Capitolo 5

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Cercai e ricercai per più di una ventina di minuti, ma invano.
Mi arresi, presi il telefono. Stavolta segnava le 06:29, sembrava che il tempo passasse troppo velocemente.

Decisi di alzarmi e andare in bagno. Mi guardai attentamente allo specchio, i miei capelli neri erano in disordine e il mio trucco era totalmente sciolto sul viso.
Mi spogliai e aprii l'acqua della doccia.

Era ghiacciata, ma non cambiai temperatura. La freddezza dell'acqua mi aiutava a non pensare alle cose. Uscii dalla doccia, presi un'asciugamano e mi diressi nella mia camera.
Aprii la valigia, presi un paio di jeans neri strappati all'altezza delle ginocchia, una canotta bianca e una felpa nera.
Misi un filo di matita all'interno dell'occhio, presi lo zaino e scesi al piano terra.

Mio padre era uscito. Non mi stupii che non ci sarebbe stato neanche al mio primo giorno nella nuova scuola.
Fortunatamente la scuola distava poco da casa mia, quindi sarei potuta benissimamente andare a piedi.

Presi lo zaino e uscii.

Arrivata a scuola ad accogliermi ci furono il preside e una ragazza, credo del quarto anno, bionda con gli occhi verdi e probabilmente, oltre al suo vestito di Louis Vuitton, aveva anche un paio di mutande da 100 euro, probabilmente la figlia, quanto odio questo tipo di persone.
Quando mi vide mi squadrò lentamente da testa a piedi e poi esclamò:

"Bene! Ti farò fare un giro per farti orientare."

Risposi con un semplice e freddo okay.
La ragazza continuò a parlare della scuola per quasi una mezz'oretta, illusa che io la ascoltassi. Ogni tanto salutava, e per ogni tanto intendo ogni persona che passava.
Ad un certo punto smise, e il suo sguardo si fermò su un ragazzo.
Era moro con un grosso ciuffo rosso e aveva con gli occhi di un grigio chiaro che quasi ti invitava a strapparglieli di faccia. Indossava una giacca di pelle nera e degli anfibi con le borchie, tutti lo guardavano stranamente male, ma non so come, mi attraeva.
La campanella suonò e lei mi mostrò la classe e l'orario.

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