CAPITOLO 4 (POV DI RYAN)

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Prendo per mano Jess che sembra stia per avere un altro crollo e usciamo correndo.
"E ora che si fa?" chiedo con una leggera nota di paura nella voce.

"Bè, è inutile andare a controllare a casa tua..." Dice Jess mentre si infila le mani nella felpa extra large e io annuisco

"A questo punto dobbiamo trovare un posto dove andare, qualche idea? Diciamo che i parenti sono off-limits, visto che non ne abbiamo."

"Giusta osservazione. Che ne dici di John?" Chiedo a Jessica ricordando quella cena di lavoro di 2 anni fa in cui i nostri genitori ci hanno trascinato con la forza.

"John?"

A quanto pare lei non ha i miei stessi ricordi.

"Si, John, l'amico di mamma e Aaron. Quello che alla cena di lavoro di 2 anni fa ci ha fatto milioni di domande."

"Ah, si, quel rompi palle micidiale." alza gli occhi al cielo, gesto che di solito le rimprovero, ma vista la situazione ho preferito stare zitto.

"Quel 'rompi palle micidiale' potrebbe essere la nostra unica chance."

"Allora, sentiamo, come avresti intenzione di trovare questo tizio di cui non sappiamo nemmeno il cognome, non sappiamo dove viva, sempre ammesso e non concesso che viva ancora qui, e di cui non abbiamo il numero?"

Sbuffo perché quando fa così davvero non la reggo: io provo a tirare fuori un'idea e lei, con cose anche giuste e vere, mi distrugge la positività.

"Senti, Jess, io davvero non ce la faccio! Non puoi sempre asfaltare ogni idea che propongo e soprattutto, visto che la fai tanto facile, tirala fuori tu una proposta per nasconderci da dei pazzi, chiunque essi siano, che hanno rapito i nostri genitori e che molto probabilmente vogliono anche noi."

Dico la frase alzando la voce e tutti quelli che ci camminano vicino si girano per guardare.

Quando mi accorgo di aver esagerato scoppio a piangere, per la seconda volta, nel giro di qualche ora.

Jess mi guarda con occhi dispiaciuti poi allarga le braccia come per chiedermi il permesso per abbracciarmi, io annuisco lentamente. Allora alza le braccia, me le avvolge attorno al collo e appoggia la testa sul mio petto.

Penso che questo sia uno dei gesti più belli e dolci che Jessica sappia mettere in atto e il fatto che lo faccia solo con me mi fa sciogliere il cuore tutte le volte.

"Va meglio?" Domanda quando ci stacchiamo da quell'abbraccio che avrei preferito durasse per sempre. Non so perchè mi faccia sempre quella domanda anche sa sa che la risposta sarà sempre e comunque:

"Si", quando pronuncio quella parola con così poco significato lei smette immediatamente di camminare e mi si para davanti.

"Fammi il favore, per una volta, di dirmi la verità."

So che dovrei rispondere sinceramente a Jessica, ma in alcuni casi proprio non ce la faccio.

"Quindi come lo troviamo?" cambio discorso sperando che lei non ci torni di nuovo.

Jess sembra aver capito perfettamente, quindi mi asseconda: "Potremmo provare ad andare all'agenzia e chiedere informazioni su John."

"Okay, ma prima troviamo un posto dove cenare perché potrei collassare io, se non ingoio immediatamente qualcosa."

A cena, in quella casa, avevano preparato una zuppa di non so cosa che faceva vomitare, quindi non abbiamo mangiato.

"Ehi, quella è una cosa che avrei dovuto dire io!" Mi rimbecca lei con fare scherzoso dopo avermi tirato una spintarella amichevole sulla spalla.

"Comunque sono della tua stessa idea, andiamo."

Le prendo la mano, la metto nella mia tasca e ci dirigiamo alla pizzeria più vicina.



CIAO RAGAZZI.

MI PARE CHE QUESTA è LA PRIMA VOLTA CHE VI PARLO TRAMITE QUESTA STORIA QUINDI SPENDERò DUE PAROLE IN PIù.

INTANTO VOLEVO SAPERE SE LA STORIA VI STA PIACENDO. SPERO DI SI, A ME HA APPASSIONATO APPENA HO INIZIATO A SCRIVERLA, ANZI, DA QUANDO ERA SOLO UN INSIEME DI IDEE NELLA MIA TESTOLINA.

FACCIAMO UN PICCOLO RECUP: JESS E RYAN SONO MIGLIORI AMICI DA SEMPRE E HANNO QUESTA GRANDE PASSIONE PER IL GIALLO. UN GIORNO SCOPRONO CHE I LORO GENITORI VENGONO PRESI IN OSTAGGIO E TUTTA LA LORO TESTA VA IN FRANTUMI, OGNUNO A PROPRIO MDODO (COME è GIUSTO CHE SIA). QUINDI SI RITROVANO IN UN VERO GIALLO! MA NON è TUTTO ROSE E FIORI PERCHè OLTRE AD AVER PERSO, TEMPORANEAMENTE, I LORO GENITORI, NON HANNO UN POSTO DOVE STARE! E ORA? LO VEDRETE TRA UNA SETTIMANA.

DETTO QUESTO MI SCUSO SE ALCUNE LETTERE SONO MINUSCOLE O COSE COSì MA SCRIVENDO DA COMPUTER NON POSSO FARCI NIENTE.

E NIENTEH. ALLA PROSSIMA SETTIMANA!

Pensavamo di non farcela...Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz