Incroci

12 1 4
                                    

Le strade della nostra vita scorrono come fili invisibili, s'intrecciano, si annodano.

Si incrociano.

Ogni strada che si percorre, sempre trova un incrocio nel suo cammino.

C'è la strada d'asfalto, grigia, gelida d'inverno e bollente d'estate, quando la superficie si fa quasi liquida e le suole delle scarpe rimangono impresse lasciando una traccia. E mentre sei lì, alla fermata dell'autobus e non vedi l'ora di toglierti dal sole, ti accorgi di lui.

Sta alla fermata di fronte, dall'altra parte della strada, sul marciapiede opposto. E lo guardi nella speranza di essere guardata. Ha un quotidiano arrotolato stretto nella tasca posteriore dei jeans.

È uno che legge, pensi, uno impegnato.

E questa constatazione lo rende ancora più interessante ai tuoi occhi. Non è un galletto frivolo.
Dove andrà? Ha uno zaino su una spalla, sono quasi le otto di mattina, in quale scuola sarà diretto?

E accidenti! Perché la tua, invece, di scuola sta dalla parte opposta?

E pensi a quanto sia assurdo che tu faccia scorrere l'autobus davanti senza salire, perché speri che da un momento all'altro, quando il tuo marciapiede resterà deserto e tu sarai l'unica persona rimasta, lui alzerà gli occhi e incontrerà i tuoi, e allora, rapiti dai vostri sguardi incrociati, potrete trovare un pretesto per parlarvi.

Ma le strade della vita non funzionano così.

Il tuo autobus è passato e per il prossimo dovrai attendere un'altra mezz'ora e arriverai tardi a scuola e dovrai chiedere un permesso per entrare alla seconda ora, ma non importa, c'è ancora domani.

La mattina dopo, la stessa strada. Lo stesso marciapiede, lo stesso autobus delle 7.55. Lui è sempre lì, alla fermata di fronte.

Pensi a quale tipo di azione o gesto potresti fare per attirare la sua attenzione. Perché tu lo hai notato, mentre lui non si accorge di te?

Intanto, il tuo autobus ti passa davanti e tu non sali. Neanche oggi.

Attendi.

Cammini avanti e indietro.

E realizzi con follia che potresti attraversare la strada e salire sul suo, di autobus, così, solo per condividere lo stesso spazio che occuperà e magari vedere dove scende e a quel punto, tu, proseguire oltre. Tanto, ormai la giornata è persa.

E mentre attendi il verde del semaforo pedonale, decisa a passare dall'altra parte, un altro autobus si ferma, proprio lì, dove lui aspetta. Ma quando scatta il verde per te, lui è ancora lì, non è salito. Qualcuno è invece sceso da quell'autobus appena ripartito.

È bionda, con lunghi capelli sciolti e le sta aggrappata al collo. Le sue mani la stringono alla schiena; la bacia più e più volte. Lì, in mezzo a tutti i passanti, incurante di qualche occhiata di troppo.

Un altro autobus transita dall'altra parte e quando riparte lui e lei non ci sono più.

Le strade incrociano sempre altre strade. Anche quelle più maestose e imponenti, come le autostrade. Non hanno incroci? Non è vero. Puoi trovare gli svincoli, le uscite, i caselli.

Ed era stato proprio a quel casello, sul percorso di ritorno da Siena, che insieme agli altri a fare l'autostop lo avevi incontrato. Non era da solo, c'era una ragazza accanto, ma lui si era fermato e vi aveva fatto salire.

Un percorso ancora lungo da affrontare, tanti discorsi, idee comuni. Tu eri la più giovane e ascoltavi e osservavi.

Non abitava distante da dove stavi tu con i tuoi amici. E così è tornato a trovarvi perché avevate davvero tanti argomenti in comune. È tornato con un amico e col fratello minore.

Femminile Singolare - RaccontiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora