CAPITOLO 5 (POV DI JESSICA)

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La cena in pizzeria, ovviamente, è andata male visto che avevamo dietro pochissimi soldi e ci siamo potuti permettere a malapena una pizza in due.

Una volta fuori dal locale inizio a ragionare.

"Diciamo che non possiamo di certo andare in centrale a mezzanotte, quindi che facciamo stasera? Dormiamo sotto i ponti o vediamo se c'è un hotel che dà le camere a due euro?" chiedo con un po' di sarcasmo per stemperare la tensione creata durante la giornata. Purtroppo non fa l'effetto richiesto su Ryan che continua a torturarsi le mani nelle tasche dei pantaloni della tuta.

"Che ne dici di Lee? Mi chiede sempre di andare a casa sua, ma io sono sempre da te oppure tu da me. Quale migliore occasione?"

"Magari una in cui i nostri genitori non sono stati rapiti?" alzo un po' la voce per fargli capire che non ho alcuna intenzione di andare dal suo amico strambo, ma dopo un po' di riflessione arrivo alla conclusione che non abbiamo altra scelta.

"Va bene, andremo da Lee. Domani però saltiamo scuola e andiamo a cercare John. Non posso resistere due giorni con quello."

"Okay, in effetti neanche io ce la farei. E riguardo a scuola penso che non avremo problemi visto che non ne saltiamo uno dagli anni di Cristo."

Mi piacciono da morire i nostri scambi di parole, quando battibecchiamo e finiamo con il ridere a crepapelle, ma, più di tutto, adoro quando per trovare una soluzione uniamo le nostre menti e risolviamo il problema.

"Magari prima dovremmo chiamarlo, che dici?" chiede Ryan con un filo di timidezza nella voce

"Ma no, figurati, presentiamoci sotto casa sua a mezzanotte e, visto che ci siamo, diamogli anche fuoco." ogni tanto proprio non mi trattengo e la sua espressione confusa mi fa morire dal ridere, quindi, visto che da solo non ci arriva, continuo io

"Certo che lo chiamiamo! Svelto, prendi il telefono."

E così fa, dopo due squilli la voce insopportabilmente infantile di Lee risponde dall'altro capo della linea.

"Ryan?"

"Sì, Lee. Sono io."

"Tutto apposto? di solito non mi chiami mai di sera, anzi, non mi chiami mai."

"Si, certo, tutto okay." Ryan ha la capacità di mentire spudoratamente, io invece sono un libro aperto.

Davanti al silenzio di Lee Ryan si decide a domandargli: "Non è che stasera io e Jess potremmo venire a dormire da te? Non dobbiamo mangiare o altro, dobbiamo solo dormire."

"Ma perchè-"

Mi spazientisco e rubo il telefono dalle mani di Ryan.

"Senti Lee, non fare domande perché non riceverai delle risposte. Possiamo venire, sì o no?"

"Bè, si... Forse dovrei chiedere a mia madre..."

"Tua madre non deve sapere nulla. Hai un garage o roba simile?"

"Si, certo"

"Perfetto, tra poco ci vediamo." Chiudo la chiamata alla velocità della luce e sotto lo sguardo di rimprovero di Ryan, alzo le spalle.

"Andiamo da Lee e facciamola finita, ho bisogno di dormire."

"Sono d'accordo, Jess, ma non dovevi chiudergli la chiamata in faccia."

Faccio finta di ignorare il suo rimprovero, mi faccio dettare l'indirizzo e ci dirigiamo verso casa di Lee.

Più o meno a metà strada Ryan mi prende per mano e completiamo il tragitto con le nostre mani unite.

Davanti a casa di Lee faccio un respiro profondo e busso.

Ad aprirci la porta è Lee, che ci ricorda di non fare rumore e ci porta verso il garage.

Mentre si gira per accompagnarci in quello, che per questa sera, sarà il nostro rifugio, mi alzo in punta di piedi e sussurro a Ryan: "Sarà la notte peggiore di tutta la mia vita."

Ryan scuote il capo rassegnato e torna sorridere annuendo alle dritte che ci sta dando Lee sulla casa.



RAGAZZI ALLORA, IMMAGINO CHE STARETE GIÀ PENSANDO "MA RYAN E JESS STANNO INSIEME"... NON SONO COSÌ PREVEDIBILE DAI✨️.
VABBEH, ABBIATE UNA BUONA VITA.
(aggiorno così tardi perchè mi ero totalmente dimenticata😬💀)

Pensavamo di non farcela...Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz