❦Mason❦
«Forse dovresti lasciarla andare, se è quello che vuole, non credi?» gli domandò la ragazza, sprezzante.
«Forse tu dovresti smettere di parlare e chiudere una volta per tutte quella cazzo di bocca, Madison.» sbottò, ormai spazientito da tutta la situazione che si era venuta a creare a causa sua. «Se solo non mi avessi trascinato qui dentro... tutto questo non sarebbe successo.» ringhiò a denti stretti.
La ragazza -in tutta risposta- sgranò gli occhi, sorpresa dalla reazione di Mason. «Ora è colpa mia?» chiese, incredula.
«Si.» rispose lui, scocciato, senza mai distogliere lo sguardo dagli occhi di lei. «È tutta colpa tua e del tuo volere ficcare il naso in cose che nemmeno ti riguardano. Come sempre.» affermò, facendola rimanere in silenzio per qualche secondo. Era evidente che quelle parole la colpirono nel profondo, ferendola, ma lei decise comunque di mostrargli nemmeno un briciolo di debolezza.Mason se ne accorse dal modo in cui sbattè velocemente le palpebre, ancora scioccata dalle parole che lui le aveva appena rivolto, per poi serrare la mascella.
«Sei patetico.» sibilò la ragazza, con un filo di voce carico di veleno, avanzando lentamente verso la sua direzione. Nel frattempo assunse anche quell'aria altezzosa che Mason non aveva mai sopportato.
Nemmeno quando stavano insieme.
«Perché non sei nemmeno in grado di affrontare le cose come stanno.» riprese a dire, spezzando quel gelido silenzio che si era venuto a creare «Accusi me di essere rimasta impantanata nella nostra storia, quando la verità é che il primo ad esserlo... Sei tu.»
Mason a quelle parole serrò la mascella e i pugni talmente tanto da far diventare le nocche bianche, mentre Madison si divertì ad osservare la sua reazione, accennando un flebile sorriso.
«Lei lo ha capito, pur non conoscendoti, che sei un bugiardo.» continuò, senza smettere di sorridere, assumendo quell'aria sa altezzosa che Mason tanto odiava. «Quindi non venire ad addossarmi tutte le colpe.» incrociò le braccia, come se avesse già vinto la battaglia. I suoi occhi erano carichi di una soddisfazione velenosa.
Mason rimase in silenzio, non disse nulla per un lungo momento. Il suo respiro diventò pesante, le vene sulle sue tempie cominciarono a pulsare talmente forte da fargli dolere la testa.
Si sentiva stanco. Anzi era stanco.
Stanco di quelle accuse, stanco di quella tensione che sembrava non finire mai. Ma soprattutto, era stanco di Madison e del suo modo di girare la realtà a suo piacimento.
«Non vuoi che accusi te perchè l'unico coglione che deve sempre prendersi le colpe sono io, vero?» sibilò qualche istante dopo, la voce era bassa ma carica di disprezzo.
Fece un passo verso di lei, si trovò abbastanza vicino alla sua figura da sentire il suo profumo, lo stesso che gli aveva fatto perdere la testa tanto tempo prima.
Lo stesso profumo profumo che in quel momento non evocò altro che ricordi di litigi, incomprensioni e delusione. Mason chiuse gli occhi per un attimo, tentando di soffocare l'ondata di emozioni che minacciava di travolgerlo. Si ritrovava di nuovo di fronte a quella parte di sé che aveva sempre rifiutato di affrontare: il legame inconfessato con un passato che avrebbe voluto seppellire. Ma lui non era più lo stesso uomo. O almeno, questo era ciò che si ripeteva incessantemente.
«Sai qual è la vera differenza tra noi due, Madison?» disse all'improvviso, riaprendo gli occhi e fissandola con uno sguardo duro, carico di una nuova determinazione.
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Waves of desire.
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