II. WHAT DID YOU DO?

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"aggiorno ogni sabato" cit ✨​

il capitolo era pronto, quindi eccolo qua🫡

se vi va, lasciate una stellina o qualche commento durante la lettura 🤍​🤍


𝐉 𝐀 𝐌 𝐄 𝐒


Quando arrivo in palestra, non c'è nessuno. Per fortuna. Una parte di me vorrebbe parlare col coach, ma un'altra parte pensa che sia meglio lasciar calmare le acque. per ora. Non saprei nemmeno cosa dirgli: lo so che ho sbagliato ad andare a quella festa, visto che avremmo potuto organizzare una festa da qualche parte che non fosse stata la palestra della scuola, ma mi dà fastidio il fatto che lui sia incazzato solo con me perché mi considera come il figlio che non ha mai avuto. C'era letteralmente tutta la nostra fottuta squadra a quella festa - nonostante non abbiano trovato le foto di tutti - e in quello stesso ufficio c'era pure Will in primis, ma a lui non ha detto nulla. È questo che mi fa incazzare, fa scenate solo a me, tra l'altro in pubblico e insieme a persone che non sapevo esistessero fino a qualche ora fa, e ora farà l'incazzato per giorni. Ma, onestamente, può anche rimanere incazzato per tutta la stagione, non è un problema mio. Non dico di essere nella ragione, ma nemmeno lui lo è.

D'altro canto, quei quattro non sono troppo male. Devo ancora inquadrarli per bene, ma visto che dovremo passare molto tempo insieme è meglio che me li faccia stare simpatici. Non che per ora abbia avuto modo di potergli parlare un granché, a pranzo nessuno di loro ha detto praticamente nulla e per la maggior parte del tempo stamattina sono dovuto stare nell'ufficio mentre loro si stavano conoscendo. Non so se verranno alla festa di William, stasera, ma vorrei che venissero. Che lei venisse. È insolito che si sia proposta di aiutarmi in matematica a gratis senza nemmeno che ci conoscessimo. Lo so, lo so che magari ha solo buone intenzioni, ma non riesco a fidarmi al cento per cento delle persone, soprattutto non da un giorno all'altro. D'altronde, come potrei fidarmi così facilmente delle persone dopo quello che lei ha fatto?

<<Perché sei già qui?>> una voce fredda e rauca, che non traspira nessuna emozione, mi riporta fuori dal mio flusso di pensieri. Guardo l'orologio e noto che sono le due, quindi sono in anticipo di un'ora. Non so nemmeno io perché sono venuto, forse volevo parlare con lui, ma ora che sono realmente qui non ne sono più convinto. Non saprei cosa dirgli.

<<Volevo... fare un po' di riscaldamento.>> invento. Non lo guardo nemmeno in faccia, non riesco, perché farlo mi farebbe pensare alle parole che mi ha detto nell'ufficio del preside.

Sei stato la delusione più grande della mia vita.

Quelle nove parole rimbombano nella mia testa ogni secondo da quando sono uscito da quella stanza.

Sei. Stato. La. Delusione. Più. Grande. Della. Mia. Vita.

Non è la prima volta che qualcuno mi abbia considerato una delusione, anzi, ma da lui... Dall'unica persona che pensavo non mi avrebbe mai ferito, che consideravo quasi come un padre.

<<James, ascolta...>> prova a dirmi. So che era incazzato quando ha scoperto quello che era successo, che forse non pensava quello che ha detto... Ma allora perché l'avrebbe detto? Si dice che da arrabbiati si dicano cose che non si pensano, ma io penso, invece, che da arrabbiati riusciamo a sfogarci e riuscire a finalmente dire quello che pensiamo da tempo. <<Prova a metterti nei miei panni per due minuti, dopo tutto quello che io e il preside abbiamo fatto e ancora facciamo per te... Quando ho scoperto che proprio tu eri andato a quella festa...>>

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