se tua madre fosse tornata prima dal suo turno?" "Mi avrebbe svegliata e non avrebbe messo la mia camera in disordine, non ne ha motivo" "E tuo padre?" "Non è in città" Jake fissa il suo sguardo su un punto in lontananza e resta così, come fa sempre quando pensa. Ad un tratto penso a Brett e a quello che mi ha detto. Essere un Tomorrow People è una malattia e prevede allucinazioni? Forse. È l'unica spiegazione che mi viene in mente. Lui sapeva che avevo voci nella mia testa e mi ha aiutata a farle andare via. Forse dovrei parlargli. Ma no, cosa mi passa per la testa! Cosa può saperne lui di me, probabilmente è una coincidenza, le ho messe a tacere io le voci nella mia testa, lui non c'entra niente. Sì, dev'essere così. Jake rompe il silenzio: "Ali, c'è qualcosa che non mi dici?" Lo guardo sgranando gli occhi. "Cosa intendi?" Cerco di sembrare disinvolta. Lui non può sapere quello che mi ha detto Brett. "Non so, oggi sei strana. Prima ti sei sentita male, poi mi hai evitato e ora questo. Guarda che puoi dirmi tutto" "No, io sono solo stanca e stressata, al solo pensiero della montagna di compiti che.." Ad un tratto sento delle voci dei bambini che stanno giocando più in là nel parco. Mi urlano nelle orecchie insieme al rumore dei loro passi sull'erba. Un altro suono mi fa girare la testa di scatto verso il bar: il rumore della cassa che si apre mi entra in testa, così come il tintinnio di una moneta che cade dal portafoglio di una signora più avanti. E poi tutto insieme: le urla, il fruscio del vento nell'erba, la cassa, i passi, i mormorii delle persone sedute alle altre panchine. Sento a malapena la voce di Jake, non riesco a capire cosa sta dicendo. Mi copro le orecchie con le mani e stringo i denti. Mi sfugge un lamento dalle labbra. Una mano mi accarezza la testa, ma non capisco più niente, mi sembra di impazzire. Proprio quando tutto inizia a girarmi intorno, urlo. E tutto fa silenzio. Mi guardo intorno e noto che mi stanno fissando tutti. "Ali" Jake mi guarda terrorizzato e preoccupato al tempo stesso. "Devo andare" farfuglio. Mi alzo e inizio a correre e non mi guardo indietro nemmeno quando sento Jake urlare il mio nome.
Una volta arrivata a casa, torno in camera e noto che ogni cosa è al suo posto ora. Urlo dalla rabbia e mi butto sul letto. Ascolto il mio respiro che si calma piano piano e mi addormento di nuovo. Quando mi sveglio è notte fonda. Alzo la testa e guardandomi intorno mi rendo conto di non essere nella mia camera. Invece mi trovo distesa su un pavimento freddo. L'odore di prodotti chimici mi pizzica il naso. Dev'essere un sogno. O meglio, un incubo. Indosso i vestiti che avevo quando ero al parco ma sono scalza. Cammino lungo la parete ma invece di trovare un interruttore, m'imbatto in uno scaffale di metallo. Tasto tutto ciò che c'è sopra e per sbaglio faccio cadere qualcosa che si frantuma a terra. Dei pezzi di vetro mi si conficcano nei piedi e mi aggrappo allo scaffale singhiozzando per il dolore. Da quando i sogni sono così realistici? All'improvviso si apre la porta della stanza e mi copro il viso con le mani per nascondermi dalla luce improvvisa. "E lei cosa ci fa qui?"
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The Tomorrow People
Paranormal-Storia ispirata al telefilm Tomorrow People- Alisia Martin è una normale ragazza, sempre studiosa e amica di Jake e Bethany. Ma un evento metterà in pericolo la normalità che le era così familiare e l'avvicinamento di un ragazzo misterioso la confo...