Dopo un lungo viaggio finalmente arriviamo. La casa è abbastanza grande e c'è un meraviglioso giardino pieno di rose rosse e bianche. Avanzando noto in un angolino delle piccole margherite, ma, quando vado per raccoglierne una, mio padre mi prende per un braccio.
"Aiutami, cretina." mi rimprovera quasi urlandomi contro.
Io abbasso la testa e mi dirigo verso la macchina.
Prendo due valige e poi una piccola borsa incastrata in un angolino nel cofano.
Quando la prendo, dalla borsa cade una busta. Noto avvicinandomi che contiene profilattici, e in grandi quantità, ma, conoscendo mio padre, non me ne stupisco.Quando apro la porta, mi appare davanti l'immagine della casa perfetta.
C'era un salone enorme con un bellissimo lampadario con pietre di diamanti al centro del soffitto.Salgo le numerose scale, e mi ritrovo difronte a due porte.
Davanti ad una di esse erano appoggiate le numerose valigie di mio padre, quindi la mia attenzione cadde sulla porta a destra.Feci per prendere la maniglia quando mio padre mi spinse indietro per i capelli, ormai immune ad ogni dolore.
"Tu dormi in soffitta, hanna." disse.
"Ma, non capisco, qui ci sono due camere." dissi sconcertata.
"L'altra è occupata, stupida. Vai a posare la tua roba di sopra."
Aprii la bocca per parlare, ma mi resi subito conto che sarebbe stato inutile, e avrebbe solo portato a riemergere la sua violenza, quindi mi limitai ad annuire e ad andare a cercare l'entrata per la soffitta.
Salii le scale lentamente, per poi arrivare dinanzi ad una porta di legno lavorato. L'aprii, la stanza era piccola e in un angolino c'era un letto con un comodino di fianco.
C'era una piccola finestra quadrata, dalla quale però filtrava poca luce, e questo faceva apparire la camera molto buia e tetra, ma, nonostante ciò, io la trovavo bellissima.Chiusi la porta a chiave e mi appogiai vicino al muro, strusciandoci lentamente vicino fino ad arrivare per terra.
Senza ragione iniziai a singhiozzare, per poi cadere in un lungo pianto..