Alisia - Capitolo 7

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La giornata di ieri è andata abbastanza bene: mi sono allenata con Brett e ho fatto molti progressi. Ma c'è qualcosa che mi turba continuamente. Osservo Brett che corre per trovarsi nella traiettoria della palla. Siamo in palestra per l'ora di educazione fisica, per me un'ora di tortura. Ho sempre odiato ogni tipo di sport, soprattutto la pallavolo, a cui i miei compagni di classe stanno giocando proprio adesso. Trovo stupido il fatto di dover correre o buttarmi a terra per prendere la palla e mandarla nel campo avversario. Jake mi ha sempre presa in giro per questa mia opinione. Oh, Jake. Ecco, il pensiero che mi tormenta. Da quando i miei poteri hanno cominciato a manifestarsi, il peso di questo segreto è costantemente con me a schiacciarmi a terra. Ogni volta che Jake mi guarda, mi ritrovo quel segreto in gola, pronto ad uscire, ma poi ricordo lo sguardo fermo di Brett che mi ha intimato di non dirlo e le parole si perdono dentro di me. Uno spiraglio di luce entra da una delle grandi finestre delle pareti e va a illuminare una delle ragazze che sta battendo proprio ora. Qualche giorno fa ero proprio come lei, è ridicolo. Ed ora mi ritrovo in panchina, con le mani sudate e una mente piena di pensieri che non vogliono lasciarmi in pace. Rimpiango la noia delle mie giornate, passate a studiare e le uscite con Jake e Bethany. Ovviamente neanche a lei posso dire niente, ma a differenza di Jake, non sospetta niente per fortuna. Gli altri seduti accanto a me si alzano ed esultano per un punto a favore della squadra in cui gioca Brett. Notando la mia scarsa o quasi nulla partecipazione, egli esce dal campo approfittando della pausa prima del terzo set. "Vedo che sei la nostra fan numero uno" mi dice con sarcasmo." Dato che non rispondo continua: "Ti autorizzo a giocare con noi. Sheldon si è fatto male." Do una breve occhiata al ragazzo bassino che preme del ghiaccio contro la sua caviglia alla fine della palestra. "Per oggi passo, grazie." I suoi occhi mi scrutano in modo così insistente da farmi arrossire. "Non era una proposta: è un allenamento. Avrai il pomeriggio libero, ma ci alleniamo ora sul campo. Allora, ti muovi?" Batto le palpebre un paio di volte scettica. "Cosa? Davanti a tutti?" Brett annuisce. "Dai, ce la spassiamo un po'" Mi alzo poco convinta e Brett mi guida afferrandomi il polso. Le altre ragazze in panchina e in campo mi guardano. So che farebbero di tutto per essere al mio posto: apparentemente Brett è il ragazzo più popolare della scuola ed io ero l'unica a non saperlo. I cattivi ragazzi sono sempre dei gran fighi per le ragazze qui. Non hanno idea che farei volentieri uno scambio per non essere in campo. Non ho mai giocato prima, la nostra prof mi ritiene un'incapace e inventa sempre scuse per tenermi in panchina. Non sa che mi fa un favore. Evidentemente il supplente seduto alla cattedra vicino alla porta non se ne cura e continua a leggere il suo giornale. Maledizione. La mia posizione è proprio al centro del campo. Il mio cuore inizia ad accelerare quando sento il fischietto che dà inizio ad un altro set. Un ragazzo con i capelli raccolti in una coda solleva la palla e batte. Noto che sono tutti un po' chini sulle ginocchia e decido di imitarli. Per fortuna la palla va in direzione di Brett, che la prende con un perfetto bagher. Ma una ragazza la prende palleggiando verso di me. Nei pochi secondi in cui la palla viene nella mia direzione, guardo Brett terrorizzata. Non faccio in tempo a fare niente, la palla mi cade proprio in testa e sento un'esplosione di risate provenienti dal campo avversario. Poi rimbalza a terra. Quanto vorrei che si aprisse una voragine sotto di me per salvarmi dalla vergogna. I miei compagni di squadra mi lanciano sguardi accusatori, tranne Brett, che mi guarda divertito. Stupida, ti sei dimenticata di avere una marcia in più? Il mio non è tutto talento mi dice nella mente. Inizialmente non capisco cosa intende, ma appena la palla viene scagliata da un avversario verso una mia compagna, mi ricordo finalmente dei miei poteri. Sorrido in modo beffardo e, dopo che la palla si decide a venire verso di me per l'ultimo palleggio, improvviso un bagher. La palla viene deviata a destra e sta per andare fuori campo. La guardo e le impongo di cadere con forza nell'altro campo. E così accade. Segno il mio primo punto. Sorrido e guardo Brett, che sta esultando. Ed ecco che la partita procede finalmente a modo nostro. I miei compagni di squadra segnano altri punti, mentre la squadra avversaria non riesce a far cadere la palla nel nostro campo, deviata in tempo da me o da Brett. L'ultimo punto lo segno io. E due ragazzi mi sollevano trionfanti come se avessimo vinto un campionato. Mi fanno girare per tutta la palestra, mentre gli altri mi seguono ridendo e facendomi molti complimenti. Riverso la testa all'indietro chiudendo gli occhi. Forse essere un Tomorrow People non è poi così male.

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